Campo base di Luca Pani

Rondine

La scuola nell'epoca globale

Care ragazze, cari ragazzi, la scuola riparte. E con la scuola riparte il ritmo consueto e dinamico della società. La scuola scandisce l’anno non soltanto dei giovani, ma anche delle famiglie, delle comunità, delle città e dei paesi. La riapertura della scuola da sempre costituisce un’opportunità, una forte ragione di impegno comune, un motivo di speranza. È il percorso verso il nostro futuro. Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo a Forlì in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023-2024, ha invitato i ragazzi e le ragazze a cogliere il valore della ripartenza, del vivere la scuola come un luogo di tutti e per tutti. 

Il progetto Rondine Cittadella della pace nasce all'interno di questa prospettiva: la scuola nell'epoca globale non tollera esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari. Sono lieto di ospitare al Campo Base la Prof.ssa Brescia Ilaria insegnante di religione presso il Liceo Marconi Delpino che da quest’anno partecipa, insieme ad altri docenti, alla formazione sul Metodo Rondine.


Dove si trova Rondine e qual è il suo scopo?

 

Il borgo di Rondine sorge sulla riva destra del fiume Arno, a pochi chilometri da Arezzo, ed è immerso nella Riserva naturale di Ponte Buriano, il ponte dipinto da Leonardo da Vinci alle spalle della Monna Lisa. Qui nasce e si sviluppa Rondine Cittadella della Pace: un’organizzazione che si impegna a contribuire a un pianeta privo di scontri armati, in cui ogni persona abbia gli strumenti per gestire creativamente i conflitti, in modo positivo. Racconta Franco Vaccari, Presidente della Cittadella della Pace: Ho capito della necessità del disarmo e di quanto sia difficile, dalla prima esperienza, quando sono arrivati i primi 2 giovani russi e 3 ceceni. Un giorno mi chiamarono, erano davanti alla lavatrice e se ne volevano andare perché non volevano lavare le mutande e i calzini nella stessa acqua. Se ne andarono in 3 e io capii cosa volevo fare: un luogo non dove mettere insieme idee, non un luogo intellettuale, ma un posto dove cercare di mettere insieme l’intera vita, mettersi in gioco, questo significa poter costruire una relazione.

Come si inserisce il Progetto Rondine nella realtà scolastica del nostro territorio e in generale della scuola italiana?

Il Liceo Marconi Delpino di Chiavari, per questo nuovo inizio di anno scolastico, ha aderito con alcuni insegnanti alla formazione Rondine con l’obiettivo nei prossimi anni di poter avviare una sezione della pace: un triennio o un quinquennio sperimentali che la scuola potrà attivare al fine di proporre un’offerta educativa e formativa centrata sul Metodo Rondine per la trasformazione creativa dei conflitti, una sperimentazione che rimette al centro la relazione educativa docente-discente, per uno sviluppo umano integrale. Infatti anche per l’anno scolastico 2023/24 Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, ha rinnovato, alla presenza di Franco Vaccari Presidente di Rondine Cittadella della Pace, la firma sul Protocollo d’intesa sulle sezioni Rondine: nel corso degli anni il Metodo Rondine si è rivelato utile ed efficace nella costruzione di un dialogo costruttivo tra docente e studente, per la serenità dell’ambiente scolastico, nel contrasto al bullismo e nella creazione di un ambiente accogliente che favorisca l’apprendimento. Per questo sono felice di rinnovare l’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e Rondine: i metodi educativi e l’approccio didattico proposti si inseriscono pienamente nel progetto cui ho iniziato a lavorare sin dal primo giorno del mio incarico di ministro: valorizzare il merito nella scuola italiana, creando le condizioni perché tutti i ragazzi possano far sbocciare i loro talenti individuali sulla base delle proprie qualità.

In cosa consiste il metodo Rondine?

Al cuore del Metodo Rondine c’è la cura della relazione che adesso viene portata e applicata in maniera universale, oltre alle persone che vengono dai luoghi di guerra.  

Il monumento che sorge all’inizio della Cittadella della Pace racconta bene questo metodo; l’opera è stata ideata e realizzata da un imprenditore, Giuseppe Baracchi, che ha portato un masso dall’Arno, levigato, liscio, che ricorda che ogni relazione è frutto di una finezza, raffinatezza di lavoro. Questo lo ha ricordato e lo ha riconosciuto anche Liliana Segre quando, nella sua testimonianza a Rondine del 2020, ricorda il suo primo incontro con questa realtà risalente al 2002: sembrava un’utopia, un sogno di poche persone di buona volontà, ma subito fu come un incantamento. Era quello che anche io avrei voluto realizzare nella vita, quello che vedevo come qualcosa d’impossibile e che qui a Rondine, invece, nella piccola e modesta realtà di allora, si cercava di fare. Era un inizio, un inizio straordinario. Ha compreso che nelle relazioni costruite con questo metodo si esce dall’indifferenza, si esce dall’odio, si esce dalla violenza che è quello che le sta più a cuore: se pensi che una cosa non ti riguarda e ti volti dall’altra parte, è lì che inizia l’orrore. Ricordo di aver letto in un suo libro il racconto della marcia della morte e della sua mancata vendetta verso una guardia nazista, che in fuga, aveva perso la pistola davanti a lei. È la scelta di vita che fa a 14 anni che l’ha resa la donna libera e di pace che è oggi.

Il metodo Rondine è espresso bene anche dal secondo masso preso dal monastero di Camaldoli: 1000 anni di storia per dire che la cura di una relazione produce civiltà nuova. Le persone che fanno esperienza di questo metodo lo portano in ambiti diversi (scuola, lavoro) ma anche in luoghi fisici differenti, come racconta il movimento delle rondini nella parte alta dell’opera, cambiando la vita sociale e professionale.

E poi c’è un terzo masso che viene da la Verna, luogo carissimo a San Francesco d’Assisi, in quel luogo ha vissuto un conflitto tremendo sapendolo trasformare in pace interiore; il Metodo Rondine si ispira a questa esperienza perché insegna a trasformare i propri conflitti in relazioni pacificate aprendosi a tutte le persone.

Quale messaggio importante hai colto in questo inizio di corso di formazione?

Il messaggio che mi ha maggiormente colpito è che le relazioni umane sono tutte differenti, quante sono le storie, i volti, i luoghi, le culture; sotto la differenza che deve essere sempre conservata, c'è qualcosa che appartiene a tutte le donne e a tutti gli uomini: l'umano, l'integrità della persone e l'interezza della relazioni. Come dice Vaccari l'altro è come un'interruzione nel proprio discorso, ma se non ci fosse questa interruzione ognuno di noi farebbe un monologo. Ecco cosa significa la fatica e la passione della costruzione delle relazioni.

Bibliografia e sitografia