Pillole di pedagogia e didattica

Contare per davvero...

Care amiche e amici,

questa volta mi dedico al pensiero logico-matematico e alla sua didattica; l'idea mi è venuta visitando quest'estate nella Valle del Primiero una mostra dedicata alla storia della scuola locale.
Devo dire che sono rimasto a bocca aperta; già all'inizio del XX secolo la scuola elementare, sotto l'influenza austriaca, era molto avanzata: soprattutto riguardo alla matematica c'era concretezza e l'uso di tanti cartelloni e semplici sussidi che ormai, quasi sempre, sono impolverati e riposti in armadi vetusti.
Ho potuto così vedere e riscoprire abaci, pallottolieri, strumenti per memorizzare le tabelline, forme e solidi geometrici e così via.

E ora? La risposta più semplice che forse tanti danno è che "non c'è più tempo..." ; i procedimenti vengono svolti tutti subito con "carta e penna" e tutto viene accelerato senza portare spesso ad un vero apprendimento. Forse ha inciso anche l'uso non molto ragionato del PC che, per alcuni versi, sostituisce il ragionamento logico-matematico.

Riprendiamo ora le principali fasi del ragionamento matematico :
- momento "pratico": tutto il lavoro deve avere inizio partendo dalla realtà che offre molti spunti al riguardo; senza praticità e concretezza è difficile sviluppare procedure adeguate;
- momento del "ragionamento": in questa fase si fissano i concetti e i procedimenti usando sussidi e riportando i passaggi principali con l'ausilio di cartelloni da appendere;
- momento degli "esercizi" : quando sembrano esserci le condizioni, si procede con esercizi graduati, sia di gruppo che individuali. Le proposte possono essere anche individualizzate.

A questo punto corre l'obbligo di ricordare alcune "pratiche" molto comuni fino a non molto tempo fa :
- il calcolo orale che, spesso, veniva effettuato quasi tutti i giorni: si sviluppava la rapidità e si consolidava uno strumento veramente utile che consentiva di fare a meno della calcolatrice e di tutti gli altri strumenti ora in voga;
- il calcolo "ad occhio": anche questa è un'abilità non da poco; capire al volo quando ci può essere un errore può servire spesso in molte situazioni della vita comune;
- le uscite da scuola: nella realtà ci sono molti aspetti matematici e geometrici da osservare e da problematizzare;
- le attività sulle "misure": era uno degli aspetti più concreti del lavoro; veniva sperimentato l'approccio ai vari sistemi di misura, fino a quando fare equivalenze non diventava un'attività ragionata e non meccanica.
Non parliamo poi delle attività di logica: quanto lavoro sui blocchi logici si faceva, quanti esercizi "vero-falso"!

Quindi forse, cari amici, l'idea potrebbe essere quella di tornare a dare un po' di concretezza a questi processi: apriamo gli armadi e tiriamo fuori gli scheletri, cioè i sussidi!
Facciamo in modo, come dicono gli esperti, che i mezzi (il computer) non diventino i fini!
Forse così tanti quesiti delle prove INVALSI, che sono pensati in modo divergente, diventeranno meno ostici e l'autostima di tutto il sistema migliorerà in modo notevole!
Buon lavoro a tutti!