Campo base

a cura di Luca Pani

OTTOBRE 2020 - STELLE IN MEZZO ALL'OSCURITA'

In questi sette anni di pontificato, Papa Francesco ha incarnato la parola “fraternità” fin da dall’istante in cui ha scelto il suo nome: Francesco. Non a caso la firma alla Lettera Enciclica “Fratelli tutti” è stata posta dal Papa stesso sull’altare che custodisce le spoglie del Santo di Assisi il 3 Ottobre 2020, vigilia della festa del Poverello di Assisi. Il gesto in sé parla da solo. La figura di San Francesco accompagna il pontificato del Papa in tutto e per tutto. Tutte le parole, le scelte, i viaggi, gli incontri di Papa Francesco rimandano al tema della fraternità e non a caso il fondamento biblico di tale messaggio lo si trova nella Parabola del Buon Samaritano: il messaggio di fraternità di Papa Francesco è universale, il prossimo è colui che spesso riteniamo lontano da noi, per religione, cultura, ma si prende cura, si china sulla “vittima” e diventa prossimo.

La lettura della Lettera Enciclica “Fratelli tutti” richiede, a mio avviso, un approccio “lento” e discreto, nel senso che il testo tocca in modo profondo, netto e ampio il nostro essere umani e cristiani. Ne consegue che ogni singola parola chiede di essere meditata, riletta, oserei dire sottolineata con la matita, quasi a ribadire a noi stessi la vicinanza dello scritto al nostro vissuto, ma anche alle vicende del mondo di cui facciamo parte.

Tantissimi sono gli spunti di riflessione che nascono dalla Lettera del Papa. Mi limito a riproporre il punto 222, “Recuperare la gentilezza” all’interno del capitolo DIALOGO E AMICIZIA SOCIALE. Ho trovato questo brevissimo paragrafo vicino allo stile educativo “fraterno” e, tradotto in un contesto pedagogico, “inclusivo”.

“L’individualismo consumista provoca molti soprusi. Gli altri diventano meri ostacoli alla propria piacevole tranquillità. Dunque si finisce per trattarli come fastidi e l’aggressività aumenta. Ciò si accentua e arriva a livelli esasperati nei periodi di crisi, in situazioni catastrofiche, in momenti difficili, quando emerge lo spirito del “si salvi chi può”. Tuttavia, è ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo all’oscurità “.

Diventare “stelle in mezzo all’oscurità” nel nostro stile educativo credo sia un obbiettivo estremamente concreto, che ci rende “prossimi”, appassionati dell’umano, cercatori di felicità per noi e per chi incontriamo sulla nostra strada.

Buona lettura di “Fratelli tutti” e tenete a portata di mano una matita… merita!

NOVEMBRE 2020

IL MONDO...LA MIA CASA

Da qualche giorno ritornano nella mia mente alcune immagini che mi hanno colpito non poco a proposito della plastica e spazzatura accumulata nei pressi del Campo Base dell’Everest nel maggio del 2018. In buona parte residui lasciati da alpinisti incivili. Mai come in questo articolo che mi presto a scrivere risuona forte il titolo che ho scelto per questa rubrica: “Campo Base”. Una montagna di spazzatura, (bottiglie di plastica, bombole di ossigeno vuote, lattine, attrezzature alpinistiche e altro) è triste dirlo, ma da tempo l’Everest ha perso il suo fascino di montagna immacolata e, soprattutto a causa delle spedizioni commerciali,

oggi è sempre più ricoperta di rifiuti umani. Nell’Aprile del 2018, riporta il Global Times, la Cina in un tentativo di pulizia ha recuperato 8,5 tonnellate di rifiuti presso il Campo Base. Una buona notizia è che anche il governo nepalese ha lanciato una campagna di pulizia sul versante dell’Everest il 14 Aprile 2019 e che in poco più di una settimana ha ottenuto degli ottimi risultati per tentare di ridurre l’inquinamento.

Uno scatto che non ci lascia indifferenti. Documenta con rara schiettezza la condizione dei nostri oceani.

Uno scatto che ci sprona a “darci una mossa”, a non perdere tempo, ad accettare l’idea che il mondo è la nostra casa, e ne dobbiamo avere estrema cura.

Nel docu-film del 2016 “A Plastic Ocean” (visibile su Netflix) del giornalista australiano Craig Leason, a proposito della plastica si dice: “la plastica è meravigliosa perché è durevole. La plastica è terribile perché è durevole”. Nel 2011 Craig parte alla ricerca della balenottera azzurra al largo dello Sri Lanka, un luogo che ha la fama di essere incontaminato. Eppure, persino tra quelle acque, il giornalista si imbatte in rifiuti di plastica, una vera e propria piaga che ha devastato l’ecosistema del nostro pianeta. Le balenottere, questi enormi mammiferi spalancano la bocca, inghiottendo l’acqua, per trattenere i krill e i pesci minuscoli.

Così facendo inghiottono tonnellate di plastica. Le plastiche più pericolose nell’oceano sono le cosiddette “lacrime di sirena”: le microplastiche, così piccole da risultare impercettibili ad occhio umano e per questo facilmente ingeribili dalla fauna marina e poi dall’uomo.

Documentare è il primo passo, ma non basta, occorre agire, mettere in atto nuovi stili di vita per salvare il mondo e chi lo abita. Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato sii”, dopo aver analizzato la situazione in cui ci troviamo (inquinamento e cambiamento climatico, la questione dell’acqua, la perdita di biodiversità, il degrado sociale etc..) chiede a tutti gli esseri umani, credenti e non credenti una conversione, un cambiamento, una cura del mondo che non può più attendere.

Il mondo è in pericolo. Non possiamo nasconderlo né a noi né ad altri. Un primo passo importante, che si può tradurre anche in una proposta di progetto educativo - ambientale, per giungere insieme ad una soluzione, è documentare attraverso la fotografia, la ripresa video, la scrittura di articoli di cronaca, le conseguenze dell’inquinamento negli ambienti naturali e nei contesti in cui viviamo. L’attività di documentazione, in tutte le sue forme, apre gli occhi sulla cruda realtà, ma ci stimola non poco a mettere in atto tutte le soluzioni possibili per recuperare tempo perso. Tra gli scatti fotografici finalisti del Wildlife Photographer of the Year 2017, prestigioso concorso che raccoglie e seleziona il meglio della fotografia naturalistica a livello mondiale, c'è anche "Sewage Surfer", lo scatto di Justin Hoffman che ritrae un cavalluccio marino intento a trascinare un cotton fioc rosa. La foto, realizzata in Indonesia, è diventata il simbolo del "mare di plastica" che invade e inquina le nostre acque.Tra gli scatti fotografici finalisti del Wildlife Photographer of the Year 2017, prestigioso concorso che raccoglie e seleziona il meglio della fotografia naturalistica

a livello mondiale, c'è anche "Sewage Surfer", lo scatto di Justin Hoffman che ritrae un cavalluccio marino intento a trascinare un cotton fioc rosa. La foto, realizzata in Indonesia, è diventata il simbolo del "mare di plastica" che invade e inquina le nostre acque.

Concludo con questa citazione di San Francesco, che sintetizza magistralmente l’invito alla “conversione” che ci chiede il Pontefice nella sua Enciclica e che il Creato attende da noi: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.”

DICEMBRE 2020

Elogio di una BIC rossa

Anche al nostro Campo Base è Natale! Quale festa più di questa ci ricorda ciò che per noi è essenziale nel

viaggio della vita. Dal Campo Base si parte con uno zaino leggero, con dentro ciò che conta; è fondamentale,

per non perdere l’equilibrio lungo il sentiero!

Essenziale va a braccetto con semplicità. In fondo il mistero di Betlemme ci rivela che la bellezza della

vita è nascosta nella semplicità e nella quotidianità.

Vi racconto, cari amici, come pochi giorni fa ho ricevuto dai miei alunni un dono inaspettato! Al termine

della mia ultima lezione pre-natalizia di Educazione Civica (benvenuta finalmente santa Educazione

Civica! “Filo sottile” che unisce tutte le discipline, da questo anno scolastico...) parlavo del rispetto

dell’ambiente, dell’uso intelligente delle risorse della terra... e un’alunna, a nome di tutti, mi porta un

pacchetto, ben confezionato con una pagina di quaderno a quadretti, legato con spago tipo insaccato

“felino”, una scritta in bella calligrafia “Buon Natale maestro Luca!”. La mia non poca curiosità ha avuto

la meglio, e alla richiesta di poter aprire il pacchetto artigianale, tutta la classe era d’accordo.

Cala il silenzio, scopro il contenuto: una BIC rossa! Forse usata... forse nuova... chissà! Poco importa!

“Ciò che conta è il pensiero” pensavo dentro di me, ma sbagliavo! Per loro quella BIC rossa era tutto

quello che avevano, era importante, forse un loro astuccio ora ne era privo, o forse era una penna di

riserva o una di troppo. Poco importa. Erano felici di averla data a me, e io felice di averla ricevuta da

loro.

Ecco il Natale! L’Essenziale si fa bambino nella semplicità. Auguro a tutti voi di ricevere prima o poi una

“BIC rossa”, nuova o usata non importa, di stupirvi di fronte alla semplicità, di sentirvi liberi perché possedete

l’essenziale, ciò che conta: con quella “BIC rossa” Dio sa scrivere dritto nelle nostre righe storte!

Chiudo con una foto dell’archivio di Walter Bonatti, una perla che racchiude lo stile educativo che ci deve

contraddistinguere in questi tempi difficili.

Dal campo base è tutto, passo e chiudo!

Buon 2021!