Rassegna stampa

Ancora a proposito di "Revenge Porn"...

Vi ricordate che nel numero di gennaio abbiamo raccontato la storia della maestra che aveva subito "revenge porn"? E' finita che la Direttrice (era un asilo privato) è stata condannata, ma la maestra non è stata riassunta in servizio. COMMENTO : nel nostro paese, spesso, la giustizia, oltre ad essere lenta, quando va bene funziona a metà, i risarcimenti delle vittime spesso non esistono...

L'asino che ha portato
Internet in una scuola

di Riccardo Luna - da "la Repubblica" del 19.02.21

Certe storie sono così rocambolesche e poetiche da sembrare fiabe. Come la storia dell’asino che il 2 novembre scorso ha attraversato montagne sperdute per portare Internet in una scuola chiusa per la pandemia. Non era solo l’asino: c’erano tre soci della Internet Society che, nell'ambito di un progetto dell'Unione Europea, si occupa di portare la rete laddove non c’è. In questo caso “Internet” era un surrogato che era stato scaricato prima e infilato in una scatola non più grande di quelle in cui mettiamo i fazzoletti: nell’hard-disc erano stati caricati 500 libri, 250 video e circa quattromila articoli di Wikipedia nella lingua locale.
Siamo nell’Asia Centrale, nel Kirghizistan, tutte montagne su quella che un tempo era la via della Seta. Quel “surrogato di Internet” sta servendo a far studiare i ragazzi della scuola locale, un villaggio dove non c’è neanche l’elettricità, figurarsi la rete. La “scatola magica” è già stata sperimentata con successo in centinaia di scuole nei posti più remoti del mondo: si chiama Ilimbox, e quando la colleghi ad un pannello solare diventa un punto wifi al quale i ragazzi possono collegare il loro smartphone e fruire dei contenuti.
Commento: la riflessione finale la facciamo fare allo stesso autore, che al termine del suo pezzo, così si esprime: "Può sembrare un mondo lontanissimo da noi e per fortuna lo è: noi abbiamo l’elettricità ovunque, e anche nelle zone più isolate spesso c’è un collegamento alla rete. Però la storia dell’asino che porta Internet nelle scuole nell’anno della pandemia ha un messaggio anche per noi: noi che non ne possiamo più della didattica a distanza, che vediamo la frustrazione dei nostri figli e percepiamo la fatica degli insegnanti. Sì, torniamo presto in classe, appena possibile. Le vera scuola è quella. Ma Internet non va buttato, non va espulso dalla didattica del futuro prossimo solo per il modo sbagliato in cui stiamo usando il digitale per fare lezioni adesso.

Né in presenza, né a distanza: in carcere la didattica è stata sospesa

da "Domani"

Nel complesso carcerario di Rebibbia oltre 500 studenti non fanno lezione, online o in presenza, da quasi un anno. Le scuole del Lazio hanno speso 350mila euro per strumentazioni mai entrate in prigione.

Le lezioni in presenza sono difficili per il virus, quelle a distanza per la carenza di devices e personale di vigilanza. Il Lazio ha stanziato a fine 2020 600mila euro per la digitalizzazione delle sue carceri.

Come da articolo 27 della Costituzione, la scuola ha un’importanza fondamentale nel percorso di riabilitazione dei detenuti. Chi entra ha in media un livello di istruzione basso ma sono oltre 20mila i detenuti che frequentano (più di 1/3).

COMMENTO : cosa dire? Esprimendo le proprie valutazioni si rischia di essere retorici o troppo romantici, comunque la nostra Costituzione, ritenuta da tutti "un fiore all'occhiello" a livello universale, è ancora troppo spesso non attuata in troppi campi. Fa poi rabbrividire il discorso dei troppi soldi stanziati e mai spesi.


I miei figli apprendono veloci, io poco per volta
di Andrea Polo


Avete mai fatto i compiti con i vostri figli o, anche, avete semplicemente osservato quale sia la differenza fra il loro ed il vostro modo di cercare un’informazione?
A casa mia la situazione è più o meno questa: se io o mia moglie vogliamo essere certi del fatto che il Piemonte sia effettivamente la regione più occidentale d’Italia andiamo a prendere il voluminoso atlante che fa bella mostra di sé sul mobile della sala e lo sfogliamo, magari col gusto di guardare anche dove sono altri piccoli paesini che abbiamo visitato o in cui ci piacerebbe andare; se vogliamo verificare come si dica “spatola” in inglese prendiamo il dizionario e, pagina dopo pagina, arriviamo al punto che ci interessa...
Nel caso in cui i miei figli vogliano verificare se il Piemonte sia il confine occidentale della nostra penisola, controllano su internet; se vogliono scrivere la ricetta della Sacher per il compito d’inglese e non ricordano come si dica spatola, non fanno altro che mettere mano al cellulare e chiedere a Big G...
I casi citati mi hanno fatto pensare a come la nostra e la loro generazione si trovino o si siano trovati a gestire l’apprendimento. Nel nostro caso, senza dubbio anche per “limiti tecnologici” si trattava di un processo lento, che si stratificava giorno dopo giorno ma che, appunto, si stratificava e, in qualche modo ci lasciava con il piacere sospeso di scoprire cosa ci sarebbe stato poi. Nel caso dei miei figli e dei loro coetanei è un apprendimento velocissimo, che si consuma nel tempo di risposta del motore di ricerca ma che, mi sono chiesto, è davvero apprendimento o è il fast food delle informazioni?
Attenzione, non voglio dire che si stava meglio quando si stava peggio, lungi da me questo pensiero o il demonizzare il web , ma come in tutto, il troppo stroppia e se è infinitamente più comodo scrivere “mamma” sulla rubrica del cellulare e lasciare che sia lui a far partire la chiamata, forse anche ricordare a mente il numero di telefono di chi ci ha messo al mondo non sarebbe poi così male.
Lo dicevano i latini (che non erano miei compagni di giochi, checché ne dicano miei figli!), in medio stat virtus e in questo caso spesso trovare un terreno comune aiuta.
COMMENTO: il resoconto di queste esperienze di studio vissute nell'ambito del rapporto padri - figli è veramente autentico e piacevole; bella la contrapposizione tra apprendimento stratificato e apprendimento velocissimo. Proviamo tutti a riflettere sulla domanda che si fa l'autore: nel caso dei giovanissimi di questa generazione è vero apprendimento o siamo di fronte al fast food delle informazioni?


A Genova nascono due scuole dell'infanzia a orientamento musicale

A Genova nascono due scuole dell'infanzia a orientamento musicale. La proposta di un consigliere di minoranza è stata approvata all'unanimità. "La musica entra nelle scuole dell'infanzia del comune di Genova e va ad arricchire la già variegata offerta formativa - annuncia l'amministrazione, in una nota - nascono le scuole ad orientamento musicale che, oltre alle consuete proposte didattiche, utilizzeranno le più recenti teorie di pedagogia musicale, educando alla musica con la musica e sottolineandone la presenza in ogni ambito della nostra vita".
L'offerta formativa prevede laboratori di suoni e ritmi, di voce e di canto, ma anche di costruzione di strumenti musicali. E ci sarà anche la possibilità di incontrare diverse realtà musicali cittadine, a partire dal Teatro Carlo Felice. "Un progetto sperimentale sicuramente di grande interesse per i nostri piccoli alunni e che spero possa essere esteso anche ad altre scuole" , commenta l'assessore all'Istruzione, Barbara Grosso.
COMMENTO: finalmente una bella notizia! Non serve teorizzare sui "massimi sistemi" per cambiare la scuola, ma bisogna innovare partendo dal poco per volta e dalla realtà concreta. Speriamo che questa bella sollecitazione venga ripresa anche da qualcuna delle nostre scuole dell'infanzia presenti nel nostro territorio. Noi, peraltro, in uno dei prossimi numeri, approfondiremo il filone della "pedagogia musicale".