Iniziative

Cara Amica, Caro Amico,

un gruppo di amici della zona sostenitori di una “scuola attiva che non produca scarti” ha pensato di organizzare una giornata per stare insieme, ragionare , ascoltare…….. Ti invitiamo a partecipare a questo momento , ecco il programma….

PRIMA GIORNATA “PER LA SCUOLA”

SABATO 14 SETTEMBRE 2019 – VAL GRAVEGLIA

>ORE 9 [facoltativo] : ritrovo presso il parcheggio della Miniera di Gambatesa per una visita guidata ( chi intende partecipare si porti scarpe e indumenti idonei….la temperatura all’interno è stabile sui 14°-16°) . Costo biglietto : 10 € a testa (per un gruppo di almeno 20 persone). Durata della visita : un’ora e trenta circa con uso del trenino dei minatori.;

>al termine : breve trasferimento in auto nella splendida cornice di San Rocco di Zerli (nei pressi di Gosita) ;

>ORE 11.30 : S. Messadi apertura del nuovo anno scolastico e a ricordo di tutti i colleghi defunti;

>ORE 12.30 : breve discorso di inizio della giornata ;

>ORE 12,45 : pranzo comunitario preparato dagli “Amici di San Rocco” : antipasti misti, ravioli casalinghi con sugo speciale, asado, dolce, bevande, caffè... (in caso di brutto tempo il pranzo si svolgerà al coperto) ;

>ORE14,15 : testimonianze a cura di :

- Sandro Lagomarsini : il “doposcuola” di Cassego; presentazione con video dell’ultima edizione del libro “l’ultimo banco”;

- Alfredo Gioventù , allievo di Mario Lodi ;

- uno degli ultimi alunni della Scuola Sussidiata di Barbagelata;

- interventi liberi e testimonianze dei partecipanti;

>primo intermezzo musicale a cura di Roberto Marzano( poeta e cantautore);

>ORE 15.30: lettura di “ pagine scelte” sulla “buona scuola”;

>secondo intermezzo musicale a cura di A. Ruggeri (tromba) , E. Testa (chitarra) , M. Cassinelli (voce solista) ;

>ORE 17: conclusione della giornata al canto corale di “Ma se ghepensu” e presentazione della seconda iniziativa prevista per l’autunno.

>Per motivi organizzativi ti preghiamo di confermare la tua presenza al pranzo ed eventualmente alla visita guidata alla Miniera rispondendo alla presente mail o viacell. al numero 3338207768 (Giuliana) entro il 25 agosto p.v., indicando anche la partecipazione di eventuali familiari;n.b.: l’invito non è cedibile.

>> durante la giornata verranno raccolti fondi a favore di Libera, associazione contro le mafie;

>>il pranzo è gentilmente offerto dalle ditte sponsor dell’evento;

>>portarsi una penna biro;

>>S. Rocco di Zerli si raggiunge percorrendo la Strada Provinciale della Val Graveglia fin dopo Piandifieno ; poi girare a sinistra per Zerli con strada in salita nel bosco ; negli incroci seguenti saranno posti cartelli indicatori. Dall’inizio della Strada Provinciale (Loc. Settembrin ) il tempo di percorrenza è di circa 30 min;

>>La Miniera di Gambatesa si raggiunge percorrendo sempre la Strada della Val Graveglia ; lungo tutto il percorso ci sono frecce turistiche di colore marrone. Tempo di percorrenza dall’inizio della Provinciale : 35 min. circa.

Per maggiori informazioni consultare il sito apposito :http://minieradigambatesa.com

A presto !

Per gli organizzatori

Giuliana e Francesco


SABATO 19 OTTOBRE 2019 : SULLE ORME DI MARIO LODI

GIORNATA “sulle orme di Mario Lodi”

Sabato 19 ottobre 2019

Programma della giornata:

· Partenza con bus da turismo (se siamo almeno 20, se no con gruppo di auto) ore 7.30 da Sestri Levante (P.zza S. Antonio) con fermate a Lavagna (7.40 Piazza Cordeviola ) e Chiavari (7.45 Stazione FF.SS )

· Ore 9.45 : arrivo a Piacenza : visita alla mostra “La scuola di Mario Lodi” presso la biblioteca Passerini, via Carducci 14. Al termine partenza per Piadena (CR)

· Visita al cimitero di Piadena presso la tomba di Mario Lodi

· Pranzo alla Trattoria dell’Alba al Vho : la trattoria ha un posto d’onore nella guida “Osterie d’Italia” di Slow Food essendo una delle poche insignite della “chiocciola” ; si assapora la migliore tradizione gastronomica cremonese. Propone primo – secondo – dolce – vino, acqua, caffè 30 euro a testa; per approfondimenti guardare il sito www.trattoriadellalba.com

· Visita alla cascina tradizionale del Vho citata ne “Il paese sbagliato”

· Visita alla scuola elementare del Vho (da confermare)

· Sosta alla scuola elementare di Piadena con opera commemorativa a Mario Lodi

· Visita alla bottega della Latteria Sociale (prodotti di caseificio tipici)

· Visita alla Casa delle Arti e del Gioco di Mario Lodi a Drizzona e incontro con la figlia Cosetta.

· Rientro previsto per le 21.30 circa a casa

Nota : per chi vuol approfondire il pensiero e gli scritti di Mario Lodi, cliccando su http://www.casadelleartiedelgioco.it/mariolodi/bibliografia.php è disponibile la bibliografia completa.

OTTOBRE 2019 : PROSSIMA INIZIATIVA del gruppo : andiamo a Cassego (SP) a cuocere le castagne !

Come anticipato domenica 27 ottobre siamo tutti invitati alla “castagnata” di Cassego (SP) con D. Sandro, per capire meglio il mondo rurale in cui ha costruito il suo doposcuola….. l’obiettivo è anche quello di ringraziarlo per il suo prezioso contributo alla giornata di S. Rocco.

A questo indirizzo al più presto va segnalato solo se si è senza auto o se, in caso contrario, si hanno posti liberi in macchina : faremo , quindi, eventualmente, una “banca” trasporti.

Il percorso stradale consigliato, partendo dalla costa è questo : Lavagna o Chiavari > Carasco>alla seconda rotonda prendere a destra > Mezzanego> Borgonovo>passata la strettoia prendere a destra per Parma – al Passo del Bocco > prendere a destra subito dopo il passo per La Spezia >Cassego è il primo paese che si trova iniziando la discesa dopo la splendida faggeta. Tempo di percorrenza : un’ora circa.

Ecco il programma che ci è pervenuto (ovviamente ognuno partecipa nel modo che preferisce) :

- alle 11 S. Messa

- alle 11.40 visita al museo contadino

- alle 13 pranzo al centro giovanile (colonie) [scendendo da Cassego verso Varese L. si trova poco dopo il paese salendo a sinistra su strada stretta e breve] ; il pranzo è a offerta ; si prega segnalare per tempo adesioni a Lorella Delucchi : cell 3475759510.

- nel pomeriggio caldarroste alla capanna ( si trova sempre scendendo da Cassego prima del centro giovanile ) e allestimento di una bancarella con prodotti locali e non! Se qualcuno non riuscisse a vedere il museo di mattina potrà farlo dopo mangiato

NOVEMBRE 2019 – SOTTOSCRIVIAMO !

In redazione, a stretto giro, sono arrivati due news nazionali molto interessanti :

>>” EDUCARE ALLA PAROLA. PER COLTIVARE UMANITA’ E COSTRUIRE CULTURA”

MANIFESTO PER UNA EDUCAZIONE LINGUISTICA DEMOCRATICA

E' il titolo del Manifesto elaborato dal Movimento di Cooperazione educativa

che proponiamo a tutti voi e che vi chiediamo di leggere e sottoscrivere.

Vorremmo raccogliere molte firme in modo da ribadire con forza

l'importanza e la funzione di una formazione linguistica democratica e inclusiva.

Nel sito http://www.gessetticolorati.it/dibattito/?p=627 trovate il manifesto e il form per aderire .

Il testo va letto con molta attenzione…..può essere anche una traccia molto valida per una vera programmazione educativo-didattica dell’area linguistico-espressiva ai vari livelli, ma non solo….fatelo girare anche in ambito collegiale !

>>E’ stato recentemente pubblicato il X Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children, pubblicato a cura di Giulio Cederna e intitolato ‘Il tempo dei bambini’. Il testo viene presentato quest’anno in occasione della nuova edizione della campagna ‘Illuminiamo il futuro’ per il contrasto alla povertà educativa. Attraverso una petizione al parlamento si chiede il recupero di spazi pubblici oggi abbandonati in stato di degrado da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e scuole sicure per tutti. La petizione può essere firmata accedendo al sito www.savethechildren.it . Anche in questo caso si consiglia di procedere nella diffusione con le stesse modalità indicate per il manifesto “educare alla parola”

Il tema della povertà educativa verrà poi ripreso nei “pensierini della sera”.

DICEMBRE 2019

SINTESI DELLE VISITE AL VHO E A CASSEGO :

ho avuto la fortuna di partecipare ai due eventi che si sono svolti in rapida successione ; penso che la sintesi possa essere “congiunta” in quanto i punti di contatto tra le due esperienze scolastiche sono molte, anche perché Mario e D. Sandro si conoscevano e collaboravano intensamente.

Prima di esporre le mie riflessioni parto però da una frase che ha detto D. Sandro alla presentazione del suo ultimo libro a Genova (la riporto a memoria ) : “se il bambino /ragazzo non apre le porte a quello che deve apprendere, non c’è niente (o poco) da fare”.

Ecco ora le mie sintetiche riflessioni : per fare una “buona scuola”, come quella di D. Sandro e Mario (e tanti altri sconosciuti) ci vogliono in primo luogo:

- docenti con “carisma” : motivazione, preparazione, notevoli abilità comunicative e di ascolto, intensità dello sguardo, gestualità….

- Uso divergente e alternativo dello spazio / spazi e del tempo / tempi….

- Idea di comunità…..che bello vedere tutti insieme allo stesso tavolo di lavoro !

- Scuola con al primo posto i contenuti dell’apprendere…….i primi contenuti da approfondire sono quelli portati dai bambini….

- Scuola con tanto rigore e fatica : le esperienze citate sembrano facili per gli alunni, ma non è vero : i ragazzi devono metterci tanto impegno e la salita si fa meno ardua quando aumenta l’interesse e la motivazione….

- Uso di tutte le forme di comunicazione : tutti hanno diritto alla parola e all’espressione !

- Ampio spazio alla manualità e alla tecnica…..

Tanti poi i momenti di particolare intensità nei due giorni, dove siamo stati molto bene insieme ; li richiamo rapidamente :

Giornata a Vho di Piadena :

- La mostra su Mario Lodi ospitata a Piacenza : immagini e didascalie splendide, di vera attualità…

- Il pranzo alla “Trattoria dell’Alba” al Vho: un momento di alta pedagogia!

- La visita alla ex scuola del Vho : che emozione entrare nell’aula dove insegnò Mario !

- La visita al cimitero : ci siamo trovati tutti in silenzio a pregare e ricordare, ognuno a modo suo.

- La visita alla casa delle arti e del gioco : che bello l’incontro con la vedova e la figlia! ; alle pareti splendide pitture degli allievi di Mario.

Giornata a Cassego :

- Il momento religioso : molta intensità, un’omelia “con i fiocchi” e preparata nei dettagli….era impossibile distrarsi…

- La visita al museo contadino : D. Sandro è un comunicatore d’eccezione, abbiamo capito che negli spazi di questo tipo non contano tanto gli oggetti ma l’uso che ne facevano gli uomini e le donne..il museo è piccolo, meriterebbe un intervento con uso di fondi europei…

- Il pranzo comunitario : più di 100 persone provenienti da esperienze diverse…

- La castagnata e il mercatino dei prodotti locali : l’atmosfera non era quella solita delle castagnate di città, c’era vera socialità..

DICEMBRE 2019

il 23.02.2020 partecipazione in Lunigiana alla storica sagra del “chiodo di maiale” di Quercia e visita al museo etnografico di Villafranca. (prenotazioni entro la fine di gennaio 2020)

Ecco le informazioni in merito :

Sagra del Chiodo di Maiale

Il “Chiodo di maiale” è un piatto tipicamente lunigianese, nato dalla consuetudine di assaggiare, in seguito alla macellazione del maiale, l’impasto fresco utilizzato poi per la realizzazione delle salsicce. L’impasto, cotto nei tipici testi utilizzati anche per le tradizionali focaccette, diventava così un goloso spuntino. Una leccornia alla quale, ormai da anni, il borgo di Quercia ha dedicato l’omonima sagra.

La Sagra si svolge tradizionalmente l’ultimo fine settimana di febbraio, quando, nei locali dell’Associazione “La Quercia d’oro” o tra le vie del borgo, turisti e visitatori possono gustare anche piatti cotti alla griglia e sui testi.

Ø Riguardo al museo etnografico della Lunigiana molte informazioni sono sul relativo sito all’indirizzo https://www.museoetnograficodellalunigiana.it/

L’INIZIATIVA DI FEBBRAIO:

Domenica 23 febbraio si avvicina ! Ecco il programma:

- Ore 10 ritrovo dei partecipanti presso il Museo Etnografico di Villafranca Lunigiana e inizio visita guidata (costo 4 € - numero minimo partecipanti: 10) // Da Chiavari – Lavagna un’ora circa di viaggio con uscita autostradale ad Aulla .

Per maggiori dettagli : https://www.museoetnograficodellalunigiana.it/

- Ore 12.30 : breve trasferimento a Quercia di Aulla per partecipare alla storica sagra del

CHIODO DI MAIALE”

Il “Chiodo di maiale” è un piatto tipicamente lunigianese, nato dalla consuetudine di assaggiare, in seguito alla macellazione del maiale, l’impasto fresco utilizzato poi per la realizzazione delle salsicce. L’impasto, cotto nei tipici testi utilizzati anche per le tradizionali focaccette, diventava così un goloso spuntino. Una leccornia alla quale, ormai da anni, il borgo di Quercia ha dedicato l’omonima sagra.La Sagra si svolge nei locali dell’Associazione “La Quercia d’oro” o tra le vie del borgo;si possono gustare anche piatti cotti alla griglia e sui testi.

- Nel pomeriggio : rientro a casa, con eventuali soste di libera scelta a ipermercati /outlet vari…

ISCRIZIONI : si raccolgono fino a sabato 15 febbraio 2020 inviando una mail all’indirizzo dirigentescolastico55@gmail.com. Vanno indicati : numero partecipanti, se automuniti e posti a disposizione, se richiesta visita al museo. Sulla base delle iscrizioni pervenute si cercherà di formare degli “equipaggi” per contribuire alla salvezza del pianeta….

All’iniziativa possono partecipare anche bambini, studenti, nonni, famiglie intere….

APRILE 2020 : UN ” FORUM” TRA I LETTORI

Abbiamo pensato di porre alcune domande sulla DAD a quattro docenti ; rappresentano i vari segmenti scolastici e appartengono a territori diversi. Lì ringraziamo per la collaborazione. Nel prossimo numero la parola passerà ai docenti che operano come specialisti a qualsiasi titolo. Le risposte sono state riportate integralmente.

Partecipano al forum :

Cristina Chiesa docente a t.i. c/o sc. dell’infanzia di Via Colombo / I.C. Lavagna

Carmen Bacigalupo insegnante a t.i. di Scuola Primaria – classe quinta a t.p. di Carasco/ I.C. Valli e Carasco ; discipline assegnate : Italiano, Matematica, Musica, Arte-Immagine, Laboratorio + 2 mense alla settimana.

Maddalena Portoricco supplente annuale di lettere nelle classi 1f, 2f e 2h della scuola secondaria di primo grado dell'I.C. di Rapallo

Valeria Ghiorsi docente a t.i. – Istituto Caboto / Chiavari Classi VA - VB – IVA indirizzo servizi commerciali italiano e storia ; Tecniche della comunicazione alla Casa di reclusione 3-4-5H indirizzo grafico-pubblicitario

1. Quali sono le prime cose che hai pensato di fare quando è scattata l’emergenza scolastica legata alla pandemia?

Cristina : Il primo pensiero legato alla realtà scolastica in questo particolare momento si è rivolto ai "miei" bambini e alle loro famiglie: ... cosa posso fare per essere loro vicina?....Di che cosa hanno bisogno qui e ora? Allora ho pensato che ogni situazione difficile si supera facendo ognuno la propria parte...e io dovevo fare la maestra: trasmettere ai bambini il senso di appartenenza al nostro gruppo sezione anche se fisicamente lontani.

Ho cercato di far sentire loro la mia vicinanza attraverso l'invio di audio e video in cui li invito a cantare insieme, ad ascoltare racconti o ancora a fare piccoli lavoretti manuali riproducendo il più fedelmente possibile la ritualità di alcuni momenti di attività scolastica, cercando contemporaneamente di creare un nuovo ambiente di apprendimento, costruito su un ponte scuola-alunni, che passa necessariamente attraverso le famiglie le quali, nonostante le contingenze del momento, hanno accolto con favore l'idea di diventare collante e supporto di strumenti comunicativi per giungere ai piccoli nativi digitali

Carmen : in un primo momento, cioè a metà febbraio, ho pensato che fosse un evento risolvibile in pochi giorni, poiché non era chiaro a che cosa saremmo andati incontro. Avevo l’idea che la scuola dovesse chiudere, solo per qualche giorno, dopodiché saremmo potuti ritornare in classe. Ero convinta che sarebbe andata così, essendo una mia forte speranza. Nella settimana successiva ho preso coscienza che la situazione si stava aggravando: mi son sentita fragile e impreparata, incompetente ed in colpa verso le famiglie perché inviavo compiti da svolgere senza avere un contatto diretto con i ragazzi.

Maddalena : quando è scattata l'emergenza scolastica legata alla pandemia e poi la conseguente interruzione delle attivita' didattiche "in presenza", la prima cosa che ho pensato di fare è stata quella di adoperarmi celermente per contattare i miei studenti e di imparare ad utilizzare al meglio la suite di servizi "google meet".

Valeria : La prima cosa che ho pensato è stata quella di non lasciare i ragazzi…devo dire che ho scritto subito loro in chat dicendo “nel mio piccolo sappiate che ci sono…sempre”. Tengo ancora quel messaggio…..Ho pensato al modo migliore per far sentire loro la mia presenza in ogni modo possibile non solo per trasmettere contenuti, ma emozioni, pensieri. La preoccupazione è stata per i ragazzi più deboli (non solo a livello di profitto) e per gli alunni con problematiche varie. Infatti nel weekend video caffè, per chiacchierare del più e del meno e stare insieme.

2. Quali problemi, riguardo alla tua esperienza lavorativa, sono emersi durante questo periodo?

Cristina : il primo problema è stato quello di trovare un canale che potesse arrivare a tutti i bambini del gruppo sezione, inizialmente non tutte le famiglie disponevano di computer, lap top o collegamenti internet.

Il secondo, strettamente legato al primo, è stato trovare una modalità di comunicazione non troppo impegnativa per le famiglie già oberate da compiti e lezioni on line per i figli in età scolare.

Il terzo è stato affrontare l'analfabetizzazione digitale di numerose famiglie e di una buona parte di insegnanti.

Carmen : Dopo la prima fase di “sbigottimento”, incalzati da continue indicazioni, ho preso coscienza che dovevo operare mettendomi in contatto con i miei alunni, alcuni irraggiungibili. Ho messo in atto qualsiasi mezzo per comunicare con loro, sentire il loro umore, attenta alle istanze di ciascuno, ma inesorabilmente lontana… Sono riuscita a sentirli e contattarli tutti, telefonicamente, tramite videochiamate, con un feed-back quotidiano con la rappresentante di classe, i genitori, inviando e facendomi inviare lettere, lavori, fotografie, creando video quotidiani con i loro manufatti, i loro audio e video, che poi ho inserito in didattica, per loro, affinchè si vedessero, si ascoltassero. Il problema fondamentale è stata la lontananza, impossibile da colmare con una didattica a distanza: il video non è sufficiente, non è rassicurante, non colma la mancanza, l’assenza della scuola come comunità.

Maddalena : durante questo periodo, soprattutto nella fase iniziale, per quanto mi riguarda, sono emerse mie personali lacune nell'ambito della didattica digitale; per ovviare a questo, ho chiesto ed ottenuto un preziosissimo aiuto da parte di alcune colleghe piu' esperte in tale campo. Valeria : Per me i momenti più difficili sono stati quelli relativi all’uso delle tecnologie in modo sistematico ed assiduo… Ho dovuto imparare ad usare piattaforme, a “caricare” materiali, condividere e correggere compiti online. Insomma tecnologie ed in primis mancanza di comunicazione vis a vis sono stati i problemi più gravi. Certo una DAD mista e diversificata mi ha aiutato: non solo video lezioni, ma file audio con lezioni che i ragazzi possono riascoltare, materiali visivi,ecc….

3. Cosa resterà della didattica a distanza dopo la fine dell’emergenza ?

Cristina :resteranno le nostre piccole e/o grandi conquiste fatte nel mondo della tecnologia multimediale: le mie competenze prima della pandemia erano limitate ad un utilizzo minimo del computer (non ne sono mai stata particolarmente affascinata)! Oggi grazie al lavoro attento e costante dell'animatore digitale, posso dire che, anche se con grande fatica, ho fatto piccoli ma significativi passi avanti sull'utilizzo di queste strumentazioni.

Inoltre mi rimarrà la consapevolezza che dobbiamo essere sempre pronti ad affrontare i cambiamenti, anche repentini, che la vita ci presenta.

Carmen : della Didattica a Distanza sicuramente resterà l’esperienza avuta, in tempo di emergenza, di un tipo di lavoro per certi aspetti interessante, un modo diverso di lavorare, ma completamente stravolgente il concetto di didattica della concretezza, tipico della Scuola Primaria, attento più a principi tecnologici che pedagogici. Resterà l’amarezza che lascia l’impossibilità di educare e formare degli individui a vivere insieme ad altri, ognuno nella pro-pria abitazione, come bozzoli di farfalle costretti a rimanervi dentro.

Maddalena : secondo me, dopo la fine dell'emergenza, della didattica a distanza rimarra' la consapevolezza di aver vissuto un'esperienza formativa ed arricchente sotto tanti punti di vista ed aspetti: personale, socio-relazionale, didattico, pedagogico, ... Valeria : Io credo che la tecnologia possa aiutare e sia importante in alcuni ambiti e per qualche situazione. DAD sì..piuttosto che niente..mi viene da dire. Quindi tutto ciò che ho imparato mi servirà, come tutto ciò che si impara è un pezzo in più del bagaglio che porterò con me volentieri nel mio cammino di educatore. Mi è servito molto poter almeno vedere i miei ragazzi anche se attraverso il video, perché una parte di comunicazione non verbale e paraverbale ci ha aiutato a capirci….uno sguardo, un ammiccamento…per capire , per cercare un aiuto, per comprendere un disagio…..

4. La scuola tornerà come prima ?

Cristina : Non credo che la scuola tornerà esattamente come l'abbiamo vissuta prima della pandemia e nemmeno io sarò esattamente come ero prima della pandemia!!!!.... dobbiamo cambiare, è nostro preciso dovere cambiare la scuola e noi stessi! Dobbiamo diventare capaci di trovare idee e cercare strumenti per iniziare a " guardare le cose in modo diverso per assaporare a fondo avendo consapevolezza di aver acquisito nuova familiarità con ciò che avviene intorno a noi, acuendo i nostri sensi, a volte capovolgendoli, facendo attenzione alla luce, ai suoni, al tempo, alle differenze e per farlo dovremo partire da ciò che abbiamo già, da ciò che ci mostra la natura, da ciò che abbiamo dentro" (Bruno Munari).

Carmen : Mi auguro che la Didattica a Distanza non diventi in futuro una pratica imposta, né parte integrante dei programmi scolastici, ma da intendersi soltanto come attività percorribile e sulla quale formarsi, per eventuali situazioni di emergenza future (sperando che questa si avvii ad un effettivo miglioramento). Mi dispiacerebbe iniziare l’anno scolastico a settembre con questa modalità, con i bambini di 6 anni che si avviano ad affrontare un nuovo quinquennio! Questo presentimento mi rende triste e pensierosa. Nel frattempo, ad oggi, questa è l’unica modalità percorribile per raggiungere i nostri amati alunni!

Maddalena : secondo me, la scuola tornera' piu' forte di prima, cioe' piu' innovativa, flessibile ed al passo con i tempi. La difficile e complicata esperienza del lockdown ha arricchito e rafforzato le nostre qualita' morali, ma anche le nostre capacita' professionali. Valeria : Spero fortemente che la scuola torni come prima …deve tornare come prima con i suoi pregi e i suoi difetti, sapendo che, qualora ci fosse necessità, saremo un po’ più tecnologici ed in grado di gestire situazioni limite con maggior consapevolezza. Detto ciò non vedo l’ora di rivedere i miei ragazzi almeno all’orale dell’Esame di stato. Anche se non sto nei tempi e negli spazi vorrei esprimere un pensiero particolare per i miei “bimbi grandi”, come li chiamo io..i detenuti, che non vedo da mesi. Mando materiale, file audio……ma manca ancora di più un rapporto vis a vis, perchè sono consapevole che la loro solitudine è ancora più pesante e complessa e ogni volta che preparo qualcosa per loro una lacrimuccia scende…..

CONCLUSIONI : le riflessioni fatte dalle partecipanti, nel contempo, sono molto simili e molto diverse : simili perché emerge sempre un atteggiamento da “educatori” convinti, diverse perché le docenti si riferiscono a contesti e convinzioni molto personali.

Si può dire che gli insegnanti abbiano sofferto non poco in questo lungo periodo; però il loro atteggiamento è stato “resiliente” e la motivazione sembra essersi rafforzata. Forse la scuola aveva bisogno di una scossa che solo in una situazione di emergenza si poteva generare. Bella infine l’esigenza di “non lasciare soli i ragazzi”.

APRILE 2020

UNA PROPOSTA PER LA SCUOLA DEL FUTURO

Bene ! Tutti i materiali esaminati e le idee espresse dalle insegnanti nel forum di aprile 2020 possono servire per formulare una proposta articolata nell’ottica di dare una maggiore flessibilità nella scuola che deve ripartire utilizzando al meglio le nuove competenze e strategie adottate durante il periodo di quarantena; una proposta a 360 ° che sottoponiamo alla vostra attenzione e valutazione . Nell’articolato sotto riportato la DAD va a concretizzarsi come una possibilità in più da utilizzare in determinate situazioni e non va a sostituire le modalità di attuazione degli attuali processi di insegnamento, sempre in costante evoluzione. Sarebbe poco logico tornare alla scuola di prima senza tener conto di tutte le fatiche fatte dai protagonisti dell’istruzione nell’ultimo periodo e di tutte le risorse spese. Del resto, in futuro, i ragazzi dovranno sempre più fare i conti con attività e lavoro a distanza, quindi è giusto che prendano pratica e “dominino” questa nuova possibilità.

RIGUARDO AI DOCENTI : 1) in considerazione del fatto che è in fase di preparazione il nuovo contratto di lavoro, nell’articolo riguardante il profilo professionale del docente, precisare cosa sono le competenze tecnologiche includendo anche la DAD; tutte le competenze dovrebbero essere esercitate, non solo esplicitate; 2) predisporre a livello ministeriale un progetto di formazione obbligatoria che consenta a tutti (anche al personale a t.d.) di raggiungere un minimo di dimestichezza e autonomia nell’uso della didattica a distanza; già in passato ci sono stati momenti in cui sono stati svolti itinerari di formazione obbligatoria di fronte a nuove esigenze di revisione delle normali prassi; 3) individuare in ogni istituto dei docenti esperti in DAD che possano diffondere le buone prassi e da incentivare in maniera decorosa; 4) trovare un modo agile e condiviso per registrare e riconoscere le attività a distanza svolte , comprese le complesse fasi di preparazione e avvio dei vari momenti.

RIGUARDO ALL’OFFERTA FORMATIVA : 5) utilizzare la formazione a distanza in favore di alunni assenti per lungo tempo per malattia o altro, di recente immigrazione, di inserimento nel nuovo contesto, ecc.; 6) prevedere dei percorsi individualizzati pomeridiani e/o estivi anche in rapporto 1:1, sempre con l’uso delle tecnologie, per favorire il recupero degli alunni più in difficoltà; 7) organizzare corsi aggiuntivi a distanza su materie facoltative (lingue straniere, latino, ecc ); 8) intervenire con strumenti tecnologici idonei nelle zone più decentrate per potenziare l’offerta formativa soprattutto là dove il personale docente cambia in continuazione e non è di ruolo; 9) utilizzare la DAD in caso di chiusura della scuola per varie cause ( allerte, ecc.); 10) promuovere la comunicazione a distanza tra classi dello stesso istituto ma di plesso diverso o con classi di altre scuole collocate in aree geografiche molto diverse; 11) organizzare lavori di gruppo a distanza tra alunni della stessa classe durante le attività pomeridiane.

RIGUARDO ALLA FORMAZIONE CONTINUA degli adulti: 12) avviare attività formative e di richiamo per gli adulti soprattutto in ambito linguistico e storico-geografico; nelle zone più decentrate l’offerta di corsi dovrebbe essere più ampia e riguardare anche argomenti di cultura generale.

RIGUARDO ALLE FAMIGLIE : 13) verificare (da parte del M.I.U.R.) che in tutte le situazioni le famiglie abbiano il collegamento al web e gli strumenti tecnici per organizzare le attività a distanza; in caso di necessità contribuire sul piano economico per superare i problemi esistenti; 14) proporre ai genitori dei corsi di formazione in presenza per comprendere bene come si usano le tecnologie in ambito familiare.

RIGUARDO AGLI EDIFICI SCOLASTICI: 15) fare una verifica seria ( da parte del M.I.U.R.) sulla situazione dei vari spazi presenti e fare in modo che ogni locale sia funzionale per svolgere una o più delle attività previste dal P.T.O.F.; implementare le dotazioni di vario tipo là dove necessario. Usare tutti gli spazi disponibili porta ad una scuola più flessibile anche nell’uso del tempo, in grado anche di ridurre il sovraffollamento delle aule normali.

NOTE FINALI : 1) per attuare il piano di cui sopra necessitano nuove risorse umane e finanziarie, queste ultime da utilizzare in gran parte per incentivare lo sviluppo delle nuove competenze che dovranno esercitare i docenti; 2) siete pregati di leggere con attenzione la proposta; a breve, tramite mail, verrà chiesta la vostra opinione, con un semplice questionario; 3) la proposta, una volta consolidata, verrà diffusa in contesti più ampi.

MAGGIO / GIUGNO 2020

SECONDO FORUM TRA I LETTORI

In questo numero abbiamo posto le stesse domande dell’altra volta a tre docenti che operano in situazione

di “specialista” :

- Fausto Lenzi , insegnante in pluriclasse primaria I.C. Cicagna;

- Ilaria Brescia, insegnante di IRC I.C. Lavagna e I.C. Cicagna;

- Francesca Azzini , insegante di sostegno Liceo Marconi – Delpino.

Ringraziamo i tre docenti per il significativo contributo dato. Ecco le risposte :

1) Quali sono le prime cose che hai pensato di fare quando è scattata l’emergenza scolastica legata

alla pandemia?

Fausto : la prima cosa a cui ho pensato è stata quella di individuare la modalità più veloce per

raggiungere le famiglie di tutti gli alunni della pluriclasse. E’ stato creato un gruppo su Whatsapp in

collaborazione con la rappresentante dei genitori per poter comunicare più velocemente le informazioni,

per capire chi era in grado di accedere al RE e conoscere le dotazioni digitali disponibili.

Ilaria : il mio pensiero è andato prima di tutto alle famiglie dei miei alunni. In particolare a quelle

situazioni più faticose, ai margini: mi sono chiesta come riuscire a coinvolgere tutti, anche chi, per

di-verse motivazioni, non avrebbe avuto le stesse possibilità dei compagni: un pc per le lezioni a

di-stanza, una linea internet soddisfacente, il desiderio di interagire “a distanza” con i prof, etc…

Francesca : la prima cosa che ho pensato è stata quella di contattare le famiglie dei miei studenti

e, laddove possibile, gli studenti stessi. Contestualmente abbiamo concordato con la DS i canali di

comunicazione da poter utilizzare per mantenere il rapporto con i ragazzi, per quanto concerne gli

aspetti didattici e, soprattutto, quelli socio-educativi.

2) Quali problemi, riguardo alla tua esperienza lavorativa, sono emersi durante questo periodo?

Fausto : la gestione della pluriclasse in presenza necessita una programmazione puntuale delle

attività da suddividere sulle tre classi, deve tener conto delle fragilità che possono essere presenti

all’interno del gruppo classe e mettere in conto una buona dose di flessibilità nello svolgimento della

lezione. Non è facile immaginare tutto questo nella DaD senza aver mai provato a fare DaD. Quindi a

parte i problemi iniziali di connessione, strumentazione disponibile, smarrimento da parte delle

famiglie, il problema vero e che andava risolto per primo è stato quello di creare un legame, una relazione,

una normalità.

Ilaria : sicuramente il primo problema, insegnando su 18 classi in due I.C., è stato l’organizzazione

delle lezioni “a distanza”, la partecipazione a tutti i consigli di classe, i colloqui con i genitori. Per

formazione personale ritengo fondamentale la mia presenza ai diversi incontri, la ”visione ampia” e

puntale che può avere un IDR che insegna in molte classi è preziosa.

Francesca : fortunatamente pochi. La scuola si è subito attivata per allargare a tutti l’esperienza

dell’utilizzo di una piattaforma di condivisione di materiali già in uso da gran parte dei docenti/studenti.

La mia formazione in campo informatico si è rivelata, come sempre, molto utile e così ho potuto

supportare nei primi giorni di DaD gli studenti delle mie classi e anche alcuni colleghi!


3. Cosa resterà della didattica a distanza dopo la fine dell’emergenza ?

Fausto : la modalità di fare scuola, anche se temporaneamente, è cambiata e i cambiamenti spesso non

consentono di tornare indietro. Forse ci sarà la necessità di ripensare al modo di “fare” scuola. Non tutto ciò

che la DaD ci ha “obbligato a fare” è da buttare e in fondo, probabilmente, ha cambiato anche noi docenti.

Ilaria : spero vivamente che si faccia tesoro dei mesi trascorsi a casa. Dipende da noi docenti, da chi

ci dirige, dalle famiglie, da tutti i soggetti che partecipano con passione alla vita della scuola. Di certo le

grandi figure che hanno segnato la scuola italiana (penso a Mario Lodi, don Milani, Maria Montessori,

etc…) hanno colto, nei momenti più duri e delicati del nostro paese, il meglio dai ra-gazzi che hanno

educato. Sono per noi modelli di riferimento imprescindibili. E’ emerso con chia-rezza che nell’ agire del

docente ciò che conta è la relazione in presenza: la scuola ha il dovere di porre in essere questo momento

fondamentale.

Francesca : la scuola deve raccogliere la sfida di “tornare” migliore di prima! La necessità è quella

di tenere tutte le cose positive di questo tempo ed amalgamarle al buon lavoro di cui già prima era

capace. Miscelare tutto quello che docenti, studenti e genitori hanno appreso in termini di essen-zialità

e competenze informatiche e comunicative alla capacità di contribuire alla crescita di uomini e donne,

dei cittadini che formeranno la società di domani.

4) La scuola tornerà come prima?

Fausto : Ci possono essere due risposte.

La DaD potrà avere il valore di un’uscita didattica. Se una “gita” è organizzata e preparata bene,

vissuta in modo intenso, riletta dopo un po’ di tempo raccogliendo tutto il materiale… rimane come un

qualcosa di piacevole, da ricordare con un po’ di malinconia, con apprendimenti significativi (nozioni,

relazioni, comportamenti..) che rimarranno per sempre.

La DaD dopo l’emergenza non potrà sparire, non si potrà far finta che è solo per le emergenze, ma

potrà diventare uno strumento utile, magari per non escludere nessuno.

Ilaria :credo che la DAD possa arricchire la didattica in presenza. E’ evidente che in questo momento

la DAD abbia un carattere emergenziale, ma, se attuata in futuro con equilibrio e saggezza può

essere una risorsa sia per gli alunni che per i docenti.

Francesca : penso e spero che restino i legami. Per forza di cose alcune relazioni si sono fatte più

prossime; noi docenti siamo “entrati nelle camere” dei nostri studenti e loro sono “entrati nelle nostre

case”; in qualche modo ci siamo conosciuti più in profondità. Per i ragazzi non autonomi abbiamo fatto

scuola anche con le loro famiglie, e questo ha creato nuovi legami e rinsaldato quelli già esistenti. In

tante occasioni e con tanti ragazzi e famiglie siamo riusciti ad arrivare al cuore di comunicazione e

questioni. In alcune situazioni abbiamo lavorato in maniera trasversale fra le classi, docenti ed educatori

insieme a ragazzi con disabilità e famiglie; questo ha arricchito tutti noi. Ci sono state classi che

hanno creato “abbracci virtuali” per i loro compagni; questa attenzione, questa cura mi auguro di

ritrovarle a settembre.


NOVEMBRE 2020

INTERVISTA AD AININO CABONA

Abbiamo fatto alcune domande ad Ainino Cabona “nativo” del nostro territorio e particolarmente appassionato ed esperto di queste tematiche ; Ainino Cabona, pensionato, è stato dirigente scolastico fino al 2008 dell’Istituto Superiore “Natta – Deambrosis” e della Scuola Media di Sestri Levante (GE). Prima era stato dirigente del CIDI e collaboratore della Direzione Scolastica Regionale a Genova. Laureato in Chimica all’Università di Genova, fin da docente e per tutta la carriera nella scuola si è occupato di ambiente e di educazione ambientale. Ora è titolato Operatore Tutela Ambiente Montano CAI Liguria e coltiva piante da frutto antiche.

D. Quale ruolo propulsivo può avere la Scuola riguardo agli interventi su ambiente e clima?

R. il ruolo della scuola è importante quanto quello delle Istituzioni politiche. Infatti, poiché prepara le nuove generazioni, una corretta conoscenza dell’ambiente è il presupposto per decisioni consapevoli e partecipate. Ovviamente questo vale per le scuole nelle società aperte e democratiche che per fortuna nel mondo sono numerose. Naturalmente per fare ciò occorre un approccio pedagogicamente corretto. Il metodo è un approccio positivo all’ambiente evitando il catastrofismo e l’educazione attraverso la paura. E’ necessario avere e dare fiducia nelle capacità dell’uomo di governare i processi, compresi quelli estremi come i cambiamenti climatici anche attraverso la scienza e la tecnologia.

D. Quali problemi vanno risolti per migliorare l’efficacia di quanto fatto a scuola?

R. Per fortuna ora non si parla più dell’ora di Educazione Ambientale, mentre la recente istituzione dell’Educazione alla Cittadinanza può offrire spunti utili. L’Educazione Ambientale, l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile, l’Ecologia come nel tempo è stata chiamata l’Educazione all’Ambiente è più efficace se è sviluppata nelle discipline scolastiche. Comunque la parola “educazione” mi piace perché richiama la finalità della scuola. Occorre sviluppare tali concetti dalla scuola dell’infanzia alle superiori adattandola alle diverse età e alle fasi dello sviluppo degli studenti. Rivedere le discipline alla luce dell’Educazione Ambientale. Rafforzare lo studio della Geografia delle Scienze e dell’‘Economia e della Tecnologia. Formare e aggiornare i docenti su tutti gli argomenti ambientali.

D. Ricordi progetti ed esperienze significative in quest’ambito?

R. Sul versante formazione e aggiornamento docenti sono stati fatti molti interventi, anche grazie all’azione di varie associazioni. Tuttavia è mancata una visione di insieme e un piano nazionale specifico. Sul versante attività nelle scuole molti sono stati i progetti. Dei più significativi nel Tigullio ricordo questi:

- l’Istituto “Deambrosis-Natta” di Sestri Levante ha gestito dal 2003 al 2006 il progetto europeo “A scuola di SIC” studiando e visitando i 28 siti di Interesse Comunitario (SIC) della Liguria. Nel 2006 il lavoro si è finito con una pubblicazione. Al progetto hanno partecipato 25 scuole dall’infanzia alle superiori di tutto il territorio regionale. Il progetto si è svolto con la collaborazione di diversi enti tra cui Regione Liguria e ha approfondito il tema della “Rete Natura 2000”, riguardante gli aspetti naturalistici rilevanti del territorio regionale.

- Negli anni scolastici dal 2004 al 2008 l’Istituto “Deambrosis-Natta” con l’Area Marina Protetta di Portofino e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha realizzato un progetto “Il mare a scuola” con attività per la scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado. Il progetto è terminato con la stampa di tre libretti di materiali didattici per i tre livelli di scuola.

- Nel 2016 promosso dal CAI di Chiavari, dal CNR, dalla Rete scolastica “Carlo Merani” del Tigullio nell’ambito del terzo convegno mondiale sui terrazzamenti è stato promosso un concorso sul tema “I terrazzamenti nel Tigullio. Storia, ambiente e rischio idrogeologico”. Il concorso è stato rivolto alle scuole dell’infanzia, primaria, medie e superiori con una mostra finale dei lavori e con partecipazione di classe. Molti lavori sono stati presentati nella mostra con una resa grafica e di modelli notevole.

- Nel 2018 l’istituto “Natta-Deambrosis” ha concluso un progetto PON su “Potenziamento dell’educazione al patrimonio culturale, artistico e paesaggistico” con la collaborazione del Musel di Sestri Levante, insieme agli Istituti Comprensivi “De Andrè” di Casarza Ligure e di Sestri Levante .

Ritengo che tutte le scuole del Tigullio e Golfo Paradiso sviluppino attività di Educazione Ambientale, anche come prosecuzione delle esperienze precedenti. L’ impulso degli Enti parco e Aree Marine Protette, del Ministero dell’Istruzione e di altri Istituzioni, Enti e Associazioni è fondamentale.

D Qui nel nostro territorio cosa dovrebbero sapere in merito i ragazzi al termine del percorso formativo?

R. E’ ancora valido lo slogan “Pensare globalmente, agire localmente”. Perciò anche per gli studenti del Tigullio vale una preparazione la più ampia possibile sui problemi globali come cambiamenti climatici, desertificazione, inquinamento. Insieme con questi dovrebbero conoscere i problemi locali come il dissesto idrogeologico, le polveri sottili, l’inquinamento delle falde di acque potabili, l’inquinamento del mare. Inoltre dovrebbero saper trasferire le conoscenze nel nostro ambiente: saper costruire muretti (L’arte di costruire muretti è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco), coltivare piante, allevare animali. Il tutto nella dimensione della scuola che deve circoscrivere gli obiettivi da raggiungere. Inoltre dovrebbero conoscere il paesaggio particolarmente vario e interessante in Liguria che è Tutelato dall’art. 9 della Costituzione.

Conclusioni

Mi permetto di fare una modesta proposta. La rivista online Pedagogia 2020 potrebbe promuovere un censimento delle esperienze di EA nel Tigullio.

Grazie Ainino per i preziosi suggerimenti e buon lavoro !