Ripartiamo dalle
Indicazioni Nazionali
                di Lorella Delucchi

Gli orientamenti europei e le Indicazioni Nazionali  del 2012 concordano nell’indicare per la scuola dell’infanzia questi obiettivi primari:

Nella nostra scuola dell’ infanzia si valorizzano i campi d’esperienza; mettiamo al centro dell’apprendimento l’operare del bambino, la sua corporeità, le sue azioni i suoi linguaggi. A servizio di tutto questo c’è l’organizzazione degli spazi della sezione a cui abbiamo aggiunto gli spazi comuni: un ampio corridoio attrezzato  e uno spazio atelier per le attività grafico-pittoriche, plastiche.
Si sente la mancanza di un’aula di psicomotricità che permetta ai bambini di fare esperienze motorie fondamentali per la loro età, a cui sopperiamo utilizzando, quando è possibile, la palestra delle primarie o il giardino. 















Negli anni l’aumento di alunni con situazioni problematiche ha richiesto e richiede sempre più un approccio educativo flessibile; le difficoltà che spesso osserviamo nei bambini/e sono di tipo relazionale, rispettare le regole di convivenza e gestire le emozioni.  Educare alla gestione dei conflitti e all’espressione delle proprie emozioni, senza fare del male agli altri, significa mettere in atto un metodo di educazione empatica; si tratta di comprendere i loro bisogni emotivi e cosa c’è dietro i loro comportamenti aggressivi. L’obiettivo è far decrescere tali atteggiamenti aiutando i bambini/e a riconoscere e gestire le loro emozioni; l’insegnante deve accogliere l’emozione del bambino/a ma nello stesso tempo essere argine contro la violenza che sta esprimendo, aiutandolo a verbalizzare ciò che sta avvenendo o verbalizzandolo per lui.  Per alleggerire le situazioni di tensione emotiva utilizziamo anche lo spazio inteso come ambiente educativo e di apprendimento, dal giardino allestito per le attività motorie individuali e di piccolo gruppo alla possibilità di utilizzare gli spazi della scuola (angoli di sezioni diverse dalla propria e corridoio attrezzato) in modo autonomo, mossi da un interesse specifico, nel rispetto di regole concordate tra bambini/e e insegnanti. 

Per alcuni alunni la mancanza di un linguaggio verbale adeguato (ritardo nella capacità verbale o apprendimento della lingua italiana come seconda lingua) rappresenta un ostacolo alla socializzazione, l’insegnante promuove il gioco come mezzo per dare enfasi al linguaggio utilizzando toni di voce diversi e una mimica facciale molto variabile e promuove contesti di verbalizzazione spontanea o di rielaborazione di esperienze in piccolo o grande gruppo (“circle time”). 

Educare alla socialità significa anche comprendere e rispettare le regole di convivenza; le regole devono essere semplici, adatte alla loro età e spiegate chiaramente, la presenza di regole fornisce ai bambini/e la percezione di stabilità e di ordine del mondo che li circonda, è un elemento fondamentale per sviluppare la loro sicurezza.

Una modalità per interiorizzare le regole è quella di insegnarle attraverso il gioco, riflettere insieme e valutare insieme su cosa accade quando le regole non vengono rispettate.

Questi processi di crescita dei bambini/e nella scuola dell’infanzia, come riconoscono le Indicazioni Nazionali hanno un punto di arrivo prestabilito ma alcuni di loro necessitano di  più tempo per arrivarci e questo dovrebbe obbligare il ciclo successivo a continuare su alcune linee legate molto all’esperienza pratica.

I migliori pedagogisti suggeriscono di adottare anche nella scuola primaria una “didattica laboratoriale”, in quanto in questo modo si offrono più proposte didattiche che possono rispondere alle diverse esigenze e stili di apprendimento, accrescendo la socializzazione e costruendo conoscenze condivise.