L'intervista del mese

La parola a Francesca Azzini,
docente di sostegno del Liceo...

  • racconta brevemente la tua carriera scolastica fino alla situazione attuale

dopo la laurea in scienze biologiche presso l’Università di Genova, ho conseguito un dottorato di ricerca in biologia ed ecologia marina presso Università. Politecnica delle Marche, ho poi iniziato a dedicarmi all’attività didattica dapprima in una scuola Paritaria e poi nella Scuola Statale. Attualmente sono in servizio presso il Liceo Marconi Delpino di Chiavari come docente di sostegno specializzato.

  • hai/hai avuto incarichi importanti a scuola?

Ritengo che l’incarico più importante nella scuola sia proprio quello dell’insegnamento: il lavoro che facciamo in classe con gli studenti.
Nella mia scuola attualmente ricopro il ruolo di Funzione Strumentale per l’Inclusione. Questo incarico, almeno per come lo interpreto io, può essere utile alla scuola per supportare il DS nella “gestione delle risorse” e molto importante nella relazione con le famiglie degli studenti con disabilità.

  • cosa ti piace del tuo lavoro?

La possibilità di accogliere e percorrere un pezzo di strada con ragazzi di 14-15 anni che arrivano nella scuola secondaria di secondo grado e accompagnarli a diventare uomini e donne, alla soglia dell’età adulta. Non è certo l’unico, ma è uno degli aspetti che più mi affascinano del mio lavoro.

  • cosa non ti piace?

Faccio fatica a trovare aspetti negativi, certo non mancano le giornate faticose o difficili ma in generale sono sempre contenta di “andare a scuola”… almeno quando esco di casa la mattina!

- se fossi nominata... Ministro della Pubblica Istruzione, cosa faresti per prima cosa?

Questa domanda è davvero difficilissima; penso che, di fatto, avere nella testa e anche nel cuore, la responsabilità del percorso formativo delle future generazioni del Nostro Paese sarebbe davvero troppo per me. Penso però che come prima cosa mi metterei in ascolto, farei un lavoro di osservazione; prima di “fare” occorre osservare, conoscere per non rischiare di fare danni.

  • quali problemi hanno i ragazzi di oggi?

Non saprei rispetto ai problemi; penso alcuni vivano profonde sofferenze, che non riescono a gestire e non sanno come consegnare, condividere con gli adulti: genitori e insegnanti. Ci sono situazioni in cui i ragazzi sono letteralmente sopraffatti da dalle situazioni che vivono e/o dalle persone che li circondano senza riuscire a vedere persone a cui affidarsi. Alcuni vivono dolori straordinariamente profondi.

  • e le famiglie?

Le famiglie penso abbiano bisogno di tempi distesi, che per tanti genitori, la vita di oggi non consente di avere.
E ribadisco quanto detto in precedenza genitori autorevoli e consapevoli; che chiedano ai loro figli “come stai?” piuttosto che “quanto hai preso?”…
e i docenti?

Non so che problemi abbiano i docenti, vorrei però dire chi vorrei che fossero: adulti coerenti che sappiano ascoltare i ragazzi nel profondo, non “degli amici” con cui relazionarsi alla pari, ma qualcuno che sappia mettere dei paletti, dire dei no, ma che poi sia presente. Persone capaci di stimolare i ragazzi piuttosto che metterli costantemente alla prova per misurare il loro valore solo in termini di performance. In una parola adulti autorevoli che li abbiano a cuore!


Grazie Francesca! Buon lavoro e complimenti per la tua motivazione al compito che stai svolgendo!