Pensierino della sera

( di F. Codebò)

Un saluto a Lorenzo e a Giuseppe

Purtroppo nei mesi scorsi si sono registrati a poca distanza di tempo due infortuni mortali che hanno riguardato due giovani impegnati in momenti di formazione mirata ad acquisire competenze da spendere poi nel mondo del lavoro:
- a Udine Lorenzo, 18 anni, è morto colpito da una trave in fabbrica mentre stava svolgendo le ultime ore del suo stage;
- in provincia di Ancona, Giuseppe, 16 anni, è morto a seguito di un incidente stradale in cui è rimasto coinvolto il furgoncino della ditta presso cui stava compiendo un percorso nell'ambito della formazione professionale regionale.

Le reazioni degli studenti e di tanti esponenti sindacali e politici sono state molto forti e hanno messo il dito sul fatto che il sistema di "alternanza scuola e lavoro" è stato forse organizzato senza molti approfondimenti e nasconde spesso abusi, sfruttamenti, carenze, rischi vari.
In Italia la sicurezza sul lavoro non funziona e gli incidenti mortali sono quotidiani, quindi si può dire con tristezza che il sistema è stato replicato, a grandi linee, in questi momenti di formazione fuori dall'aula.
I giovani hanno fatto una manifestazione nazionale a Roma il 18 febbraio per chiedere la revisione profonda delle attuali modalità di collaborazione tra scuola e mondo del lavoro.

Cosa dire? Di fronte ad ogni morte bisogna fermarsi a riflettere, in questo caso ancora di più: non dovrebbe succedere di perdere la vita durante un'esperienza formativa del tutto particolare.
I responsabili del sistema, a tutti i livelli, forse non si accorgono di una realtà che è sempre più complessa. I ritmi della decisione sono troppo accelerati, si pensa che una volta sistemate le carte, tutto sia a posto.
Non vengono programmate (o vengono fatte con sufficienza) vere verifiche e valutazioni delle decisioni prese e dei percorsi svolti: e questo è grave!