Pillole di pedagogia e didattica

(di F. Codebò)

Facciamo la valigia...

Ogni progetto, sia a scuola che fuori dalla scuola, per realizzarsi, deve assumere i caratteri della concretezza, della visibilità agli occhi di tutti gli attori. Quando non si raggiunge questo livello, le idee pur valide e a prima vista ben strutturate, restano fumose, mai realizzate totalmente e quindi scarsamente radicate.
Anche per la continuità, che si muove in un terreno molto complesso, c'è lo stesso problema: ci vuole uno strumento molto concreto che generi memoria, raccordo, veri collegamenti tra le esperienze scolastiche.
Lo strumento più semplice da usare è una valigia. Questa ipotesi di lavoro fu sperimentata molti anni fa in tante scuole con ottimi risultati, ma mantiene ancora adesso la sua validità e utilità.

La valigia, in ognuno dei nostri viaggi (reali o inventati) ha molti significati, si presta a tante metafore. Il momento della partenza e del successivo arrivo ci riconducono a svariate dinamiche e a sottili trame psicologiche.
La valigia, nel passaggio tra la scuola dell'infanzia e la primaria può essere fatta nelle sezioni con materiali di recupero: deve essere bella, colorata, sentita propria dal suo possessore.
Cosa metterci dentro? Tutto quello che è ritenuto significativo al termine del percorso triennale: disegni, costruzioni, giornalini autoprodotti, semplici osservazioni, foto,... ogni bambino/a dovrebbe inserire, oltre ai materiali decisi collettivamente in sezione, anche altri oggetti che ritiene molto importanti.

Dopo i primi giorni dall'arrivo nel nuovo contesto, tutte le valigie, sulla base di un "patto" tra le maestre uscenti e subentranti, dovrebbero essere aperte, una per una, analizzate, sistematizzate, rielaborate. Che bello se le valigie provengono da tanti viaggi diversi! Un modo per fare cultura, creare scambi, dare pari dignità a tutti.

Lo stesso procedimento deve avvenire al momento del passaggio tra la scuola primaria e la secondaria di I° grado: in questo caso la valigia sarà molto più grande, costruita con altri materiali e conterrà anche prodotti più sofisticati: ricerche, testi, power point, ecc. All'interno, peraltro, dovrebbero rimanere anche delle tracce del primo passaggio al termine della scuola dell'infanzia. Se si attua questa opportunità migliorerà il lavoro sulla memoria e gli alunni capiranno che nulla, in un percorso scolastico, va gettato: tutto, prima o poi, può essere riutilizzato in modo divergente. E' evidente che in questo modo anche le pause estive assumono un significato più completo e non servono per separare gli anni scolastici visti come contenitori a sè stanti.
Per lavorare bene sulle valigie bisogna prendersi tutto il tempo necessario, in modo da superare anche le rigide scansioni oggi esistenti.

E' evidente che per preparare un'ipotesi di questo genere ci vuole un grande lavoro di programmazione dei docenti interessati delle due scuole, all'insegna della concretezza, della ricerca e della necessità di superare le difficoltà che si generano spesso nei momenti di passaggio.