EDITORIALE

                                                                           DI F. CODEBO'

STUPIRSI...E POI?

Care, cari,
ormai succede così: tutti i giorni c'è qualcosa di cui stupirsi, quasi tutti andiamo alla ricerca di notizie riguardanti fatti eccezionali
Probabilmente questo aspetto della nostra attuale società è diventato uno sport nazionale, forse mondiale.
Questo fenomeno è pesantemente favorito dai social e dai mass media: le notizie vengono date una dopo l'altra in tempo reale, a volte sembra che il commento preceda la notizia...
Possiamo quindi definire la nostra società come la società dello stupore?

Facciamo qualche esempio dei temi che coinvolgono di più  la gente in questo momento:
- le notizie su alcune guerre, quelle più vicine a noi, le altre dimenticate     perchè lontane;
- le storie e le tragedie dei migranti;
- le violenze sulle donne, i femminicidi,  i fatti di sangue;
- le catastrofi naturali, i terremoti, le alluvioni
- e così via...

Bisogna però farsi alcune domande:
-  è vero stupore?
- ogni volta quanto dura lo stupore?
- a cosa porta?
Si può affermare, sperando di essere smentiti, che ogni volta lo stupore dura sempre meno, anche perchè le notizie sono troppo incalzanti...di alcune guerre non si sente più parlare, dei migranti si parla solo se la tragedia riguarda tante persone e se ci sono bambini.
Dei femminicidi anche, ormai sono quotidiani, e solo in casi eccezionali se ne parla per qualche giorno.
Proprio così, solo per qualche giorno, poi sparisce ogni traccia per il fatto che è tutto basato sull'emotività e sull'immagine, non ci sono radici profonde che portino alla riflessione e all'azione.
A cosa porta? La risposta a questo punto è facile: se va bene a niente, altrimenti a reazioni scomposte e violente.

Anche molti nostri giovani vivono in questa bolla, dimostrando tanta fragilità; spesso poi, a differenza degli adulti vogliono trovare il modo per fare azioni stupefacenti, spesso scellerate, da riprendere con il cellulare o altri strumenti e da diffondere sui social.

Come sono cambiati i tempi: una volta ci si stupiva prevalentemente di fronte a fenomeni naturali di particolare bellezza:
- un'alba, un tramonto;
- una notte stellata;
- una cima innevata;
- la nascita di un piccolo;
Si può dire che si veniva educati, soprattutto in famiglia, ad osservare quello che era incontaminato, bello per tutti, da apprezzare perchè alleggeriva il pensiero, rendeva felici.  

Il nostro discorso ora vuol piegare verso l'ambito educativo e scolastico:  ci si può stupire a scuola?
Sicuramente, la storia della scuola e della pedagogia sono ricche di episodi che si concludono con lo stupore dei ragazzi, dei docenti e nelle migliori delle ipotesi di tutti!
- Si può rimanere a bocca aperta di fronte ad una "lezione" del maestro...
- si può avere la fortuna di incontrare una persona carismatica che sa stupire sempre...
- anche momenti particolari come un'uscita didattica, un esperimento di laboratorio, un'attività in biblioteca, ecc. può scatenare sentimenti profondi di stupore
Ma è bello se anche l'insegnante arriva sempre più spesso a stupirsi, di fronte ad una riflessione inaspettata, un progresso repentino, un momento di vera integrazione e relazione.
Devo dire che anch'io, insegnando, sono arrivato a stupirmi per quello che stavano facendo i miei alunni...in questi casi si genera un'emozione profonda che rimane a lungo, anche dopo la fine della scuola. 












L'importante è che a scuola, ma anche in famiglia, si arrivi a questo, perchè vuol dire che si è rotta la crosta dell'apparenza, dell'immediato, dell'agire in tempo reale.
Concludendo, vogliamo pensare che tra i compiti della scuola ci sia proprio quello di insegnare a stupirsi per davvero, un insegnare che non può essere trasmesso ma solo praticato attraverso l'esperienza, la condivisione, la narrazione...