editoriale di Francesco Codebò


LUGLIO COL BENE CHE TI VOGLIO
VEDRAI NON FINIRA'...

Care lettrici, cari lettori,
una bella canzone del 1968 di Riccardo Del Turco iniziava così...oggi la chiamerebbero un tormentone estivo...
In effetti luglio è uno dei mesi più amati da tutti, grandi e piccini... cominciano le vacanze e le ferie, si sta più fuori, ci sono tante feste e sagre... 

Anche in ambito scolastico è uno dei mesi più amati... un po' di pace e relax dopo tanti mesi di attività dura e faticosa...
Viene quindi da chiedersi: ma che anno è stato a scuola il 2022/23? Per cosa verrà ricordato dai posteri?
Soprattutto il secondo quadrimestre è stato ricco di tensioni a tutti i livelli riportati fedelmente dai media con cadenza giornaliera: tutti si lamentavano: famiglie, alunni, docenti, dirigenti. E poi episodi  e comportamenti  mai visti  nelle aule.
Quindi tante tensioni, tanta aggressività,  un clima da " tutti contro tutti", sterile e improduttivo che ha portato a consumare inutilmente tante energie e  a  perdere di vista  i veri scopi delle attività  formative in ambito scolastico. 

Come se non bastasse poi anche il Ministero ci ha messo del suo: tanti annunci, nessuna indicazione su come stemperare nel minor tempo possibile una tensione così palpabile.
Si può dire, in altri termini, che sempre più si sono creati tanti piani e punti di vista diversi che viaggiavano per conto proprio, senza che si intersecassero nella ricerca del bene comune e di un denominatore condiviso; anzi una guerriglia continua forse ispirata dal clima che si sta respirando a livello mondiale e nazionale. 

Con queste poche riflessioni voglio però riportare la speranza che sembra svanita, come se un'impresa educativa potesse funzionare senza positività, senza finalità migliorative.
Ho deciso quindi, fra le tante notizie preoccupanti e tristi che ho letto negli ultimi mesi e che mi hanno generato un dolore diffuso difficile da stemperare, di riportare qui una bella storia che è accaduta e che rappresenta una situazione rara ma bellissima, quella dove a scuola si "gioca" a parti invertite: parliamo di Davide un ragazzo milanese di 23 anni, diplomato a vent'anni che ora fa il tutor pur affetto da sindrome di Asperger. Riporta il Corriere della Sera: "da bambino ho lanciato la cattedra, ora sono a mio agio fra gli studenti". Nell'ultimo anno  ha affiancato volontariamente l'insegnante nel triennio delle superiori al mattino in attività di laboratorio informatico dedicate alle applicazioni grafiche. La storia di Davide mostra che tutti, con il giusto aiuto, possiamo evolvere. Una scuola che si definisce tale ha il compito di far emergere le persone e i loro talenti, spiega la preside.   

C'è quindi bisogno di nuovi denominatori comuni, di punti di contatto, di strategie condivise...
Ne ho trovato uno, leggendo la presentazione di una mostra su Don Milani a Genova: "per superare l'indifferenza, abbiamo bisogno di aprirci al contributo degli altri, liberando il lavoro sociale dal giogo della sorveglianza".
Ecco un messaggio forte e attuale: liberare il lavoro sociale (e quindi in primo luogo quello scolastico) dall'eccesso di controllo, regole, divieti spesso senza senso, imposti per dimostrare che la scuola deve essere "muscolare".  

A settembre quindi il primo lavoro da fare, nei vari contesti, dovrebbe essere quello di ricercare fra i docenti che lavorano nelle stesse situazioni dei DENOMINATORI comuni sul piano educativo e pedagogico da sviluppare poi concretamente tutti i giorni con i ragazzi! Lasciamo per un momento da parte lo sviluppo del PNRR, la progettistica ossessiva, la ricerca di quadrature millimetriche degli aspetti organizzativi!

Buona estate a tutti!
Saluti cari!
Francesco

LUGLIO COL BENE CHE TI VOGLIO...

foto in editoriale di Luca Pani ©️