La mia scuola (di L. Delucchi)

La seconda tappa fondamentale nel mio proseguimento scolastico è nei due anni che ho passato al doposcuola di Cassego per prepararmi agli esami di Scuola Magistrale. Ho svolto un tirocinio sia sulle difficoltà di crescita che su quelle di apprendimento, ovviamente con la supervisione e guida di Don Sandro. Questa esperienza si è eretta su alcuni punti principali:

1-La comunità scolastica deve crescere tutta insieme

2-Nel gruppo, a ciascuno, con i suoi tempi, va riconosciuto uno spazio per esprimersi.

In questo modo ogni personalità ha il tempo per integrarsi e imparare a rispettare le esigenze dell'altro. Non ci si scandalizzava se il gruppo prendeva prima gli aspetti negativi che quelli positivi, per amalgamare il gruppo si doveva pazientare almeno alcuni mesi. Un tempo quotidiano veniva dedicato alla lettura di diversi quotidiani, sia per mantenere il contatto con la realtà del momento sia per ampliare il lessico e la padronanza della lingua. Tutto questo insieme di esperienze mi è stato estremamente utile quando ho avuto incarichi annuali da insegnante di sostegno senza titolo di specializzazione. Pur non avendo una preparazione adeguata, ho frequentato alcuni corsi di formazione, tutti mi hanno confermato che è fondamentale la correttezza di un approccio globale alla personalità del bambino/a nella prospettiva di una vera integrazione col gruppo classe. I migliori risultati, per quanto riguarda bambini/e con difficoltà, li ho ottenuti quando sono riuscita a valorizzare le minime capacità espressive, emotive, linguistiche dei bimbi stessi. Ogni volta che la bambina/o viene valorizzata /o per quello che sa fare ne riceve uno stimolo per un impegno ulteriore. Ricordo la soddisfazione di una mia alunna quando ha potuto partecipare alla recita di Natale in mezzo ai suoi compagni, nonostante la perplessità delle colleghe. Con un altro alunno di tre anni, che aveva una forma riconosciuta di autismo, le relazioni venivano inizialmente rifiutate e il rapporto col cibo era problematico; il linguaggio era ridotto a pochi vocaboli. Il rapporto che ho instaurato col bambino, dopo un primo periodo più distaccato, ha trovato nel bambino uno scambio significativo; ha cominciato a sorridere più spesso, a fare semplici richieste e a rispondere alle mie, ha ampliato gli interessi per il cibo riconoscendo più gusti, ha preteso meno attenzione esclusiva accettando di collaborare con il piccolo gruppo. Le capacità linguistiche alla fine dell'anno erano vistosamente aumentate. Una parte di questi risultati positivi è stato possibile grazie all’incoraggiamento che la famiglia ha ricevuto nel seguire la crescita del bambino. In conclusione, in quello che noi facciamo oltre alla competenza è fondamentale l'empatia.


Lorella Delucchi