"Campo base"

(di L. Pani)

Polenta istantanea?

Ebbene sì, amici di Pedagogia 20.20!

Adoro cucinare e sono anche una buona forchetta. Vi rivelo un segreto, ma non ditelo a nessuno! Da quando Carlo Petrini, nel lontano 1986, ha fondato Slow Food in quel di Bra, espongo nella mia libreria, con notevole fierezza e perpetua acquolina, tutte (e dico tutte) le guide “gialle” sulle migliori trattorie d’Italia. Non ne ho persa una.

Perché tutto questo? Amo la lentezza, non lo nascondo. Se posso rallento, in gran parte delle mie azioni, soprattutto nella condivisione del cibo con gli amici, a pranzo e a cena. Lo ritengo un valore.

Colpa di Petrini? Forse... ma lo ringrazio, perché da lui ho imparato a promuovere il diritto al piacere e a difendere la centralità del cibo e il suo giusto valore.

In questo contesto culinario, ho conosciuto molte tra le più diffuse filosofie slow che si sono diffuse; sono tantissime: slow life, slow education, slow school, slow wine, etc etc.

L’aggettivo slow è oramai associato a una miriade di stili di vita e strategie pedagogiche - didattiche. È evidente che esiste un motivo, una domanda di senso sulla vita, un richiamo al valore del “rallentare”. Potremmo dire che Il panta rei di Eraclito è diventato un tutto scorre troppo velocemente e abbiamo perso il gusto profondo del “perdere tempo” che rende ogni istante unico, irripetibile, curato nei minimi particolari.

Educare a “rallentare” rallentando, non è un semplice gioco di parole: è, per il docente, un tentativo costante e quotidiano di - una volta entrati in classe - decidere di non essere dei semplici trasmettitori di nozioni disciplinari, di porsi in ascolto dei ragazzi, programmare un agire didattico avendo presente i volti e la storia di chi educo. In tutto questo il “programma”, il “piano didattico annuale” è in secondo piano perché ciò che conta è l’altro, l’alunno. Se nel nostro essere educatori decidiamo di “rallentare”, di “perdere del tempo” per l’altro è un ottimo servizio che facciamo, anche a noi stessi.

Concludo proponendovi di leggere il testo dell’ultima canzone di Fiorella Mannoia “Padroni di niente”, scritta da Ultimo (https://www.youtube.com/watch?v=7by3Vw4WAt0). È una poesia. In un passaggio del testo, a mio avviso, si descrive il valore del “rallentare” nel nostro stile di vita:

“sarà che quando penso di voler cambiare il mondo
poi succede che è lui che invece cambia me
e poi e poi e poi
sarà che quando penso di voler salvare il mondo
poi succede che è lui che invece salva me”

Colui che è disposto a “rallentare”, “perdere tempo” per gli altri, si lascia cambiare, salvare, e lascia una traccia preziosa del suo cammino.

P.S. Dimenticavo... un consiglio da umile cuoco! Diffidate della polenta istantanea, “perdete tempo” a girare e rigirare il mestolo nel paiolo.

È più faticoso... ma il risultato lascia senza parole. Non l’avrebbero chiamata PO-LENTA!

Dal Campo Base... buon appetito!


PADRONI DI NIENTE

Passa certo che passa
il tempo cammina e lascia la sua traccia
disegna una riga sopra la mia fronte
come se fosse la linea di un nuovo orizzonte
cambia la mia faccia cambia
cambia la mia testa, il mio punto di vista
la mia opinione sulle cose e sulla gente
cambia del tutto o non cambia per niente
E poi e poi e poi
sarà che quando penso di voler cambiare il mondo
poi succede che è lui che invece cambia me
e poi e poi e poi
sarà che quando penso di voler salvare il mondo
poi succede che è lui che invece salva me
la convinzione che non cambierà mai niente
è solo un pensiero che inquina la mente
E poi e poi e poi
sarà che quando penso di voler cambiare il mondo
poi succede che è lui che invece cambia me
e poi e poi e poi
sarà che quando sento di voler salvare il mondo
poi succede che è lui che invece salva me
C’è che siamo padroni di tutto e di niente
c’è che l’uomo non vede, non parla e non sente
qui c’è gente che spera in mezzo a gente che spara
e dispera l’amore
qui c’è chi non capisce che prima di tutto
la vita è un valore
e se fosse che stiamo davvero sbagliando
e facendo il più brutto dei sogni mai fatti
e se fosse che stiamo soltanto giocando
una partita di scacchi tra il nero ed il bianco, il nero ed il bianco
E poi e poi e poi
sarà che quando penso di voler cambiare il mondo
poi succede che è lui che invece cambia me
e poi e poi e poi
sarà che quando sento di voler salvare il mondo
poi succede che è lui che invece salva me
C’è che siamo padroni di tutto e di niente
c’è che l’uomo non vede, non parla e non sente
qui c’è gente che spera in mezzo a gente che spara
e dispera l’amore
qui c’è chi non capisce che prima di tutto
la vita è un valore
la vita è un valore