Le prime notizie della presenza del carbone nella zona di La Thuile risalgono alla metà del XVIII secolo, ma è a metà del secolo successivo che vennero assegnate dal regno sabaudo le prime concessioni: Cretaz con RD del 7 giugno 1849, Villaret con 10 giugno 1851 e Bois de la Golette con RD 23 aprile 1852.
Tra il 1917 e il 1919 il Commissario Generale per i Combustibili Nazionali (CGCN) accordò per 15 anni le concessioni Piccolo San Bernardo e Belvedere, La Tour, Col de la Croix e Cretaz-Villaret al Comune di La Thuile e alla Società miniere carbonifere del Ruitor.
Fu, però, tra la fine degli anni ’20 e la prima metà degli anni ’30 del secolo scorso che, con l’approvazione del RD 1443 del 29/07/1927 che introdusse l’istituto della concessione e l’entrata in campo come concessionaria della Società Anonima Nazionale Cogne, che si iniziò a sfruttare in modo industriale il giacimento antracitifero di La Thuile-Morgex, abbandonando le varie coltivazioni minori prosperate già a partire dagli anni ’10 che, sfruttate da persone prive delle competenze tecniche necessarie, avevano aggravato la reputazione di bassa qualità del carbone valdostano, già di per sé carente per le sue caratteristiche naturali.
Nel 1919 erano già iniziati i lavori di scavo nella miniera del Colle Croce, la più sviluppata e meglio attrezzata, articolata su tre livelli a 40 metri uno dall'altro, con otto banchi coltivati.
Da qui, prima dell'apertura della galleria ferroviaria verso Arpy, il minerale veniva trasportato in teleferica fino a Elevaz, caricato su autocarri e trasportato a valle senza subire alcun trattamento, se non quello di essere ridotto a dimensioni di circa 60 mm di diametro.
Con l’accorpamento delle miniere sotto il controllo della Cogne e il prolungamento della linea ferroviaria da Aosta a Pré Saint Didier, il sistema di trasporto dell’antracite iniziava dalle miniere del Preylet, dove il minerale veniva caricato su vagoni che si immettevano a loro volta nella miniera del Villaret, da cui il minerale raggiungeva l'impianto ferroviario tramite un piano inclinato, la "discenderia", della lunghezza di 4,300 metri, dei quali 2,495 in galleria, che metteva in comunicazione la miniera del Col Croce con la località di Arpy (tratto 1 in galleria e tratto 2 a cielo aperto di fig. 1). Da qui il carbone era trasportato a Morgex tramite una teleferica (fig. 1), il cui percorso è visibile ancora oggi, dove avveniva la cernita e la frantumazione del minerale prima dell’invio alle acciaierie di Aosta.
Nel 1938 venne realizzato a Villaret il villaggio dei minatori che, nel 1941, venne esteso in connessione alla realizzazione, nella vicina frazione Pera Carà, del campo di detenzione per prigionieri di guerra n. 101, che al marzo 1942 ospitava 250 prigionieri, tra serbi (131), montenegrini (116) e italiani 6 (fig. 2).
I prigionieri venivano utilizzati per il lavoro in miniera, ma a luglio del 1942 si rifiutarono di scendere in miniera perché consideravano il lavoro troppo duro, come risulta da una lettera del questore di Aosta al prefetto (fig. 3a). In seguito a tale presa di posizione, l’attività dei prigionieri in miniera cessò e il campo fu chiuso (fig. 3b).
Nel frattempo, con due DM, entrambi datati 8 aprile 1942 (GU 107/1942), le concessioni sul versante occidentale del torrente Ruitor (Preylet, Joux Pont Serrand, Bois de la Golette e La Tour) vennero accorpate nella nuova concessione per anni 60 e 906.04 ettari denominata Terre Nere, mentre quelle sul versante orientale (Cretaz e Villaret e Col de la Croix) in quella per anni 60 e 907.12 ettari denominata Colle Croce.
Nel secondo dopoguerra le miniere di antracite seguirono la sorte della loro concessionaria e principale utilizzatrice, la Società Nazionale Cogne, fino alla cessazione delle attività a metà degli anni ’60 del XX secolo, anche se la dismissione ufficiale avvenne nel luglio 1980 quando con due successivi DM fu accettata la rinuncia della concessionaria alle due concessioni rimaste.
Fig. 1 - Collegamento area mineraria di La Thuile – Morgex
Fig. 2 - Scheda riassuntiva della localizzazione dei prigionieri di guerra jugoslavi al 1° marzo 1942
Fig. 3 - Lettera del questore di Aosta (a) e comunicazione di chiusura del campo n. 101 (b)