APRILE 2020

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Editoriale : quando i numeri sono impietosi…..

E’ vero, quante volte nella vita è duro fare i conti con i “freddi”numeri : i valori sballati nelle analisi del sangue, un bilancio che non quadra, i propri anni che non si riescono più a contare…..

Anche con il Coronavirus i dati sono impietosi : il numero dei morti, dei ricoverati, dei caduti sul lavoro continua a salire; non si possono contare, invece, quante parole sono state buttate al vento da esperti veri o improvvisati…

Mi voglio soffermare, però, a questo proposito, su alcuni dati riguardanti il “sistema di istruzione” nel nostro paese, utili per capire la situazione attuale di chi apprende e di chi insegna :

1) Marco De Rossi, fondatore di WeSchool, nei primi giorni della pandemia ,comunicava questi dati sulle competenze dei docenti riguardo alle tecnologie, non alla didattica a distanza : 20 % dei docenti sono “pronti” , 40 % ci vogliono provare, 40 % non ne vogliono sapere, sono “obiettori”.

2) In Liguria, una ricerca di “Osservatorio Genova che Osa”, segnala che una famiglia su sette non ha internet e tre liguri su quattro non sanno usare il web per fare pratiche con le amministrazioni pubbliche;

3) A livello nazionale l’ISTAT dice che un alunno su quattro non ha il PC ; nel Mezzogiorno il 41, 6 % delle famiglie non ha il PC ; ¼ delle famiglie vive poi in condizioni di sovraffollamento.

E allora ? I dati che abbiamo visto sopra o altri simili sicuramente circolavano nelle stanze ministeriali ; dovevano essere utilizzati per organizzare una partenza più ragionata delle nuove forme di attività.

Aver scelto , ancora una volta, di dare il “pronti via” ad una nuova prospettiva , senza guardare la condizione dei “concorrenti”, è stata una frana che continua e che sarà difficile da arrestare….

Cosa si poteva fare ? Si doveva forse individuare un tempo minimo necessario di “pausa didattica” per forzare contemporaneamente la preparazione di base “a distanza” dei docenti e per fare in modo che tutti gli alunni avessero il necessario….poi si poteva partire in un quadro di massima flessibilità e ragionevolezza.

L’editoriale non finisce qui : verrà ripreso nell’ultima parte della News con l’indicazione di una semplice proposta per il futuro su cui discutere tra di noi…. Purtroppo l’emergenza non finirà il 4 maggio.

SOMMARIO :

da questo numero, per facilitare la lettura dei testi più graditi, la newsletter viene divisa in più file ; ecco quindi il sommario segmentato :

INTRODUZIONE

1 editoriale ( a cura di F. Codebò)

2 parliamo di noi

PRIMA PARTE

3 riceviamo e pubblichiamo

4 pedagogia e didattica in pillole : il sistema dei laboratori

5 rassegna stampa commentata

6 un “forum” tra i lettori

SECONDA PARTE

7 le parole dell’inclusione

8 segnalazioni varie dal vicino e dal lontano

9 una proposta per la scuola del futuro

10 pensierino della sera

11 una frase in dono

Anche i contributi dei lettori, se troppo sostanziosi, verranno mandati con file a parte.

2 - PARLIAMO DI NOI :

>> Come al solito ci rivolgiamo in primo luogo a quelli che ricevono per la prima volta questo contributo....

ricordiamo gli scopi principali della newsletter (gratuita, apolitica e apartitica) germogliata spontaneamente

subito dopo la “prima giornata per la scuola” organizzata a settembre 2019 a S.Rocco di Zerli :

- Tener viva la fiammella della pedagogia, disciplina che dovrà per forza tornare d’attualità!

- Creare un circuito comunicativo nel territorio del Tigullio e oltre;

- diffondere informazioni di tipo culturale, normativo, educativo, sociale legate al mondo della scuola;

- mantenere un contatto intergenerazionale fra tutti coloro che lavorano o hanno lavorato con impegno nella e per la scuola, pur con ruoli e profili professionali diversi;

- organizzare iniziative culturali ma non solo....anche a tavola si può avere un atteggiamento pedagogico !

>> Questo numero viene inviato a 160 indirizzi ( 28 in più del numero precedente) ; dopo il testo viene inserito ancora un grafico per capire “chi siamo”.

Ogni lettore, poi, per allargare la platea degli “utenti”, potrebbe far pervenire questa news ad un amico, collega, ecc. ; può anche inviare riflessioni, commenti, proposte; verranno pubblicate integralmente senza veti.

>> Da questo numero Sara Morchio, che cura l’allestimento grafico di ogni numero, entra nel Comitato di Redazione.

AGENDA DEL PROSSIMO PERIODO

La “fase uno “ sta per finire ; proviamo ad inserire un primo appuntamento per il mese di giugno, ovviamente da confermare e dettagliare nel programma .

Sabato 20 giugno visiteremo Barbagelata di Lorsica, piccolo paese del nostro entroterra a 1115 mt di altitudine, ricco di storia partigiana e che ha visto fiorire la scuola “povera” di D. Agostino, maestro elementare ( programma di massima già diffuso all’inizio dell’anno).

Purtroppo, nel giorno della festa annuale a maggio, non potremo andare a Barbiana , dal momento che è ancora vietata la mobilità interregionale.

PRIMA PARTE

3 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Tra i tanti lettori che ci scrivono sono stati selezionati due contributi molto interessanti; il primo lo troverete subito dopo la presentazione, il secondo, in versione integrale, in allegato. Gli autori degli scritti sono :

- Giuliana Parrucci , docente di sc. primaria (in pensione ) e componente del Comitato di Redazione;

- Ainino Cabona – dirigente scolastico in pensione.

LA DIDATTICA DI MASSA A DISTANZA ( di G. Parrucci)

Certo non è paragonabile all’Italia degli anni Sessanta,tv in bianco e nero,un carboncino e un foglio, ma non c’è dubbio che le numerose iniziative mediatiche didattiche che si stanno diffondendo nei giorni dell’emergenza coronavirus richiamino alla mente,almeno a me è successo,la pionieristica trasmissione di Alberto Manzi “Non è mai troppo tardi”.

Nell’ottobre 2019, a Carrara ho avuto l’opportunità di visitare un’interessante mostra a lui dedicata,che mi ha particolarmente “intrigata” trovandoci tanti spunti di attualità. Il “maestro degli italiani”, riproduceva in televisione delle vere e proprie lezioni di scuola primaria,con metodologie didattiche innovative,davanti a classi composte da analfabeti o semianalfabeti. Le trasmissioni andavano in onda nel tardo pomeriggio,prima della cena; Manzi utlizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva con un carboncino,semplici parole o lettere,accompagnate da un rapido e al contempo accattivante disegnino di riferimento. Delle volte usava anche una lavagna luminosa,per quei tempi molto suggestiva.

Con quarant’anni di anticipo aveva ideato una lavagna interattiva multimediale. “ Non insegnavo a leggere e scrivere: invogliavo la gente a leggere e a scrivere” precisò Manzi. Ma torniamo ai tempi nostri, oggi come allora, a causa della situazione emergenziale, il mondo della scuola si trova di fronte ad un enorme cambiamento didattico,ma anche culturale. Si è aperto un dibattito dal quale emerge non solo la predominante impreparazione tecnologica degli insegnanti (causata da diversi motivi), ma anche la mancanza di strumenti adeguati per larghe fasce di popolazione.

Si legge che oggi sono circa 1200 i Comuni che non dispongono di una connessione veloce e un quarto degli studenti non ha accesso alle tecnologie basilari. Ne deriva che, con una didattica a distanza zoppicante, il Sistema Scuola fa passi indietro perchè aumenta il divario dei livelli di apprendimento e amplifica le differenze di classe sociale.Soprattutto viene meno il senso di comunità scolastica, intesa come formazione per integrare le persone, già difficile da realizzare con l’insegnante fisicamente presente in classe con tutti gli alunni davanti a sé.

Partigiani a Villa Zarello (Santa Margherita di Fossa Lupara) - Ricordi del 25 aprile

(di Ainino Cabona)

A Santa Margherita di Fossa Lupara è forte la tradizione Partigiana. Il 25 Aprile, negli anni scorsi, era celebrato con una Messa in parrocchia e un successivo incontro presso il cippo dei caduti della vallata, nei pressi del Circolo Virgola, dedicato al Comandante Divisione partigiana garibaldina Coduri: Eraldo Fico “Virgola” (1915/1959).

Inoltre il 25 aprile era ricordato con una manifestazione all’Istituto di Istruzione Superiore “Natta – Deambrosis” di Sestri L (Come tutti sappiamo: Giulio Natta è stato un grande scienziato italiano e Giovanni Vittorio Deambrosis un partigiano, caposquadra di un reparto della Coduri che il 20 gennaio 1945, per sfuggire a un grosso rastrellamento si era nascosto con i suoi uomini a Ossegna (SP). Dietro segnalazione di una spia, venne catturato e rinchiuso nelle carceri di Chiavari. Dove, per rappresaglia, il 15 febbraio successivo venne prelevato e, insieme con altri, fucilato alla Squazza sopra Borzonasca (GE)).

Io partecipavo al raduno presso il circolo Virgola con mio padre fino al 2008, anno della sua scomparsa e.......

(il testo completo è pubblicato su file a parte )

4 – PEDAGOGIA E DIDATTICA IN PILLOLE : IL SISTEMA DEI LABORATORI

(a cura di F. Codebò)

Dopo aver parlato della metodologia della ricerca, viene automatico parlare dei laboratori a scuola; il modo di procedere è simile, ci si basa sempre sulle osservazioni e sulle ipotesi fatte in classe. Questa metodologia era molto in voga negli anni 70 e 80 , soprattutto nel tempo pieno, poi, lentamente ha perso smalto e seguaci.

Le origini di questa ipotesi di lavoro si trovano in importanti esponenti della Scuola Attiva : Dewey e Freinet, in contesti differenti declinarono le prime proposte operative legate a questa suggestione didattica.

Vediamo ora di fissare alcuni punti principali :

COSA VUOL DIRE LABORATORIO : bisogna risalire alla corretta etimologia della parola che deriva da”laborare”, cioè lavorare ; significa quindi che in questo momento si deve operare lentamente con il cervello e possibilmente con le mani e utilizzando anche i sensi. Si intende che il procedimento e la scoperta deve essere fatta in primo luogo da chi apprende ; il docente è, in gran parte, un facilitatore dell’apprendimento. Azioni collegate a lavorare sono provare, ripetere, procedere, smontare, costruire, sperimentare....

PERCHE’ IL TERMINE ” SISTEMA” : perchè questa metodologia dovrebbe essere attuata, in una classe, in vari rami di attività : il laboratorio può essere linguistico-espressivo, matematico, scientifico, storico-geografico, tecnologico, teatrale, musicale, artistico ... Come non ricordare le idee e le intuizioni di Gianni Rodari che manipolava in un vero laboratorio le parole in modo creativo ma logico.

L’organizzazione dei laboratori in una classe andrebbe quindi discussa e approntata in sede di Consiglio di Classe , per fare in modo che gli alunni possano sperimentare la stessa metodologia in almeno due aree differenti.

Il termine ” sistema dei laboratori” fu coniato negli anni 70 da F. De Bartolomeis che ben rappresentò le istanze di cambiamento presenti nella società e nella scuola di quel tempo.

Attualmente il termine è molto inflazionato nel linguaggio tipico delle programmazioni didattiche, ma in realtà lo spazio dedicato a questo tipo di approccio sembra essere piuttosto scarso e poco sistematico.

LA DOTAZIONE MINIMA DI UN LABORATORIO : spesso si sente dire che i laboratori non si sono diffusi per la mancanza di dotazioni adeguate; non è del tutto vero. C’è stata tutta una linea pedagogica che ha puntato sui laboratori ”poveri” , allestiti con materiali e attrezzature improvvisate.

IL PROBLEMA DEGLI SPAZI MANCANTI : anche questo è in gran parte un falso problema; può bastare un angolo e poi lo spazio migliore per i laboratori è quello naturale all’aperto....

QUALI LE FASI CORRETTE DEL PROCEDIMENTO : si deve partire da un problema (meglio se scaturito dalla vita della classe ) ; si passa poi alla formulazione delle ipotesi e alla successiva fase di esperimenti, osservazioni e prove pratiche. Quando la procedura è stata ben compresa , si verificano le ipotesi e si fissano i concetti emersi.

Si redige infine la sintesi finale scritta utilizzando i linguaggi preferiti.

GLI ASPETTI PEDAGOGICI : questa metodologia non divide gli alunni, tutti possono essere protagonisti e dare il proprio contributo se una parte del lavoro è fatta in gruppo; sviluppare lo spirito di osservazione è fondamentale nei ragazzi per capire come funziona la realtà circostante. Può anche essere stimolata la creatività, spesso associata alle sole discipline artistiche. In realtà chi inventa e sperimenta in qualunque settore della conoscenza è un vero creativo.

LA DIDATTICA A DISTANZA : queste esperienze si prestano anche per attività a distanza ; in questo caso il docente , con video registrazione, potrebbe proporre un itinerario sperimentale svolto dagli alunni individualmente e concluso poi tutti insieme di nuovo in collegamento video.

ULTIME NOTE : non c’è un’età ottimale per iniziare a fare esperienze di laboratorio; anzi, chi prima comincia è sicuramente avvantaggiato in seguito nella formazione della sua persona. Interessanti anche gli aspetti legati alla verifica e valutazione di queste attività : questa metodologia si presta all’utilizzo di schede di osservazione delle varie situazioni predisposte e compilate dai docenti quando sono in contemporaneità nello spazio-laboratorio.

5 – RASSEGNA STAMPA COMMENTATA

E’ stato molto difficile selezionare i contributi da pubblicare, il materiale era veramente molto. Riportiamo quindi :

- Due articoli che parlano della situazione da parte delle famiglie;

- Due contributi di autorevoli esperti ;

- La lettera di una maestra.

L'appello dei genitori dei bimbi L'appello dei genitori dei bimbi disabili: "Mandate gli insegnanti a disabili: "Mandate gli insegnanti a casa. Senza scuola non vivono"casa. Senza scuola non vivono" «I nostri figli disabili sono stati dimenticati dallo Stato. I nostri bambini che regrediscono ogni giorno. Senza scuola, senza terapie, senza assistenza domiciliare. Gianluca, in classe, mangiava la merenda da solo, in casa, adesso, dobbiamo imboccarlo. Sembrerà nulla, un’inezia a chi non abita il pianeta della disabilità, per noi, invece, era un’enormità. Cosa pensate che possa apprendere mio figlio dalla didattica a distanza?». Antonella Perini, impiegata, di Spinea, in Veneto, è una mamma indomita che da 11 anni, da quando è nato Gianluca, affetto dalla sindrome di “Sturge weber”, rara e grave malattia genetica, lotta per i diritti del suo bambino speciale. Gianluca, come Matteo, Emma, Pablo è uno degli oltre 260 mila allievi con diversi gradi di disabilità che frequentano la scuola italiana. Per loro, però, nei giorni del lockdown, a differenza dei compagni “normodotati” non è stata prevista dal ministero dell’Istruzione, dicono le famiglie, alcuna didattica speciale. “Bambini fantasma” come scrive in una lettera a Repubblica, la mamma di Carlo, in risposta a Daniela, mamma di Nicolò, 13 anni, che ieri ha raccontato al nostro giornale, la sua solitudine di questi giorni. «Per gli autistici come Carlo, cosi come tutti gli altri bambini in difficoltà, non è stata spesa nemmeno una parola. C’è solo la disperazione delle famiglie». Ma c’è un elemento ancora più grave, che racconta la dimenticanza dello Stato. «Nella task force del Miur, nominata per gestire la ripartenza della scuola, non c’è nemmeno un esperto o un’esperta sulla disabilità». Anche Martina Fuga, milanese, mamma di Emma, 15 anni, con sindrome di Down, parla di “alunni dimenticati”. «I più deboli stanno pagando le debolezze del sistema scolastico Coronavirus, lezioni a distanza, i Coronavirus, lezioni a distanza, i genitori prendono la nota: "Smettete genitori prendono la nota: "Smettete di suggerire ledi suggerire le risposte ai ragazzirisposte ai ragazzi"" Le lezioni a distanza sono un'occasione irripetibile per i genitori, in casa in smart working . Possono vedere e ascoltare i figli in un contesto inedito. Conoscere la loro preparazione e scoprire come vivono e convivono con i docenti, i compagni. Fisiologicamente, i genitori esagerano. E in questi giorni si appalesano in stanza durante la lezione, suggeriscono durante la videointerrogazione. Già, la scuola in remoto è la nuova frontiera del complesso rapporto italiano tra insegnanti e famiglie. I docenti in questi giorni si scambiano, divertiti, un video postato su Facebook dall'attrice Maria Amelia Monti nella parte di una mamma che suggerisce al figlio e che, scoperta, viene mandata in castigo dalla professoressa. Alcuni presidi in questi giorni sono stati costretti a firmare circolari in cui, appunto, certificano l'obbligo di non suggerire. "Il dirigente e gli insegnanti", si legge nella comunicazione di una scuola media di Parma, "invitano le famiglie a vigilare affinché i ragazzi svolgano i compiti loro assegnati nel modo più autonomo possibile, sostenendoli e guidandoli se necessario, ma senza interferenze che possano vanificare l'acquisizione di saperi e competenze".

Altre scuole hanno inviato messaggi di questo tono ricordando che le lezioni sono obbligatorie e chiedendo agli studenti di farsi vedere e non tener chiuse le telecamere. "È un modo nuovo di insegnare", racconta Lara Pipitone, insegnante di Lettere alla scuola media

italiano. Come si può pensare che ragazzi con disabilità intellettuale possano apprendere attraverso una lezione frontale in video?». Martina Fuga è responsabile della comunicazione dell’associazione “CoorDown”. A Emma, la più piccola dei suoi tre figli, ha dedicato un libro, “Lo zaino di Emma”. «Le persone Down devono affrontare l’esistenza come se avessero sempre, sulle spalle, uno zaino di dieci chili. Emma non riceve nulla da questa didattica a distanza, nonostante sia lì, diligente, con le cuffiette nelle orecchie. Il Miur non ha pensato ai nostri figli. Come mai non c’è alcun esperto di disabilità tra i nomi incaricati di gestire la famosa fase 2 della scuola?». Alessia Condò, romana, è la mamma di Pablo, 18 anni, autistico, tenacissima sostenitrice della sua autonomia, vulcanica ideatrice di progetti di inclusione. A cominciare dalla famosa mappatura, «quando Pablo iniziò a uscire da solo» dei negozi “friendly” verso le persone con autismo, indicate con un post-it sulla giacca e la scritta “Io sono Pablo e qui sto bene”. «Pablo quest’anno farà la Maturità classica, un traguardo incredibile, ma avebbe bisogno di essere stimolato, coinvolto, invece è solo, la scuola è remota, lontana, così gli amici. La comunicazione a distanza per lui non funziona e vedo già dei passi indietro.. Per fortuna ci siamo noi, sua sorella ed io, è faticoso ma lo sosteniamo, siamo una famiglia allegra e strana. Non esiste una didattica per le persone fragili, questa è la verità. E nell’emergenza il prezzo più alto lo pagano i ragazzi come Pablo».

RIFLESSIONI : c’è da vergognarsi….non aver pensato ai più fragili non è da paese civile; l’idea di mandare a casa, con le dovute precauzioni, i docenti non è da scartare, va approfondita. Nell’articolo vengono descritte situazioni in cui le famiglie sono più che adeguate sotto tutti i profili …..e dove, invece, la situazione socio-culturale è depressa cosa succede?

Manara di Milano. "Abbiamo faticato all'inizio perché ci siamo dovuti inventare una modalità di didattica nuova". Alfonso D'Ambrosio, dirigente scolastico di Vo', Lozzo Atesino e Cinto Euganeo, il primo focolaio veneto, ha già programmato le simulazioni - a turno - dell'esame di terza media online. Ha scelto la modalità della webcam - per controllare, appunto, se lo studente copia - e ha istruito diversi insegnanti sulla loro presenza in remoto: "Si deve vedere se lo sguardo del singolo ragazzo è esclusivamente sul pc o se sta ricevendo aiuti esterni". Usa Google Teams il professor D'Ambrosio e spiega: "Le prove scritte saranno realizzate con sei studenti per volta, sorvegliati con la telecamera della piattaforma. Si deve vedere se lo sguardo dell'alunno è rivolto al monitor o altrove". In alcune scuole romane le circolari sono di senso contrario: genitori, state attenti all'utilizzo prolungato del web da parte dei vostri figli, in questi giorni i rischi crescono ". RIFLESSIONI : incredibile..... la fantasia organizzatrice e sanzionatoria dei Dirigenti Scolastici arriva ovunque..... E’ sicuramente vero, come viene detto che”la scuola in remoto è la nuova frontiera del complesso rapporto italiano tra insegnanti e famiglie.” I genitori che riescono a seguire i propri figli a casa si rendono conto molto di più del processo d’insegnamento e hanno l’occasione ghiotta di aggiornare le proprie competenze. Circa il copiare si può dire che è una pratica che è sempre esistita, cambiano solo le forme....copiare aguzza l’ingegno....

Giorgio Chiosso: sbagliato scambiare la didattica a distanza con la “nuova scuola” (Contributo segnalato da G. Buonopane) Davvero il futuro della scuola, nonostante la parentesi del coronavirus, passa per l’e-learning e la didattica a distanza? È doveroso dubitarne È diffusa non senza ragione l’opinione – fin quasi diventare un luogo comune – che dopo l’epidemia del coronavirus “nulla sarà come prima”. Questa convinzione vale anche, e forse soprattutto, per il mondo scolastico che nelle ultime settimane è stato sottoposto ad una vera e propria, imprevista, rivolu-zione delle proprie prassi e consuetudini con il tran-sito dalle normali lezioni in presenza ad attività di-dattiche svolte a distanza. Esistono valutazioni diverse sulla qualità dei risul-tati finora raggiunti e si possono anche richiamare gli aspetti di debolezza che hanno accompagnato questa scuola casalinga improvvisata, in primo luogo gli effetti particolarmente negativi per le fasce di popolazione scolastica fragili per varie ragioni: povertà educativa e culturale, a rischio di abban-dono e dispersione, con difficoltà di apprendimento che già nella normalità della vita quotidiana ave-vano (e hanno) bisogno di interventi ad hoc. Senza ignorare l’alto numero degli alunni che addirittura non hanno potuto fruirne con regolarità per man-canza del pc in casa o insufficienza della rete. Pier CesaPier Cesare Rivoltella “Scuola.re Rivoltella “Scuola. Tecnologia più Tecnologia più condivisione: così si può fare buon econdivisione: così si può fare buon e--learning”learning”

(Contribulto segnalato da L. Pani )

L’emergenza costringe a ripensare le pratiche didattiche. E rivalutare il digitale. Il bisogno, l’emergenza, le situazioni estreme sono il momento in cui ci si accorge del valore delle cose. È vero per tante esperienze della vita: in questi giorni lo si sta sperimentando anche per la scuola e l’università. Lo capiscono i docenti, privati dei loro studenti; lo capiscono gli studenti, cui sono sottratte le relazioni con maestri e amici. Occorre partire da qui per provare a comprendere il significato di quello che da più parti, anche se impropriamente, viene definito home schooling. Si fa lezione, si impara, si studia a casa, ma non perché si sia scelta questa situazione come alternativa alla scuola (è quel che capita nell’educazione parentale, l’home schooling vero), bensì perché lo stato del contagio ci ha costretti a questo. Sarebbe più opportuno parlare di smart learning, o di smart teaching, dove lo smart allude alle possibilità che la tecnologia ci garantisce di surrogare l’impossibilità della presenza. Gli ambienti di videocomunicazione, le piattaforme eLearning, le applicazioni per l’apprendimento a distanza come un modo per non rimanere deprivati di tutto ciò che la scuola, dall’infanzia all’Università, rappresenta.

L’esperienza non è nuova nel nostro Paese, le prime esperienze risalgono al dopoguerra, anche se forse ce ne siamo dimenticati. La scuola, in seguito, con il Piano Nazionale per l’Informatica e il primo Piano di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche, tra anni 70 e 80 aveva cominciato a ridurre il gap con gli altri Paesi europei. Da lì erano seguite le stagioni del multimedia in classe, delle Lim, delle classi 2.0, con l’Indire a svolgere una funzione importante. Occorre ricordare questi passaggi per capire che

Ma bisogna anche riconoscere che in via generale gli insegnanti – spesso poco preparati nell’impiego delle tecnologie e pur con il limite talora di trasfe-rire un po’ semplicisticamente la lezione in aula nelle comunicazioni via web – hanno saputo dare una grande prova di passione educativa e di respon-sabilità professionale, mantenendo vivo il rapporto con gli allievi mediante tutte le forme possibili per non lasciarne dietro nemmeno uno. La stragrande maggioranza di maestri e professori si è dimostrata all’altezza del loro compito di educatori – e non solo di erogatori di nozioni e di forgiatori di competenze – molto di più delle organizzazioni sindacali che, come è noto, hanno eccepito sugli obblighi di servi-zio nelle lezioni a distanza. Non sappiamo fino a quando questa inedita forma di homeschooling guidata contestualmente da inse-gnanti e genitori resterà attiva, ma in ogni caso sarà un’esperienza destinata ad incidere non solo nelle rispettive biografie, ma di cui tenere conto sugli as-setti a venire nella scuola italiana. Già in proposito si sono levate numerose voci con relative e specifi-che richieste che individuano nella scuola digitale la prossima riforma salvifica dell’istruzione italiana. Richieste e proposte forse non del tutto disinteres-sate, se si pensa ai cospicui investimenti economici necessari per la fornitura delle strutture necessarie e la formazione degli insegnanti per realizzarla in modo appropriato. A costoro va ricordato che le tecnologie digitali rap-presentano senza dubbio uno strumento importante a sostegno dell’apprendimento, ma non possono so-stituire la vita della scuola nella sua molteplicità di spazi (aule, laboratori, palestre, ecc.), di tempi di la-voro, di relazioni interpersonali, di collaborazione tra pari e di confronto di idee in presenza di adulti esperti.

quel che di positivo sta succedendo oggi tra classi di scuola e aule universitarie non è frutto del caso ma di un lungo percorso di preparazione. Anche se poi, nell’opinione diffusa, alla formazione a distanza si è finito per associare l’idea di qualcosa che ha meno valore rispetto alla formazione fatta in aula, in presenza. Ma cosa sta succedendo oggi? Stante lo stop alle attività didattiche in presenza, il ricorso alla tecnologia sta garantendo che la scuola e l’università non si fermino. Certo, la situazione è a macchia di leopardo, c’è chi lavora più e meno bene, ci sono esperienze di eccellenza e altre che andrebbero riviste. Ma è importante che tutti ci stiano provando e, soprattutto, che ci si accorga che non è solo un problema di tecnologia. Non basta mettere gli studenti davanti allo schermo di un computer o assegnare loro compiti attraverso il registro elettronico. Occorre che tutto questo si inserisca all’interno di una progettazione didattica, si avvalga di una regia metodologica. L’apprendimento on line richiede un’attenzione particolare allo studente, ne vanno gestite la motivazione e l’attenzione. Non basta 'mandare in onda' la lezione e continuare a parlare come si sarebbe fatto in aula. Va studiata una sceneggiatura: materiali da mettere a disposizione prima, indicazioni di lavoro precise, ricorso alla comunicazione sincrona (chat e videocomunicazione) per chiarire i dubbi, discutere i problemi. E poi si tratta di favorire la cooperazione tra gli studenti: il vero valore aggiunto della tecnologia è la possibilità della condivisione, di lavorare in gruppo. Si tratta di una modalità di lavoro che già dovrebbe appartenere alla normale didattica degli insegnanti e che ora le condizioni eccezionali in cui siamo costretti a muoverci stanno rendendo necessaria. Qui troviamo un primo aspetto di grande rilievo. È probabile che il virus stia riuscendo laddove anni di politiche educative hanno fallito: costringerci tutti a riflettere sulle nostre pratiche didattiche, studiare nuove forme per renderle efficaci, fare tutto questo in vista dello studente. Si scopre così che il digitale si può rappresentare diversamente. Non è solo ciò che erode spazio alle nostre relazioni, indebolisce i legami sociali, genera una vera e propria dipendenza. Al contrario il digitale può riallestire il tessuto sociale, creare le condizioni perché le persone si riavvicinino, generare nuove reti di rapporti e di significati. Le tecnologie diventano allora tecnologie di comunità. Significa porsi il problema del divario ed eliminarlo: accorgersi che molti non hanno connessione, non hanno

Le varie possibili soluzioni escogitate per la scuola digitale non possono insomma diventare la “nuova scuola” in grado di risolvere annose questioni che si trascinano da molto tempo e rispetto a cui finora la politica (quella con la P maiuscola) non ha saputo dare risposte convincenti. Un conto è guardare alle opportunità del digitale come a uno strumento utile e un conto è immaginarlo espressione di una verità ontologica. Già, perché la scuola dopo l’emergenza continuerà ad essere la scuola con le difficoltà che tutti cono-sciamo: esiti difformi e squilibrati nelle diverse aree dell’Italia, molta dispersione, scarsi contatti con il mondo del lavoro, alta età media degli insegnanti, precariato cronico, apprendimenti schiacciati sulle competenze, bullismo, scuole scadenti in cerca di aiuto e molto altro ancora. Sarà perciò necessario aprire un ampio dibattito per riportare la scuola al centro dell’interesse nazionale e interrogarsi – lo diciamo in modo un po’ semplifi-cato – sul senso da attribuirle: se concepirla solo in ragione della spendibilità degli apprendimenti ac-quisiti e dunque puntando tutto sulle competenze cognitive, oppure se guardarla come a un’occasione per formare anche altre qualità della persona (per esempio mediante il potenziamento delle soft skills o il ricorso al service learning) e avviarla a esperienze che non si monetizzano, ma qualificano la vita come “vita umana”, come dimostrano le sto-rie di quanti in queste settimane hanno lavorato per gli altri con abnegazione, senso di solidarietà, gra-tuitamente. Di fronte alla opinabilità dei “valori” come quelli appena accennati molti storcono il naso afflitti an-cora dai pregiudizi che una certa cultura libertaria e individualista ha messo in circolo nei decenni pas-sati. Ma la realtà è più forte di ogni preconcetto. Sa-prà la scuola di domani tenerne conto?

strumenti, non posseggono gli alfabeti, e creare le condizioni perché questi impedimenti siano superati. Significa chiedersi come fare inclusione nei confronti di chi fa fatica, soffre una disabilità, sconta la differenza della lingua e della cultura: sono di comunità le tecnologie se sanno trasformare tutto questo in una diversità che arricchisce e non in un ostacolo che aggiunge separazione. Significa attivare i territori. Le 'aule digitali' sono aperte: aperte ai genitori, alla comunità locale con le sue risorse, alle altre agenzie educative. Da questa crisi possiamo uscire più forti, più coesi, più uniti. È in questi momenti che il capitale sociale può essere ripristinato e questo nel caso della comunità cristiana aggiunge valore al valore.

C'è un rischio. Che finita l’emergenza si torni alla normalità: la vecchia didattica trasmissiva, il 'bla bla bla' per dirla con Paulo Freire. Occorre lavorare a che non succeda. E per farlo serve pensare che la qualità della relazione non è una questione di formati o di strumenti e che il digitale non è un’alternativa alla presenza ma una sua dimensione. La relazione è il risultato dell’intenzionalità educativa, è la consapevolezza che l’altro è al centro della mia attenzione. E il digitale può essere uno dei modi per mantenercelo. Lo è se diviene carezza nei momenti di sconforto, supporto nei momenti di difficoltà, legame nelle situazioni di solitudine, presenza quando si sperimenta l’assenza. Capitava già prima del virus: nelle scuole in ospedale, nei progetti di istruzione domiciliare, nelle scuole dei piccoli plessi, in tutte quelle situazioni in cui tanti docenti anonimi, senza protagonismi, hanno sempre dato testimonianza di cosa significhi insegnare.

RIFLESSIONI : P.C. Rivoltella è abbastanza ottimista sul futuro, la sua positività nasce dal fatto che inquadra l’uso delle tecnologie in una visione basata sulla pedagogia e la metodologia.

Fondamentale, secondo l’autore, è saper progettare tutte le fasi dell’attività. Molto bello il passaggio sulle”tecnologie di comunità” e su come rendere relazionale il digitale.

Anche l’idea delle ”aule digitali aperte” è da prendere in considerazione.

RIFLESSIONI :“il digitale non è espressione di una verità ontologica”…così dice Chiosso con convinzione e verità ontologica”…così dice Chiosso con convinzione e lungimiranza. Bello il passaggio in cui l’autore lungimiranza. Bello il passaggio in cui l’autore sottolinea che i docenti, in gran parte, hanno cercato in sottolinea che i docenti, in gran parte, hanno cercato in ogni modo, di mantenere vivo il rapporto con ogni ogni modo, di mantenere vivo il rapporto con ogni allievo. Circa il futuro allievo. Circa il futuro Chiosso sembra piuttosto Chiosso sembra piuttosto pessimista ; in questi giorni si parla molto di ripartenza, pessimista ; in questi giorni si parla molto di ripartenza, ma è quasi tutto legato al mondo della produzione e del ma è quasi tutto legato al mondo della produzione e del commercio; il vero investimento per il futuro sarà far commercio; il vero investimento per il futuro sarà far ripartire per davvero e in modo nuovo la scuola.ripartire per davvero e in modo nuovo la scuola.

Scuole chiuse, la didattica a distanza non è democratica (di A. Scuole chiuse, la didattica a distanza non è democratica (di A. Corlazzoli )Corlazzoli ) In queste ore mi è stata segnalata la lettera aperta alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, scritta da due maestre napoletane. E’ la voce di tanti docenti che in questi giorni non riescono a raggiungere tutti i loro alunni. Me l’ha detto anche una professoressa di Lettere di un istituto professionale di Cremona: la didattica a distanza non è democratica.

Questo mondo l’abbiamo perso. Non c’è modo per raggiungerlo. Lo stesso ministero lo ha ammesso: 1,6 milioni di alunni non sono ancora stati raggiunti dalla didattica a distanza.

Allora hanno ragione le maestre di Napoli di cui riporto la lettera. Cara Ministra, Come maestra e cittadina ho ascoltato con attenzione il suo discorso di due giorni fa, però mancavano tantissime cose. Mancava Gennaro, del pallonetto di Santa Lucia con il padre in carcere e la madre che preferisce fare i selfie sul telefonino, piuttosto che seguirlo; Gennaro che è stato reso un elemento indispensabile in classe, attraverso gli incarichi, il gioco, le risate, le iniezioni di fiducia che tutte le docenti si sono impegnate ad attivare nel quotidiano. Dove sta Gennaro, cara ministra? Non riesco a raggiungerlo con nessuno dei canali informatici fondanti della Didattica a distanza ( e solo il nome mi fa rabbrividire in quanto la didattica o è in presenza o è altro…) Mancava Fabrizia, che ha forma di autismo gravissima e che con i video inviati per la didattica a distanza non fa altro che piangere, e alla sua mamma che non riesce a calmarla, né a spiegarle il perché della sua forzata reclusione che per lei è incomprensibile… Mancava Giovanni, con cui, vincendo le resistenze della famiglia per l’ accettazione delle sue difficoltà di apprendimento, avevamo avviato inclusione, infuso autostima e voglia di imparare e migliorare… Le mie colleghe, stanno facendo sforzi enormi per tenersi al passo e non lasciare indietro nessuno tra mille difficoltà. Si disperano perché capiscono le enormi difficoltà, anche future della scuola, con cui ogni giorno ci si incoraggia, tentando di escogitare metodi per raggiungere tutti i Gennaro, tutte le Fabrizia, tutti i Giovanni, sempre sulla buona volontà. Perché la scuola, come l’ avete resa oggi, si basa solo sulla volontà dei singoli che ne fanno parte. Mancavano le difficoltà quotidiane di una scuola che avete distrutto, dove anche avere il sapone e lo Scottex è considerato, per gli addetti ai lavori, un vero e proprio lusso…una scuola che si regge sulla buona volontà dei docenti, sul loro impegno e senso di responsabilità, dove mancano le lavagne in ardesia e figuriamoci le LIM! Mi ha colpito anche l’indagine sul grande numero di alunni che è stato raggiunto dalla didattica a distanza: in quel numero però Gennaro, Fabrizia con la sua mamma, Giovanni…mancavano! Parliamo poi degli strumenti necessari per interagire con i docenti. Quante famiglie hanno un pc o un

tablet? Hanno il cellulare, è vero, ma quanto può essere fruibile questo strumento da un bambino della scuola primaria senza l’aiuto di un adulto? Tutti ormai hanno la bocca piena di parole come download, upload, allegato, bacheca e dati condivisi, ma questo necessariamente richiede l’assistenza di un adulto. E dimentichiamo che molti adulti da casa stanno lavorando e devono barcamenarsi tra l’audiolettura di un figlio alla primaria, la videolezione di inglese del figlio alle medie su Zoom e quella di latino del maggiore su Skype. Quanti pc, tablet, cellulari occorrono? Ancora una volta ad essere penalizzate saranno le famiglie più svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. Si parlava poi di valutazione. Come si potrebbe mai dare un voto in una simile situazione? Valutiamo il numero di ore di connessione? O la velocità con cui si scaricano e si caricano i compiti? Sul documento di valutazione di Gennaro, Fabrizia, Giovanni scriveremo allora che l’alunno si è mostrato poco partecipe collegandosi raramente alla classe virtuale ed interagendo in modo saltuario con i docenti e con i pari. Questa emergenza sta semplicemente dimostrando che la tanto vituperata classe docente ha contato, conta e conterà sempre e soltanto sulla propria voglia di “fare la scuola” attraverso il rapporto umano che nessun software potrà mai sostituire. L’unica cosa sulla quale possiamo essere d’accordo è che quest’anno ormai è andato e segnerà per sempre la scuola oltre che le vite di tutti, ma deve servirci per fare una profonda e accurata revisione del sistema educativo, che di inclusivo ha poco o nulla. RIFLESSIONI : la lettera della maestra è una fotografia che rappresenta bene la situazione di chi insegna in una delle zone più problematiche del paese. La maestra di Napoli parla di una scuola che è stata distrutta e che si regge in primo luogo sulla volontà dei singoli che ne fanno parte. E’ vero quanto affermato e forse, negli ultimi anni, questa visione si è accentuata sempre di più. Giusto parlare di revisione del sistema educativo per renderlo veramente inclusivo, non solo a parole.

6 – UN ” FORUM” TRA I LETTORI

Abbiamo pensato di porre alcune domande sulla DAD a quattro docenti ; rappresentano i vari segmenti scolastici e appartengono a territori diversi. Lì ringraziamo per la collaborazione. Nel prossimo numero la parola passerà ai docenti che operano come specialisti a qualsiasi titolo. Le risposte sono state riportate integralmente.

Partecipano al forum :

Cristina Chiesa docente a t.i. c/o sc. dell’infanzia di Via Colombo / I.C. Lavagna

Carmen Bacigalupo insegnante a t.i. di Scuola Primaria – classe quinta a t.p. di Carasco/ I.C. Valli e Carasco ; discipline assegnate : Italiano, Matematica, Musica, Arte-Immagine, Laboratorio + 2 mense alla settimana.

Maddalena Portoricco supplente annuale di lettere nelle classi 1f, 2f e 2h della scuola secondaria di primo grado dell'I.C. di Rapallo

Valeria Ghiorsi docente a t.i. – Istituto Caboto / Chiavari Classi VA - VB – IVA indirizzo servizi commerciali italiano e storia ; Tecniche della comunicazione alla Casa di reclusione 3-4-5H indirizzo grafico-pubblicitario

1. Quali sono le prime cose che hai pensato di fare quando è scattata l’emergenza scolastica legata alla pandemia?

Cristina : Il primo pensiero legato alla realtà scolastica in questo particolare momento si è rivolto ai "miei" bambini e alle loro famiglie: ... cosa posso fare per essere loro vicina?....Di che cosa hanno bisogno qui e ora? Allora ho pensato che ogni situazione difficile si supera facendo ognuno la propria parte...e io dovevo fare la maestra: trasmettere ai bambini il senso di appartenenza al nostro gruppo sezione anche se fisicamente lontani.

Ho cercato di far sentire loro la mia vicinanza attraverso l'invio di audio e video in cui li invito a cantare insieme, ad ascoltare racconti o ancora a fare piccoli lavoretti manuali riproducendo il più fedelmente possibile la ritualità di alcuni momenti di attività scolastica, cercando contemporaneamente di creare un nuovo ambiente di apprendimento, costruito su un ponte scuola-alunni, che passa necessariamente attraverso le famiglie le quali, nonostante le contingenze del momento, hanno accolto con favore l'idea di diventare collante e supporto di strumenti comunicativi per giungere ai piccoli nativi digitali

Carmen : in un primo momento, cioè a metà febbraio, ho pensato che fosse un evento risolvibile in pochi giorni, poiché non era chiaro a che cosa saremmo andati incontro. Avevo l’idea che la scuola dovesse chiudere, solo per qualche giorno, dopodiché saremmo potuti ritornare in classe. Ero convinta che sarebbe andata così, essendo una mia forte speranza. Nella settimana successiva ho preso coscienza che la situazione si stava aggravando: mi son

sentita fragile e impreparata, incompetente ed in colpa verso le famiglie perché inviavo compiti da svolgere senza avere un contatto diretto con i ragazzi.

Maddalena : quando è scattata l'emergenza scolastica legata alla pandemia e poi la conseguente interruzione delle attivita' didattiche "in presenza", la prima cosa che ho pensato di fare è stata quella di adoperarmi celermente per contattare i miei studenti e di imparare ad utilizzare al meglio la suite di servizi "google meet".

Valeria : La prima cosa che ho pensato è stata quella di non lasciare i ragazzi…devo dire che ho scritto subito loro in chat dicendo “nel mio piccolo sappiate che ci sono…sempre”. Tengo ancora quel messaggio…..Ho pensato al modo migliore per far sentire loro la mia presenza in ogni modo possibile non solo per trasmettere contenuti, ma emozioni, pensieri. La preoccupazione è stata per i ragazzi più deboli (non solo a livello di profitto) e per gli alunni con problematiche varie. Infatti nel weekend video caffè, per chiacchierare del più e del meno e stare insieme.

2. Quali problemi, riguardo alla tua esperienza lavorativa, sono emersi durante que-sto periodo?

Cristina : il primo problema è stato quello di trovare un canale che potesse arrivare a tutti i bambini del gruppo sezione, inizialmente non tutte le famiglie disponevano di computer, lap top o collegamenti internet.

Il secondo, strettamente legato al primo, è stato trovare una modalità di comunicazione non troppo impegnativa per le famiglie già oberate da compiti e lezioni on line per i figli in età scolare.

Il terzo è stato affrontare l'analfabetizzazione digitale di numerose famiglie e di una buona parte di insegnanti.

Carmen : Dopo la prima fase di “sbigottimento”, incalzati da continue indicazioni, ho preso coscienza che dovevo operare mettendomi in contatto con i miei alunni, alcuni irraggiungibili. Ho messo in atto qualsiasi mezzo per comu-nicare con loro, sentire il loro umore, attenta alle istanze di ciascuno, ma inesorabilmente lontana… Sono riuscita a sentirli e contattarli tutti, telefonicamente, tramite videochiamate, con un feed-back quotidiano con la rappresen-tante di classe, i genitori, inviando e facendomi inviare lettere, lavori, fotografie, creando video quotidiani con i loro manufatti, i loro audio e video, che poi ho inserito in didattica, per loro, affinchè si vedessero, si ascoltassero. Il problema fondamentale è stata la lontananza, impossibile da colmare con una didattica a distanza: il video non è sufficiente, non è rassicurante, non colma la mancanza, l’assenza della scuola come comunità.

Maddalena : durante questo periodo, soprattutto nella fase iniziale, per quanto mi riguarda, sono emerse mie personali lacune nell'ambito della didattica digitale; per ovviare a questo, ho chiesto ed ottenuto un preziosissimo aiuto da parte di alcune colleghe piu' esperte in tale campo. Valeria : Per me i momenti più difficili sono stati quelli relativi all’uso delle tecnologie in modo sistematico ed assiduo… Ho dovuto imparare ad usare piattaforme, a “caricare” materiali, condividere e correggere compiti online. Insomma tecnologie ed in primis mancanza di comunicazione vis a vis sono stati i problemi più gravi. Certo una DAD mista e diversificata mi ha aiutato: non solo video lezioni, ma file audio con lezioni che i ragazzi possono riascoltare, materiali visivi,ecc….

3. Cosa resterà della didattica a distanza dopo la fine dell’emergenza ?

Cristina :resteranno le nostre piccole e/o grandi conquiste fatte nel mondo della tecnologia multimediale: le mie competenze prima della pandemia erano limitate ad un utilizzo minimo del computer (non ne sono mai stata particolarmente affascinata)! Oggi grazie al lavoro attento e costante dell'animatore digitale, posso dire che, anche se con grande fatica, ho fatto piccoli ma significativi passi avanti sull'utilizzo di queste strumentazioni.

Inoltre mi rimarrà la consapevolezza che dobbiamo essere sempre pronti ad affrontare i cambiamenti, anche repentini, che la vita ci presenta.

Carmen : della Didattica a Distanza sicuramente resterà l’esperienza avuta, in tempo di emergenza, di un tipo di lavoro per certi aspetti interessante, un modo diverso di lavorare, ma completamente stravolgente il concetto di didattica della concretezza, tipico della Scuola Primaria, attento più a principi tecnologici che pedagogici. Resterà l’amarezza che lascia l’impossibilità di educare e formare degli individui a vivere insieme ad altri, ognuno nella pro-pria abitazione, come bozzoli di farfalle costretti a rimanervi dentro.

Maddalena : secondo me, dopo la fine dell'emergenza, della didattica a distanza rimarra' la consapevolezza di aver vissuto un'esperienza formativa ed arricchente sotto tanti punti di vista ed aspetti: personale, socio-relazionale, di-dattico, pedagogico, ... Valeria : Io credo che la tecnologia possa aiutare e sia importante in alcuni ambiti e per qualche situazione. DAD sì..piuttosto che niente..mi viene da dire. Quindi tutto ciò che ho imparato mi servirà, come tutto ciò che si impara è un pezzo in più del bagaglio che porterò con me volentieri nel mio cammino di educatore. Mi è servito molto poter almeno vedere i miei ragazzi anche se attraverso il video, perché una parte di comunicazione non verbale e paraverbale ci ha aiutato a capirci….uno sguardo, un ammiccamento…per capire , per cercare un aiuto, per comprendere un disagio…..

4. La scuola tornerà come prima ?

Cristina : Non credo che la scuola tornerà esattamente come l'abbiamo vissuta prima della pandemia e nemmeno io sarò esattamente come ero prima della pandemia!!!!.... dobbiamo cambiare, è nostro preciso dovere cambiare la scuola e noi stessi! Dobbiamo diventare capaci di trovare idee e cercare strumenti per iniziare a " guardare le cose in modo diverso per assaporare a fondo avendo consapevolezza di aver acquisito nuova familiarità con ciò che avviene intorno a noi, acuendo i nostri sensi, a volte capovolgendoli, facendo attenzione alla luce, ai suoni, al tempo, alle differenze e per farlo dovremo partire da ciò che abbiamo già, da ciò che ci mostra la natura, da ciò che abbiamo dentro" (Bruno Munari).

Carmen : Mi auguro che la Didattica a Distanza non diventi in futuro una pratica imposta, né parte integrante dei programmi scolastici, ma da intendersi soltanto come attività percorribile e sulla quale formarsi, per eventuali si-tuazioni di emergenza future (sperando che questa si avvii ad un effettivo miglioramento). Mi dispiacerebbe iniziare l’anno scolastico a settembre con questa modalità, con i bambini di 6 anni che si avviano ad affrontare un nuovo quinquennio! Questo presentimento mi rende triste e pensierosa. Nel frattempo, ad oggi, questa è l’unica modalità percorribile per raggiungere i nostri amati alunni!

Maddalena : secondo me, la scuola tornera' piu' forte di prima, cioe' piu' innovativa, flessibile ed al passo con i tempi. La difficile e complicata esperienza del lockdown ha arricchito e rafforzato le nostre qualita' morali, ma anche le nostre capacita' professionali. Valeria : Spero fortemente che la scuola torni come prima …deve tornare come prima con i suoi pregi e i suoi difetti, sapendo che, qualora ci fosse necessità, saremo un po’ più tecnologici ed in grado di gestire situazioni limite con maggior consapevolezza. Detto ciò non vedo l’ora di rivedere i miei ragazzi almeno all’orale dell’Esame di stato. Anche se non sto nei tempi e negli spazi vorrei esprimere un pensiero particolare per i miei “bimbi grandi”, come li chiamo io..i detenuti, che non vedo da mesi. Mando materiale, file audio……ma manca ancora di più un rapporto vis a vis, perchè sono consapevole che la loro solitudine è ancora più pesante e complessa e ogni volta che preparo qualcosa per loro una lacrimuccia scende…..

CONCLUSIONI : le riflessioni fatte dalle partecipanti, nel contempo, sono molto simili e molto diverse : simili perché emerge sempre un atteggiamento da “educatori” convinti, diverse perché le docenti si riferiscono a contesti e convinzioni molto personali.

Si può dire che gli insegnanti abbiano sofferto non poco in questo lungo periodo; però il loro atteggiamento è stato “resi-liente” e la motivazione sembra essersi rafforzata. Forse la scuola aveva bisogno di una scossa che solo in una situazione di emergenza si poteva generare. Bella infine l’esigenza di “non lasciare soli i ragazzi”.

RUBRICA "LE PAROLE DELL’INCLUSIONE" - ( a cura di E. Cristini )

SPUNTI D'INTERVENTO SULLE FUNZIONI ESECUTIVE

Le Funzioni Esecutive sono per me un campo d’interesse per cui, desidero condividere con voi lettori, l’importanza

e il valore di dedicare tempo nell’insegnamento con gli alunni a promuovere queste abilità, ma anche

offrire un’occasione per i genitori di apprendere quanto il “fare” dei propri figli sia un elemento fondante per una

buona crescita. Desidero inoltre mettere in rete alcuni giochi che sviluppano le Funzioni Esecutive. Cerchiamo

di capire che cosa sono, ecco qui alcune definizioni delle Funzioni Esecutive:“Abilità cognitive necessarie per

programmare, mettere in atto e portare a termine con successo comportamenti finalizzati a uno scopo attraverso

un insieme di azioni coordinate e strategiche. Includono processi cognitivi e di autoregolazione che

consentono il monitoraggio e il controllo di pensieri e azioni, quali l’inibizione, la pianificazione, la flessibilità

attentiva, l’individuazione e correzione di errori” (Welsh e Pennington, 2009) “Una serie di abilità che

permettono alle persone di creare obiettivi, conservarli in memoria, controllare le azioni, prevedere gli ostacoli

al raggiungimento degli obiettivi.” ( Stuss,1992)“Sono funzioni cognitive di ordine superiore che rendono

capaci di formulare obiettivi e piani, ricordare questi piani nel corso del tempo, scegliere ed iniziare azioni che

ci permettono di raggiungere quegli obiettivi, monitorare il comportamento e aggiustarlo in modo da pervenire

a quegli obiettivi” (Aron, 2008) .

Lo sviluppo delle Funzioni esecutive copre l’infanzia e potenzialmente l’intero arco della vita. E’ stato possibile

osservare come già nella primissima infanzia si strutturano le Funzioni Esecutive. I precursori sono osservabili,

come suggerisce Piaget, già ad un anno di vita.

Nel primo anno di vita cominciano a svilupparsi le abilità basilari, nei bimbi di due anni si può già osservare

come l’inibizione si strutturi quando i bimbi sanno aspettare la risposta dell’altro prima di agire, evitando

di essere impulsivi. Tra i 4 e 5 anni si possono osservare i segni di controllo attentivo ed un aumento delle abilità

di inibizione, della flessibilità cognitiva, della memoria di lavoro. In età scolare le abilità raggiungono la migliore

maturazione come la flessibilità cognitiva, le altre si perfezionano progressivamente. Inoltre grazie al

progetto Pilota di Monte Carasso è stato dimostrato come le funzioni esecutive siano connesse all’ambito

dell’attività motoria e abbiano un ruolo cruciale in essa.

L’attività fisica stimola la creatività, l’organizzazione dei fanciulli, riducendo le problematiche comportamentali.

Di conseguenza la relazione tra attività motoria e apprendimento scolastico è molto collegata.

La promozione dello sviluppo delle Funzioni esecutive rappresenta quindi un importante campo di attenzione:

come insegnanti e come genitori siamo chiamati a sostenere, a dare spazio, perché i bambini possano attraverso

il corpo sperimentare e rafforzare queste abilità. E’ dimostrato quanto sia fondamentale non dare importanza

solo all’apprendimento classico, ma dedicare tempo e non solo momenti ristetti, a strutturare attività,

giochi, laboratori del “fare” concreto per permettere ai bambini di pianificare, ragionare, fare ipotesi, provare,

sbagliare, costruire … tenendo conto anche di tutto l’aspetto emotivo.

L’integrazione tra gli aspetti emotivi e quelli cognitivi è fondamentale perché sarà di sostegno agli apprendimenti

scolastici e di vita. Insegnare ai bimbi a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, aiutandoli a maturare

una buona regolazione, sarà questo di risonanza non solo sulla vita emotiva, ma anche sugli aspetti delle

funzioni esecutive.

Un buon sviluppo di questi processi mentali consentirà ai fanciulli, che poi saranno adulti, di avere un buon

comportamento adattivo, funzionale ed empatico nei diversi contesti della vita quotidiana, capaci di costruirsi

esperienze di significato nel corso della loro vita.

I campi delle Funzioni Esecutive sono:

INIBIZIONE capacità di porre attenzione sui dati importanti, ignorando i distrattori

FLESSIBILITA’ abilità di cambiare schema di comportamento secondo la risposta ricevuta

PIANIFICAZIONE abilità di creare un piano organizzativo

MEMORIA DI LAVORO capacità di mantenere in memoria informazioni e manipolarle

ATTENZIONE capacità di concentrare e focalizzare (comprende l’attenzione selettiva,

divisa e sostenuta).

FLUENZA capacità di un pensiero divergente

Sono venuta a conoscenza di alcuni giochi che sviluppano le Funzioni Esecutive in maniera divertente,

accattivante ed innovativo.

Camelot Jr ( ed. Smartgames) in modo originale sviluppa la pianificazione, la logica, l’adattabilità, il problem solving e la

concentrazione. Costruendo un percorso con blocchi di legno devi accompagnare il principe ad incontrare la principessa. Il

percorso deve seguire le indicazioni di un libretto che di volta in volta aumenta la difficoltà di risoluzione. I bambini vi assicuro si

divertono e giocando approfondiscono oltre che le funzioni esecutive, anche le abilità spaziali, l’intuizione e l’autocontrollo

emotivo. L’aumento delle difficoltà diventano un incentivo interessante per risolvere il percorso seguendo regole precise.

Ogni gioco dell’edizione Smart Games è studiato, organizzato attraverso innumerevoli contesti che hanno

saputo cogliere le molteplici sfumature delle funzioni esecutive applicandole in maniera unica e innovativa,

come i due giochi delle fiabe:

Cappuccetto Rosso

Little Red Riding Hood , il quale promuove la concentrazione, il problem solving, le intuizioni e le abilità spaziali, la

percezione virtuale attraverso la costruzione delle strade che devono portare ad entrate diverse della casa della nonna di

Cappuccetto Rosso. Ogni volta che componi la strada corretta passi al livello successivo, sempre più difficile.

Così anche i Tre Porcellini

Three little Piggies che in modo alternativo e intelligente nel costruire i percorsi dei tre porcellini, differenzia il gioco

creando il giorno e la notte. Durante il giorno disponi le case in modo che i porcellini restino fuori dalla casa, mentre la notte gli

incastri devono essere posizionati in modo che i porcellini proprio perché notte debbano essere in casa e il lupo rimanga

fuori. Ogni volta le difficoltà aumentano.

Vi assicuro che in modo intelligente questi giochi divertono e stimolano grandi e piccini alla logica, all’attenzione, all’intuizione, alla pianificazione, alle abilità spaziali, al problem solving, all’auto correzione, alla regolazione emotiva, alla flessibilità cognitiva e al gioco di gruppo. Queste attività ludiche promuovono e sostengono le competenze cognitive ed emotive, possono essere funzionali soprattutto per bimbini con deficit di attenzione / iperattività ( ADHD ), con Disturbo Oppositivo Provocatorio

( DOP ) e con DSA, in relazione alle funzioni esecutive.

Altri giochi che promuovono lo sviluppo delle funzioni esecutive sono i molti giochi dell’edizione Erickson, ne cito solo alcuni, come Mano Lesta che sviluppa le abilità attentive, di autocontrollo, di velocità di calcolo perché i partecipanti sono chiamati ad essere veloci nell’effettuare piccoli calcoli per sottrarre agli avversari le pepite.

Anche Ho una fame che… potenzia la memoria di lavoro, l’attenzione dovendo ricordare il verso o il nome nell’ordine corretto i diversi animali.

In queste attività vengono inseriti sempre elementi di difficoltà.

Vi auguro ora quindi di esplorare e sperimentare attivamente le funzioni esecutive.

BUON GIOCO !

8 – SEGNALAZIONI VARIE DAL VICINO E DAL LONTANO

DAL VICINO

L. Delucchi del Comitato segnala queste due opportunità , pur a distanza : >>Proseguono gli appuntamenti di DucaleOnline , visibili in anteprima sul profilo facebook di Palazzo Ducale , e disponibili poi in qualsiasi momento sul canale youtube della Fondazione: - martedì 5 maggio, La Genova di Montale , Alesandro Ferraro per il ciclo "Genova dei Poeti" , in collaborazione con Luoghi d'Arte e DiRAAS Università di Genova - giovedì 7 maggio, I tenebrosi racconti acustici di Sir Alfred (Hitchcock) , Massimo Arduino per il ciclo "Sotto le immagini" , dedicato al legame tra la musica e il cinema Per tutti gli aggiornamenti e per il calendario completo vi invitiamo a consultare il sito www.palazzoducale.genova.it e i nostri canali social, facebook e instagram.

>> Genitori, che domande vi state facendo? ( a cura di Alessandra Neri – pedagogista) forse.... "Come posso aiutare mio figlio nella scuola?" oppure "A volte mio figlio è arrabbiato o triste: come posso sostenerlo?" altro? Sicuramente sì!

Allora Scrivete le vostre domande a studio@alessandraneri.com o chiavari@welovemoms.net GRAZIE ALLA VOSTRE DOMANDE e alla collaborazione di WeLoveMoms potrò risponderVi con brevi video costruiti con riflessioni e strategie educative.

I video saranno trasmessi sul canale IGTV dal 5 maggio alle 17 in poi. Collegati alla pagina instagram: https://www.instagram.com/welovemoms_chiavari_e_levante/

>> Il Consorzio Tassano, nell’ambito di un progetto sostenuto dalla Compagnia San Paolo, ha identificato tre sedi ( Sestri L. / “casette rosse” ; Chiavari / centro famiglie ; S. Margherita / ludoteca comunale) dove si svolge il supporto allo studio per quei bambini e ragazzi che, per varie ragioni non hanno la possibilità di seguire la didattica on line.

DAL LONTANO

>> è opportuno segnalare, soprattutto ai docenti, il sito web www.aiutiamolascuola.it ; numerosi esperti, a titolo gratuito, sono a disposizione per il “soccorso” degli insegnanti per risolvere dubbi e incertezze su come procedere nella DAD. In allegato vengono anche presentate con opportune spiegazioni alcune “risorse” a cui si può accedere facilmente (piattaforme,…) .

>> molto utile anche entrare in contatto con www.weschool.com ; viene presentata una piattaforma digitale utile soprattutto per la didattica della “classe capovolta” . Possono iscriversi ai vari servizi offerti sia docenti che ragazzi . Ricca anche l’offerta di corsi di formazione on line a pagamento. Gli studenti possono trovare migliaia di testi su cui studiare ed esercitarsi anche in modo personalizzato.

9 – UNA PROPOSTA PER LA SCUOLA DEL FUTURO Bene ! Tutti i materiali esaminati e le idee espresse dalle insegnanti nel forum possono servire per formulare una proposta articolata nell’ottica di dare una maggiore flessibilità nella scuola che deve ripartire utilizzando al meglio le nuove competenze e strategie adottate durante il periodo di quarantena; una proposta a 360 ° che sottoponiamo alla vostra attenzione e valutazione . Nell’articolato sotto riportato la DAD va a concretizzarsi come una possibilità in più da utilizzare in determinate situazioni e non va a sostituire le modalità di attuazione degli attuali processi di insegnamento, sempre in costante evoluzione. Sarebbe poco logico tornare alla scuola di prima senza tener conto di tutte le fatiche fatte dai protagonisti dell’istruzione nell’ultimo periodo e di tutte le risorse spese. Del resto, in futuro, i ragazzi dovranno sempre più fare i conti con attività e lavoro a distanza, quindi è giusto che prendano pratica e “dominino” questa nuova possibilità. RIGUARDO AI DOCENTI : 1) in considerazione del fatto che è in fase di preparazione il nuovo contratto di lavoro, nell’articolo riguardante il profilo professionale del docente, precisare cosa sono le competenze tecnologiche includendo anche la DAD; tutte le competenze dovrebbero essere esercitate, non solo esplicitate; 2) predisporre a livello ministeriale un progetto di formazione obbligatoria che consenta a tutti (anche al personale a t.d.) di raggiungere un minimo di dimestichezza e autonomia nell’uso della didattica a distanza; già in passato ci sono stati momenti in cui sono stati svolti itinerari di formazione obbligatoria di fronte a nuove esigenze di revisione delle normali prassi; 3) individuare in ogni istituto dei docenti esperti in DAD che possano diffondere le buone prassi e da incentivare in maniera decorosa; 4) trovare un modo agile e condiviso per registrare e riconoscere le attività a distanza svolte , comprese le complesse fasi di preparazione e avvio dei vari momenti. RIGUARDO ALL’OFFERTA FORMATIVA : 5) utilizzare la formazione a distanza in favore di alunni assenti per lungo tempo per malattia o altro, di recente immigrazione, di inserimento nel nuovo contesto, ecc.; 6) prevedere dei percorsi individualizzati pomeridiani e/o estivi anche in rapporto 1:1, sempre con l’uso delle tecnologie, per favorire il recupero degli alunni più in difficoltà; 7) organizzare corsi aggiuntivi a distanza su materie facoltative (lingue straniere, latino, ecc ); 8) intervenire con strumenti tecnologici idonei nelle zone più decentrate per potenziare l’offerta formativa soprattutto là dove il personale docente cambia in continuazione e non è di ruolo; 9) utilizzare la DAD in caso di chiusura della scuola per varie cause ( allerte, ecc.); 10) promuovere la comunicazione a distanza tra classi dello stesso istituto ma di plesso diverso o con classi di altre scuole collocate in aree geografiche molto diverse; 11) organizzare lavori di gruppo a distanza tra alunni della stessa classe durante le attività pomeridiane. RIGUARDO ALLA FORMAZIONE CONTINUA : 12) avviare attività formative e di richiamo per gli adulti soprattutto in ambito linguistico e storico-geografico; nelle zone più decentrate l’offerta di corsi dovrebbe essere più ampia e riguardare anche argomenti di cultura generale. RIGUARDO ALLE FAMIGLIE : 13) verificare (da parte del M.I.U.R.) che in tutte le situazioni le famiglie abbiano il collegamento al web e gli strumenti tecnici per organizzare le attività a distanza; in caso di necessità contribuire sul piano economico per superare i problemi esistenti; 14) proporre ai genitori dei corsi di formazione in presenza per comprendere bene come si usano le tecnologie in ambito familiare; RIGUARDO AGLI EDIFICI SCOLASTICI:

15) fare una verifica seria ( da parte del M.I.U.R.) sulla situazione dei vari spazi presenti e fare in modo che ogni locale sia funzionale per svolgere una o più delle attività previste dal P.T.O.F.; implementare le dotazioni di vario tipo là dove necessario. Usare tutti gli spazi disponibili porta ad una scuola più flessibile anche nell’uso del tempo, in grado anche di ridurre il sovraffollamento delle aule normali. NOTE FINALI : 1) per attuare il piano di cui sopra necessitano nuove risorse umane e finanziarie, queste ultime da utilizzare in gran parte per incentivare lo sviluppo delle nuove competenze che dovranno esercitare i docenti; 2) siete pregati di leggere con attenzione la proposta; a breve, tramite mail, verrà chiesta la vostra opinione, con un semplice questionario; 3) la proposta, una volta consolidata, verrà diffusa in contesti più ampi.

10 – PENSIERINO DELLA SERA Il nostro pensiero questa sera va a tutti quei bambini e ragazzi che a seguito della pandemia hanno perso una o più persone care in famiglia; davanti agli occhi abbiamo le scuole di campagna e montagna funzionanti nei piccoli centri con un unico corso dove, alla ripresa delle attività scolastiche, quasi tutti gli alunni saranno segnati dal lutto. Non sarà facile il lavoro dei docenti e di tutta la comunità scolastica per fare in modo che la vita, pur in modo differente, possa riprendere a fluire. Possa l’esperienza scolastica rendere tollerabile il dolore e aiutare i giovani a trovare le risorse giuste per sopravvivere.

11 – UNA FRASE IN DONO Abbiamo scelto una frase di Luis Sepulveda , scomparso anche lui da poco per il Coronavirus. La citazione è ad alto contenuto pedagogico. Le sue idee e le sue parole hanno illuminato il percorso di crescita fatto da molti di noi. Grazie Luis! Da “ Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” : “Nessun uccello vola appena nato, ma arriva il momento in cui il richiamo dell’aria è più forte della paura di cadere e allora la vita gli insegna a spiegare le ali.“ >>

A presto e buona lettura !

Il Comitato di Redazione

30 aprile 2020



8.SEGNALAZIONI VARIE DAL VICINO E DAL LONTANO

DAL VICINO

L. Delucchi del Comitato segnala queste due opportunità , pur a distanza : >>Proseguono gli appuntamenti di

DucaleOnline , visibili in anteprima sul profilo facebook di Palazzo Ducale , e disponibili poi in qualsiasi

momento sul canale youtube della Fondazione:

- martedì 5 maggio, La Genova di Montale , Alesandro Ferraro per il ciclo "Genova dei Poeti" , in collaborazione

con Luoghi d'Arte e DiRAAS Università di Genova

- giovedì 7 maggio, I tenebrosi racconti acustici di Sir Alfred (Hitchcock) , Massimo Arduino per il ciclo

"Sotto le immagini" , dedicato al legame tra la musica e il cinema

Per tutti gli aggiornamenti e per il calendario completo vi invitiamo a consultare il sito www.palazzoducale.genova.it

e i nostri canali social, facebook e instagram.

>> Genitori, che domande vi state facendo? ( a cura di Alessandra Neri – pedagogista) forse.... "Come posso

aiutare mio figlio nella scuola?" oppure "A volte mio figlio è arrabbiato o triste: come posso sostenerlo?" altro?

Sicuramente sì!

Allora Scrivete le vostre domande a studio@alessandraneri.com o chiavari@welovemoms.net

GRAZIE ALLA VOSTRE DOMANDE e alla collaborazione di WeLoveMoms potrò risponderVi con brevi video

costruiti con riflessioni e strategie educative.

I video saranno trasmessi sul canale IGTV dal 5 maggio alle 17 in poi. Collegati alla pagina instagram:

https://www.instagram.com/welovemoms_chiavari_e_levante/

>> Il Consorzio Tassano, nell’ambito di un progetto sostenuto dalla Compagnia San Paolo, ha identificato tre

sedi ( Sestri L. / “casette rosse” ; Chiavari / centro famiglie ; S. Margherita / ludoteca comunale) dove si svolge

il supporto allo studio per quei bambini e ragazzi che, per varie ragioni non hanno la possibilità di seguire la

didattica on line.

DAL LONTANO

>> E’ opportuno segnalare, soprattutto ai docenti, il sito web www.aiutiamolascuola.it ; numerosi esperti,

a titolo gratuito, sono a disposizione per il “soccorso” degli insegnanti per risolvere dubbi e incertezze su

come procedere nella DAD. In allegato vengono anche presentate con opportune spiegazioni alcune “risorse”

a cui si può accedere facilmente (piattaforme,…) .

>> Molto utile anche entrare in contatto con www.weschool.com ; viene presentata una piattaforma digitale

utile soprattutto per la didattica della “classe capovolta” . Possono iscriversi ai vari servizi offerti sia

docenti che ragazzi . Ricca anche l’offerta di corsi di formazione on line a pagamento. Gli studenti possono

trovare migliaia di testi su cui studiare ed esercitarsi anche in modo personalizzato.

9 – UNA PROPOSTA PER LA SCUOLA DEL FUTURO

RIGUARDO ALLE FAMIGLIE :

13) verificare (da parte del M.I.U.R.) che in tutte le situazioni le famiglie abbiano il collegamento al web e gli

strumenti tecnici per organizzare le attività a distanza; in caso di necessità contribuire sul piano economico

per superare i problemi esistenti;

14) proporre ai genitori dei corsi di formazione in presenza per comprendere bene come si usano le tecnologie

in ambito familiare;

RIGUARDO ALLA FORMAZIONE CONTINUA :

12) avviare attività formative e di richiamo per gli adulti soprattutto in ambito linguistico e storico-geografico;

nelle zone più decentrate l’offerta di corsi dovrebbe essere più ampia e riguardare anche argomenti di cultura

generale.

RIGUARDO ALL’OFFERTA FORMATIVA :

5) utilizzare la formazione a distanza in favore di alunni assenti per lungo tempo per malattia o altro, di

recente immigrazione, di inserimento nel nuovo contesto, ecc.;

6) prevedere dei percorsi individualizzati pomeridiani e/o estivi anche in rapporto 1:1, sempre con l’uso delle

tecnologie, per favorire il recupero degli alunni più in difficoltà;

7) organizzare corsi aggiuntivi a distanza su materie facoltative (lingue straniere, latino, ecc );

8) intervenire con strumenti tecnologici idonei nelle zone più decentrate per potenziare l’offerta formativa

soprattutto là dove il personale docente cambia in continuazione e non è di ruolo;

9) utilizzare la DAD in caso di chiusura della scuola per varie cause ( allerte, ecc.);

10) promuovere la comunicazione a distanza tra classi dello stesso istituto ma di plesso diverso o con classi

di altre scuole collocate in aree geografiche molto diverse;

11) organizzare lavori di gruppo a distanza tra alunni della stessa classe durante le attività pomeridiane.

RIGUARDO AI DOCENTI :

1) in considerazione del fatto che è in fase di preparazione il nuovo contratto di lavoro, nell’articolo riguardante

il profilo professionale del docente, precisare cosa sono le competenze tecnologiche includendo anche

la DAD; tutte le competenze dovrebbero essere esercitate, non solo esplicitate;

2) predisporre a livello ministeriale un progetto di formazione obbligatoria che consenta a tutti (anche al

personale a t.d.) di raggiungere un minimo di dimestichezza e autonomia nell’uso della didattica a distanza;

già in passato ci sono stati momenti in cui sono stati svolti itinerari di formazione obbligatoria di fronte a

nuove esigenze di revisione delle normali prassi;

3) individuare in ogni istituto dei docenti esperti in DAD che possano diffondere le buone prassi e da incentivare

in maniera decorosa;

4) trovare un modo agile e condiviso per registrare e riconoscere le attività a distanza svolte , comprese le

complesse fasi di preparazione e avvio dei vari momenti.

Bene ! Tutti i materiali esaminati e le idee espresse dalle insegnanti nel forum possono servire per formulare

una proposta articolata nell’ottica di dare una maggiore flessibilità nella scuola che deve ripartire utilizzando

al meglio le nuove competenze e strategie adottate durante il periodo di quarantena; una proposta a 360 ° che

sottoponiamo alla vostra attenzione e valutazione . Nell’articolato sotto riportato la DAD va a concretizzarsi

come una possibilità in più da utilizzare in determinate situazioni e non va a sostituire le modalità di attuazione

degli attuali processi di insegnamento, sempre in costante evoluzione. Sarebbe poco logico tornare alla

scuola di prima senza tener conto di tutte le fatiche fatte dai protagonisti dell’istruzione nell’ultimo periodo e

di tutte le risorse spese. Del resto, in futuro, i ragazzi dovranno sempre più fare i conti con attività e lavoro a

distanza, quindi è giusto che prendano pratica e “dominino” questa nuova possibilità.

NOTE FINALI :

1) per attuare il piano di cui sopra necessitano nuove risorse umane e finanziarie, queste ultime da utilizzare

in gran parte per incentivare lo sviluppo delle nuove competenze che dovranno esercitare i docenti;

2) siete pregati di leggere con attenzione la proposta; a breve, tramite mail, verrà chiesta la vostra opinione,

con un semplice questionario;

3) la proposta, una volta consolidata, verrà diffusa in contesti più ampi.

RIGUARDO AGLI EDIFICI SCOLASTICI:

15) fare una verifica seria ( da parte del M.I.U.R.) sulla situazione dei vari spazi presenti e fare in modo che

ogni locale sia funzionale per svolgere una o più delle attività previste dal P.T.O.F.; implementare le dotazioni

di vario tipo là dove necessario. Usare tutti gli spazi disponibili porta ad una scuola più flessibile anche

nell’uso del tempo, in grado anche di ridurre il sovraffollamento delle aule normali.

10 – PENSIERINO DELLA SERA

Il nostro pensiero questa sera va a tutti quei bambini e ragazzi che a seguito della pandemia hanno perso

una o più persone care in famiglia; davanti agli occhi abbiamo le scuole di campagna e montagna funzionanti

nei piccoli centri con un unico corso dove, alla ripresa delle attività scolastiche, quasi tutti gli

alunni saranno segnati dal lutto. Non sarà facile il lavoro dei docenti e di tutta la comunità scolastica per

fare in modo che la vita, pur in modo differente, possa riprendere a fluire. Possa l’esperienza scolastica

rendere tollerabile il dolore e aiutare i giovani a trovare le risorse giuste per sopravvivere.

11 – UNA FRASE IN DONO

Abbiamo scelto una frase di Luis Sepulveda , scomparso anche lui da poco per il Coronavirus. La citazione è

ad alto contenuto pedagogico. Le sue idee e le sue parole hanno illuminato il percorso di crescita fatto da

molti di noi. Grazie Luis! Da “ Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” :

A presto e buona lettura !

Il Comitato di Redazione

30 aprile 2020

“Nessun uccello vola appena nato, ma arriva il

momento in cui il richiamo dell’aria è più forte

della paura di cadere e allora la vita gli insegna

a spiegare le ali.”