PRIMA PARTE

PRIMA PARTE

3) FACCIAMOCI ALCUNE DOMANDE…

E’ necessario farsi alcune domande perché il testo delle Nuove Indicazioni riporta, ai vari livelli, gli obiettivi da raggiungere ma non le “strade” per raggiungerli , lasciate all’autonomia didattica delle scuole e dei singoli. Solo a livello di scuola dell’infanzia, in effetti, vengono dati alcuni spunti metodologico-didattici utili anche per chi opera negli altri segmenti formativi..

Su questa tematica, comunque, non è facile fare una progettazione adeguata per vari motivi :

- sono compresenti , come già detto, aspetti più formativi (la nuova idea di cittadinanza) e culturali/disciplinari relativi a precise competenze da acquisire ;

- si chiede di lavorare su un itinerario a lungo termine collocato sia nello spazio (vicino / lontano ) che nel tempo ( presente / passato / futuro ) ;

- trattasi di una prospettiva multidisciplinare e quindi di difficile coniugazione;

- non può esistere una progettazione “standard” in quanto molto importante è il contesto in cui la scuola opera : un conto è trovarsi in una zona industriale di una grande città, un conto in un piccolo paese inserito in una zona-parco; pertanto, in particolare i libri di testo che si rifanno ad un contesto “standard” vanno utilizzati con molta cura e parsimonia;

- ci sono notevoli problemi ad adoperare un linguaggio appropriato : spesso i termini paesaggio, ambiente, ecosistema, sostenibilità e così via vengono usati con molta disinvoltura ma in modo non sempre preciso.

Ecco quindi gli interrogativi che ci sembrano più adeguati :

- C’è un ordine e un rigore da dare ai contenuti affrontati e alle esperienze progettate ?

- Quali sono le metodologie più adeguate ?

- Che spazio dare a queste problematiche nel PTOF ?

- Quali le attività da proporre in esterno ?

- Ci vogliono attrezzature particolari che possono facilitare la comprensione dei vari problemi ?

- Come concretizzare un percorso in continuità e di verticalità all’interno degli Istituti Comprensivi ?

4) ESPERIENZE DA RICORDARE / PROPORRE :

nell’attuale realtà scolastica si trovano alcuni paradigmi spesso sviluppati a seguito anche di proposte e suggerimenti in particolare degli Enti Locali e del sistema produttivo-industriale.

Si trovano quindi molti percorsi sul “riciclo” legati, per esempio, alla raccolta differenziata portata avanti ormai con efficacia in tante scuole.

Dato il potenziamento delle strumentazioni tecnologiche si fa molto uso di filmati e documentari su aspetti geografico-scientifici proiettati e commentati direttamente in classe o in spazi appositi. I più fortunati poi, se si registrano contemporaneamente tutte le condizioni favorevoli, possono raccontare di essere stati in uno spazio-laboratorio a fare esperimenti scientifici.

Capillare la distribuzione di borracce grazie all’intervento spesso di sponsor locali , per ridurre , in maniera sensibile il consumo della plastica, anche se in ogni supermercato c’è, appena si entra, un’ampia e invitante scelta di marche di acqua minerale e altre bevande, tutte, ovviamente, in bottiglie di plastica . Questo esempio per dire che sconfiggere la logica del mercato è molto difficile, anche perché le risorse di chi produce sono molto più vaste e di rapida mobilizzazione.

Se si dovesse poi fare una statistica su un vasto campione di classi, forse l’attività che ha preso più campo, soprattutto nelle realtà urbane, è quella degli orti scolastici ; in Italia grande impulso l’ha dato Slow Food con

il progetto “Orti in condotta” . In un percorso fatto in un Istituto Comprensivo può quindi succedere che un alunno compia a tre livelli diversi la stessa esperienza : prospettiva interessante quando però mancano , forse, altre attività ugualmente importanti.

Soprattutto nelle scuole secondarie vengono organizzate settimane verdi con vari percorsi di esplorazione del territorio, conoscenza degli ecosistemi , orientamento geografico sul campo , ecc ; non è raro vedere che tali attività sono promosse all’inizio dell’anno scolastico per favorire la ripresa “dolce” delle attività e il consolidamento del gruppo-classe.

E’ facile infine vedere sulla home page dei siti web di molti istituti una finestra dedicata a percorsi di educazione ambientale ; molti istituti si definiscono “scuole ecologiche” in una prospettiva di green school.

Si può dire quindi che un certo movimento c’è , associato ad un mutamento nei comportamenti negli alunni e nelle famiglie soprattutto delle classi iniziali del percorso formativo ; manca forse una visione d’assieme, un ragionamento globale, anche perché è raro veder associare queste problematiche ai temi e alle leggi dell’economia nel nostro mondo , materia molto marginale nei curricoli scolastici in quanto ritenuta indigesta e forse scomoda.

Dopo questo rapido accenno ad alcune esperienze molto diffuse , puntiamo lo sguardo su esperienze più classiche, molto in voga alcuni anni fa.

Intanto si puntava molto sull’osservazione : attività molto importante ma anche faticosa che però apriva la mente al ragionamento e alla riflessione. Osservare facilitava anche l’acquisizione di un lessico appropriato e migliorava la comunicazione nelle sue varie forme.

Fondamentali poi le uscite didattiche sul territorio e le visite ai musei da cui scaturivano spunti per momenti di ricerca condotta in modo rigoroso sul piano metodologico.

Prima di concludere questa pagina non si può fare a meno di riportare alla memoria quello che facevano quasi quotidianamente alcuni “grandi” della pedagogia italiana : a Barbiana già si leggeva il giornale e da ciò venivano tratti spunti per capire il Mondo ; nella scuola di Mario Lodi si faceva molta classificazione degli esseri viventi e c’era un sistema rudimentale di database costituito da scatole suddivise in cartelle ; una di queste era denominata “storia della Terra e degli uomini “. La scatola era come un libro, la cartella come un capitolo.

Forse in un nuovo progetto di “scuola ecologica” non si potrà prescindere da momenti di osservazione e da vere ricerche condotte il più possibile dai ragazzi stessi.

5) L’ECOPEDAGOGIA COS’E’

Per spiegare correttamente le caratteristiche dell’ Ecopedagogia ci siamo avvalsi di un contributo pubblicato sulla rivista Sapere.it di De Agostini nel nel 2012.

Promuovere un progetto di crescita, vita e civiltà nel pieno rispetto delle risorse umane e naturali. E' questo, in estrema sintesi, il concetto che sta alla base dell'Ecopedagogia, movimento e filosofia che trova le sue basi nel pensiero di Paulo Freire, educatore brasiliano.

In una società basata sempre di più sull'individuo e sullo sfruttamento indistinto delle risorse naturali, su un pianeta vessato dall'inquinamento e dal surriscaldamento globale, l'ecopedagogia diventa un progetto che fa della sostenibilità e della biofilia le sue colonne portanti.

Ecopedagogia significa, prima di tutto, riavvicinarsi alla propria casa, la Terra, ritrovando un rapporto armonico e naturale con essa. Si tratta di un progetto educativo il cui scopo è quello di formare le nuove genera-zioni ad una crescita verde e sostenibile.

Progetto educativo in cui convivono pedagogia ed ecologia, l'ecopedagogia altro non è che una formazione partecipativa e creativa che insegna ad affrontare i problemi del reale con l'azione, la creatività e il dialogo.

L'ecopedagogia, infatti, non è mera educazione esperienziale fatta di attività all'aperto e contatto con la natura. Sono la critica e la comprensione le armi principali che l'ecopedagogia ha a disposizione per cambiare le sorti del mondo, oggi condannate dalla cultura industriale e da stili di vita poco sostenibili.

L'ecopedagogia non è il fine ultimo, ma il mezzo attraverso il quale è possibile un'alfabetizzazione ecologica che vede l'uomo non come dominatore della Terra e della natura, ma come custode delle sue bellezze, delle sue risorse e delle forme di vita che in essa vi abitano.

Non stupisce, quindi, che piano d'azione dell'ecopedagogia è, essenzialmente, la quotidianità e il reale: attraverso un approccio multidisciplinare che attiva tutti i sensi, la vicinanza all'ambito quotidiano fa dell'eco-pedagogia un apprendimento concreto che, in accordo con la Carta della Terra dei Popoli, riscopre l'importanza dell'etica ambientale.

Allo stesso tempo scopo e strumento, l’ecopedagogia è cittadinanza responsabile e modo per educare le nuove generazioni (e non solo) ad abitare la Terra valorizzando e non distruggendo i beni in essa contenuti.

In altri termini, quindi, si può dire che l’ecopedagogia mette al centro la Terra invece dell’Uomo.

6) PUO’ ESSERCI UN CURRICOLO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE ?

L’ipotesi curricolare in passato ha sempre avuto le caratteristiche di un approccio organico alle tematiche oggetto di studio, un approccio visto soprattutto dalla parte di chi apprende ; negli anni, tale dimensione si è un po’ affievolita, sono emerse altre modalità di programmazione , forse più adatte alla scuola attuale. L’educazione ambientale in prospettiva ecologica sicuramente potrebbe essere sviluppata partendo da un’idea di curricolo multidisciplinare e pluriennale, con un ‘ipotesi di sviluppo dal facile al difficile e dal vicino al lontano.

Una delle maggiori difficoltà per agire in questo senso è però che oggi ci troviamo di fronte, sin dalle prime classi, ad un’ipotesi formativa troppo segmentata in discipline e materie e peraltro poco “culturale” ; si parla sempre di storia, geografia, scienze spesso affidate a docenti diversi e a volte contrapposte nei contenuti e nei metodi proposti.

Più si sale nel percorso formativo e più tali divaricazioni aumentano ; va poi aggiunto che anche la parte di lavoro dedicata allo sviluppo di percorsi di nuova cittadinanza è molto complessa e innovativa e tale da rimanere spesso tralasciata a seguito anche delle varie contingenze che via via si susseguono nell’attività scolastica.

Da sempre è stato difficile assegnare a un docente o a più docenti che operano in sintonia e collegamento tematiche di tipo educativo anche più semplici di questa che dovrebbe comunque avere un numero di ore prestabilito e concordato nell’anno scolastico. Per spiegarsi meglio, lo specifico curricolo a chi dovrebbe es-sere assegnato : al docente di scienze ? A quello di geografia ? Ad un altro che sente particolarmente la tematica ?

Più ragionevole e semplice forse aprire nel PTOF una pagina dedicata a queste tematiche con indicazione di alcune attività significative da svolgersi in maniera diffusa e omogenea , dopo aver considerato il contesto in cui è collocata la scuola, nell’arco di tutto il percorso formativo ; negli istituti comprensivi , per esempio, l’arco temporale da considerare dovrebbe essere quello degli undici anni, un tempo molto lungo in cui avviene la maturazione verso la prima adolescenza.

Essendo presente nel PTOF l’itinerario formativo delineato e fatto proprio dagli Organi Collegiali assume-rebbe maggior dignità , visibilità e impegno, anche verso le famiglie e la comunità locale.

Punto di partenza per realizzare quest’ipotesi dovrebbe essere il far propri gli spunti contenuti nella la Carta della Terra e dei Popoli pubblicata nell’anno 2000 e facilmente consultabile sul web ; la Carta mette al primo punto i seguenti principi :

PRINCIPI

I. RISPETTO E CURA PER LA COMUNITÀ DELLA VITA

1. Rispettare la Terra e la vita, in tutta la sua diversità

a. Riconoscere che tutti gli esseri viventi sono interdipendenti e che ogni forma di vita ha valore, indipendentemente dalla sua utilità per gli esseri umani.

b. Affermare la fede nell'intrinseca dignità di tutti gli esseri umani e nel potenziale intellettuale, arti-stico, etico e spirituale dell’umanità.

2. Prendersi cura della comunità vivente con comprensione, compassione e amore

a. Accettare che al diritto di possedere, gestire e utilizzare le risorse naturali si accompagna il dovere di prevenire danni all'ambiente e di tutelare i diritti dei popoli.

b. Affermare che con l'aumento della libertà, della conoscenza e del potere cresce anche la responsa-bilità di promuovere il bene comune.

3. Costruire società democratiche che siano giuste, partecipative, sostenibili e pacifiche

a. Assicurare che le comunità a ogni livello garantiscano i diritti umani e le libertà fondamentali e forniscano a tutti l'opportunità di realizzare appieno il proprio potenziale.

b. Promuovere la giustizia sociale ed economica, per permettere a tutti di raggiungere uno standard di vita sicuro e dignitoso, che sia ecologicamente responsabile.

4. Tutelare i doni e la bellezza della Terra per le generazioni presenti e future

a. Riconoscere che la libertà di azione di ciascuna generazione è condizionata dalle esigenze delle generazioni future.

b. Trasmettere alle generazioni future valori, tradizioni e istituzioni capaci di sostenere la prosperità a lungo termine delle comunità umane ed ecologiche della Terra.

Imprescindibile quindi la conoscenza “vera” del territorio e della comunità in cui la scuola è posta, individuando con puntualità i suoi punti di “forza” e le criticità esistenti :solo in questo modo, lavorando sul concreto, si coltiverebbe una nuova idea di cittadinanza proiettata nel futuro e unita allo sviluppo reale di competenze nelle aree principali del sapere.