Educazione finanziaria: cos'è?

A colloquio con l'esperto...

I^ parte

Siamo ora a colloquio con l'amico Marino Garibaldi , esperto in materia di educazione finanziaria e con un'esperienza ventennale nella professione alle spalle. L'argomento può sembrare fuori tema, ma se ci si pensa bene, se la parte del mondo più ricco fosse più educata in materia, aumenterebbero le risorse a favore dei paesi meno progrediti da investire in progetti da attuare nei vari campi fondamentali: salute, scuola, lavoro...
Per chi volesse contattare Marino, diamo ora tutte le indicazioni utili: Marino Garibaldi - Consulente Finanziario; mail:
marino.garibaldi@icloud.com. Cell: 335254478.
Intanto lo ringraziamo per la pazienza che ha avuto con l'intervistatore e per la passione e la competenza dimostrata.

Da quando si è cominciato a parlare di EDUCAZIONE FINANZIARIA?
Il primo momento di contatto ufficiale tra il mondo della scuola e il mondo della finanza è il portale che hanno istituito nel 2017 e che si intitola “quello che conta” con sottotitolo “il portale dell'educazione finanziaria”; fu istituito dal Ministero delle Finanze di concerto con il Ministero dell'Istruzione. Si prese finalmente atto che c’era bisogno fin dalla tenera età di un’ educazione al risparmio e di un’ educazione finanziaria Questi ultimi sono due concetti completamente diversi da specificare bene.

Cos'è l'educazione al risparmio?
L'educazione al risparmio è un modo di vita, noi italiani siamo veramente bravi in merito, perché abbiamo uno tra i più alti tassi di risparmio al mondo; risparmiare vuol dire accantonare la cifra che ci serve per gli imprevisti della vita, anche se bisogna distinguere per fasce di popolazione: sono gli anziani che risparmiano di più, sui giovani invece c'è da fare molto lavoro.

E l'educazione finanziaria?
L’educazione finanziaria è un passaggio successivo collegato al risparmio: prima si accantona una certa cifra e poi ci deve essere un'educazione per come gestirla e farla fruttare. Se ne parla tanto perché alcune ricerche recenti mettono l'Italia agli ultimi posti tra i paesi OCSE riguardo alla cosiddetta alfabetizzazione finanziaria. C'è scarsa conoscenza nel nostro paese degli strumenti finanziari e riguardo alla capacità di capire che direzione dare ai propri risparmi.

Ci sono delle parole importanti in questo campo?
Una delle parole magiche da pronunciare quando si parla di educazione finanziaria sono gli obiettivi di vita: gli strumenti finanziari devono essere al servizio degli obiettivi di vita; non ci può essere educazione finanziaria quindi se gli strumenti tecnici non sono collegati agli obiettivi di vita.
L'ideale sarebbe riuscire ad investire in depositi separati per obiettivi che devono sempre essere riconosciuti e nominati. Gli obiettivi di vita nelle persone sono molto simili: l'acquisto della casa, di un'auto, la serenità per la terza età, il benessere.... un'altra parola magica sono gli orizzonti temporali.
Ci sono orizzonti di breve termine, di medio termine e di lungo termine, significa oltre 5 anni. Ovviamente l'acquisto di una casa o la ricerca della serenità per la terza età sono obiettivi di lunghissimo termine.

Torniamo un attimo sulla linea di partenza e alla differenza fondamentale tra risparmi e investimenti. Risparmio è banalmente la quota di denaro che riusciamo a mettere da parte rispetto alle entrate consuete e andrebbe suddivisa in due parti: una parte lasciata sul conto corrente o strumenti simili per affrontare gli imprevisti, la parte non dedicata a questi scopi occorre investirla: da qui nasce l'educazione finanziaria. La motivazione per cui non occorre lasciare come succede spessissimo troppi soldi sui conti correnti è perché l'inflazione erode i risparmi in banca, anche perché non ci sono più gli interessi.

Dopo tanti anni in cui era bassa, l'inflazione ora si sta risvegliando e quindi se si lasciano i soldi fermi sul conto corrente, tante volte per mancanza di conoscenze o per pigrizia o perché non si sa cosa fare, il nostro capitale perde di valore

E’ qui che diventa importante il ruolo della scuola perché viene spontaneo pensare: “ma quand'è che può cominciare l'educazione finanziaria?” Bisognerebbe cominciare gradualmente alle scuole elementari... anni fa si faceva la giornata del risparmio. poi questa tradizione si è persa. L’educazione finanziaria dovrebbe far parte dell'adolescenza che è un momento in cui ci si forma, appaiono i nostri stili di vita, i nostri criteri .

Qualcuno ti dovrebbe spiegare la famosa gestione dei soldi, se no i ragazzi parlano di soldi ma non si rendono conto di cosa si può fare coi soldi al di là del banale consumismo. I ragazzi , purtroppo, quasi sempre, non danno il giusto valore ai soldi. Ce ne sarebbe bisogno di educazione finanziaria anche per gli adulti e per gli anziani che risparmiano spesso in maniera ripetitiva Quindi anche agli anziani, per aiutare a diversificare gli investimenti, andrebbe spiegato cos'è la borsa e cosa sono i crolli di borsa che in realtà sono dei momenti temporanei e se ci sono degli investimenti a medio - lungo termine possono essere facilmente superati dall'investitore con tutta tranquillità.

Nella seconda parte del colloquio, pubblicata nel prossimo numero, verranno approfonditi i vari aspetti già delineati e verranno date alcune semplici indicazioni didattiche e di metodo in materia.