Editoriale

( di F. Codebò)

Ci vuole un mondo green...

Care amiche, cari amici,
questa volta parleremo di emergenza ambientale, transizione ecologica, problemi climatici...
Volevo iniziare questo pezzo partendo inevitabilmente da Greta Tunberg che da più di due anni cerca di scuotere le coscienze dei grandi della Terra che stentano a prendere decisioni giuste e rapide in merito.
Poi però lo scenario complessivo è peggiorato di colpo e allora ho pensato di partire da quanto ha scritto su Facebook il 25 febbraio, il giorno dopo l'inizio dell'avanzata russa in Ucraina, un mio caro alunno di tanti anni fa, Marco Mo.: "il primo passo verso la green economy e verso la pace, è ridurre le spese militari".

Ha proprio ragione Marco, quanti danni anche all'ambiente producono tutte le guerre che sono in corso nel nostro Pianeta. I problemi ambientali erano già gravi, ora sono diventati ancora più complessi e le soluzioni sembrano essere molto lontane. Abbiamo un clima impazzito, la desertificazione aumenta, l'inquinamento è su livelli sempre più alti e nocivi alla salute, sappiamo di certo che il livello del mare è destinato a salire nel medio periodo con danni impensabili nelle zone costiere abitate.
Ci sono date certe sugli impegni che dovranno essere presi a livello politico, ma tutto sembra procedere lentamente, le coscienze non sembrano essere scosse da questa piaga che affliggerà le giovani generazioni. Prevalgono le preoccupazioni riguardanti la crisi economica e la ricerca del lavoro, la pandemia, non ancora conclusa, ha scavato un solco profondo in tante persone.

Arrivati poi al dunque, come avviene di solito di fronte alle grandi emergenze sociali ed educative, gli esperti chiedono al mondo della scuola di intervenire in merito per modificare concretamente i comportamenti di tutti i cittadini; di fronte ai problemi ambientali, sicuramente non basteranno le decisioni politiche, ci vorranno azioni concrete e quotidiane da parte di più persone in tutte le parti del Mondo.
Ma le tematiche "green" che posto occupano per quanto riguarda il piano delle conoscenze scolastiche? Penso di non essere distante dalla verità dicendo che ci sono molte esperienze valide e interessanti frutto quasi sempre di una precisa volontà di singoli insegnanti: l'agricoltura scolastica è molto diffusa, crescono i momenti laboratoriali grazie anche all'uso delle nuove tecnologie, ci sono feste tematiche e uscite sul campo ma non c'è un'azione ragionata e a 360 gradi.

Le scuole, forse, nella loro autonomia, dovrebbero declinare le Indicazioni Nazionali che su questo aspetto sono piuttosto puntuali e lungimiranti, dando forma ad un Curricolo d'Istituto ambientale che preveda attività per ogni anno di corso che si sviluppino dal facile al complesso e dal vicino al lontano. Andrebbero anche precisate e consolidate "buone pratiche" sia in ambito scolastico che extra...quanta energia elettrica, per esempio, si spreca a scuola?

Certo, data l'urgenza di migliorare i comportamenti anche della comunità adulta, la scuola avrebbe il compito, non facile, di incidere per modificare e adeguare le azioni quotidiane in ambito familiare e non solo, dei genitori, dei nonni... Un compito complesso anche perchè non avrà scadenza, sarà in pratica infinito.
Ancora una volta, quindi, dovrà emergere il ruolo educativo e sociale su largo spettro della scuola chiamata a combattere tutte le gravi emergenze del nostro tempo!