Editoriale

( di F. Codebò)

la novità di quest’anno:

la scuola sotto il sole…

Care amiche, cari amici,
quanti titoli sono stati dati ai nuovi programmi estivi del nostro Ministero! Piano Estate, Estate educativa, ecc…ragionandoci un po’, mi piace di più quello che ho trovato su “Il Secolo XIX”: “la scuola sotto il sole”. Poche parole che rendono bene una situazione insolita e che non sarà facile da gestire. Non sembra infatti esistere una “pedagogia estiva”, sicuramente scuola e temperature elevate finora non sono andate molto d’accordo. L’estate era terreno privilegiato per i rimandati o per i bocciati che venivano mandati a lavorare per punizione.
Ad onore del vero bisogna dire che negli ultimi anni le scuole hanno già esaminato ed attuato proposte simili, anche nei mesi estivi, a seguito delle “lenzuolate” di Progetti Europei (cosiddetti PON) che in più ondate hanno invaso le nostre scuole con ricchissimi finanziamenti, in genere mai spesi fino in fondo.

Quali risultati hanno dato i PON? Ovviamente non sono mai state fatte verifiche serie, è emersa quasi sempre una grande fatica a trovare il personale docente (soprattutto specializzato) e A.T.A. e anche i ragazzi; i progetti attuati, in genere, sono risultati essere degli “spot” brevi; le famiglie, durante l’estate, se i genitori lavorano, hanno invece bisogno di centri estivi per orari più lunghi…L’idea di ampliare l’offerta formativa estiva in sé non è male, ma le risorse andrebbero gestite più che per scuola, su base territoriale, unendo tutte le forze presenti: scuole, Enti Locali, società sportive, terzo settore, parrocchie…












L’immagine che assume così la scuola è spesso molto contradditoria: pensando di utilizzare lo stesso personale e gli stessi spazi attua un’offerta invernale molto rigida e seria e una estiva variopinta, flessibile, con coordinate più moderne e sofisticate.
E’ possibile? E’ come se un ristorante di classe e stellato d’inverno facesse un menu di pesce e d’estate uno di carne…i clienti sparirebbero, presi dalla confusione e dalla qualità non soddisfacente.
La domanda è quindi d’obbligo? Ce la può fare il nostro sistema scolastico che nelle situazioni normali sbuffa come una vecchia Topolino? E’ lecito avere dei dubbi, sicuramente i progetti fioriranno a macchia di leopardo e spesso nelle zone più avanzate del paese, non dove ci sono più necessità!

E allora come fare? Se si vogliono fare percorsi aggiuntivi di insegnamento/apprendimento (non sotto il sole!), largo al personale a tempo determinato inserito da tempo nelle graduatorie e ai tanti laureati che devono sperimentare cosa vuol dire stare in classe…
Se si vogliono attuare invece percorsi teatrali, musicali, artistici, ecc. largo a veri esperti esterni! E’ difficile trovare un docente che nello stesso tempo sappia spiegare, per esempio, la letteratura italiana e sappia fare teatro; rischia di essere una figura ibrida, non specializzata, poco efficace.
Prima di concludere vi esprimo l’ultimo pensiero riguardo a dove la scuola, se si vuol combattere veramente la dispersione scolastica, deve investire maggiori risorse: dovrebbe creare dei percorsi (in questo caso obbligatori) per tutti quelli che hanno difficoltà medio-gravi e sono a rischio di bocciature ed emarginazione; in questo modo sarebbe aggredita una delle vere piaghe del nostro sistema: il dover ricorrere alle ripetizioni, quasi sempre, tra l’altro pagate in nero e fonte quindi di evasione fiscale! Questi itinerari aggiuntivi dovrebbero essere organizzati soprattutto nei mesi in cui la scuola tradizionalmente è funzionante, non sicuramente di luglio e agosto.

Ora vi saluto! Vi auguro buone vacanze e felice vita di spiaggia…può darsi che poco distante da voi troviate un gruppo di ragazzi impegnati in un’attività di lettura sotto il sole!