Insegnanti e bambini alla deriva
(di L. Delucchi)
Sono un'insegnante di Scuola dell'infanzia, con diversi anni di esperienza, mi trovo spesso a riflettere e confrontarmi con le colleghe su quanto la nostra professione sia diventata sempre più complessa, la fatica fisica, lo stress e la frustrazione cominciano ad emergere visto il carico di compiti e funzioni che le insegnanti da sole sono chiamate ad assolvere, dobbiamo ammettere apertamente di essere insegnanti in difficoltà.
Quante e quali competenze ci vengono richieste ogni giorno per gestire situazioni educative complesse e difficili, situazioni di disabilità, di svantaggio, alunni stranieri, alunni con scarsa attenzione, rabbia/prepotenza variamente espressa, iperattività.
L'insegnante diventa un punto di riferimento educativo, è indispensabile ascoltare e decodificare; per poter agire deve tener conto di tutti gli elementi che influiscono nello sviluppo della personalità, da quelli emotivi e cognitivi, alla struttura familiare all'ambiente di provenienza, ma purtroppo il tempo da poter dedicare al singolo bambino è veramente poco; è necessario rivedere il rapporto numerico bambini (25/28) per insegnante, in una fascia di età in cui sarebbe necessario un intervento quasi esclusivamente individualizzato.
Ogni sezione è composta da bambini appartenenti a tre o quattro fasce di età (quindi dai 3 ai 6 anni); si dovrebbero attuare diverse attività didattiche e diversi interventi educativi contemporaneamente, per questo sarebbe necessario prevedere la presenza di altre figure professionali in grado di dare supporto e assistenza alle docenti.
Sarebbero necessarie diverse modalità organizzative oltre che spazi e strutture idonee per far sì che le otto ore di tempo scuola siano realmente tempo educativo e di crescita. Inoltre, avendo presente che la scuola dell’infanzia è il luogo privilegiato dove possono essere individuate dalle docenti di sezione con tempestività e consapevolezza carenze socio-culturali e difficoltà varie, è importante poter assicurare la progettazione di interventi educativi e didattici adeguati a ogni bambino/a per la formazione e il suo sviluppo cognitivo sociale e affettivo, ma le risorse che la Scuola mette in campo sono veramente insufficienti.
Per questo, secondo me, la priorità è attuare interventi legislativi e strutturali nella scuola dell’infanzia attraverso una riforma condivisa in grado di rispondere alle reali e legittime esigenze sociali di questo tempo così complesso.