Le norme sulla continuità

di F. Codebò

...Trent'anni ma non li dimostra...

C'è da rimanere stupiti: le prime disposizioni organiche sulla continuità risalgono a trent'anni fa, al 1992, eppure mantengono la loro freschezza e attualità. Bisogna dire che si inserivano in modo organico nei nuovi testi programmatici via via pubblicati e relativi alla scuola dell'infanzia, alla primaria e alla scuola secondaria di I° grado.
Una lettura attenta fa vedere che le norme, emanate in una grande stagione di speranza relativa agli obiettivi di crescita culturale di tutta la popolazione attraverso una formazione scolastica continua e ben costruita, anticipavano in modo molto sensato le successive scelte riguardo all'autonomia scolastica e al contrasto della dispersione scolastica.
Spesso, nel nostro paese, le disposizioni più innovative riprendono e mettono a sistema sperimentazioni serie in corso da più anni in aree geografiche differenti; in questo caso, invece, anticipano e danno indicazioni su quanto sarebbe dovuto accadere in seguito. Il legislatore, quindi, aveva presente un'idea ben chiara di continuità da diffondere e attuare in modo capillare.

Il linguaggio della circolare n. 339/1992 è molto chiaro; vediamo alcuni punti salienti:
- si dice che l'alunno ha diritto ad un percorso organico e completo;
- si precisa che è necessario un progetto, al fine di contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono;
-
viene chiarito che ogni segmento scolastico ha una sua dignità educativa ed una specificità metodologico-didattica; emerge quindi la pari dignità di tutte le esperienze scolastiche.

Nello specifico poi la circolare prevede:
- conoscenza dei reciproci programmi di studio;
- identificazione di percorsi curricolari comuni;
- momenti di collaborazione incrociata dei docenti delle due scuole in classe;
- attività in comune degli alunni degli "anni ponte";


  • conoscenza del percorso formativo dell'alunno, grazie anche all'istituzione del fascicolo personale;
    - continuità orizzontale in particolare con le famiglie.

La continutà si deve realizzare attraverso un PIANO D'INTERVENTO strutturato in tre momenti : incontri tra i dirigenti scolastici interessati, nomina in ogni scuola del "gruppo di lavoro unitario per la continuità", programmazione del Collegio dei Docenti, incontri a livello provinciale dei capi d'istituto.

In conclusione bisogna dire che le norme sulla continuità hanno avuto un esito imprevisto e un po' strano: non sono state nè applicate completamente nè sostituite. Quresto avviene spesso nel nostro sistema scolastico ed è uno dei motivi per cui l'innovazione e il miglioramento procedono sempre in modo molto lento e scasamente produttivo.