In fig. 1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 36 siti di minerali del manganese in Emilia-Romagna, localizzati prevalentemente in provincia di Piacenza (28 siti).
Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di marna da cemento in Emilia Romagna
In linea generale, i geologi dell’Appennino hanno avuto la tendenza a suddividere i depositi di questa catena in unità tettoniche, sulla base della architettura prodotta dal movimento convergente delle placche continentali.
Elter e Maroni (1991 e 1994), ad esempio, interpretano la successione stratigrafica degli Appennini come il risultato della sovrapposizione tettonica di due grandi domini, diversi per litologia, struttura e origine paleogeografica (fig. 2):
un insieme Esterno Toscano e Umbro-marchigiano, che costituisce lo zoccolo continentale appartenente alla Placca Africana-Apula;
un insieme Interno Ligure-emiliano caratterizzato da una serie d’unità tettoniche con la presenza di ofioliti appartenenti al dominio dell’oceano ligure-piemontese.
In generale, la distribuzione degli affioramenti calcareo-marnosi sul territorio regionale appare ben distribuita in tutto l’arco appenninico, costituendo spesso i rilievi più elevati.
In questo quadro i giacimenti di marna da cemento della regione, con particolare riguardo a quelli della provincia piacentina, si inseriscono all’interno delle unità geologiche costituite da torbiditi flyschoidi calcareo-marnose, appartenenti ai domini interni (ligure e sub-ligure) e caratterizzate, quindi, da una forte componente alloctona, secondo il seguente schema:
Dominio ligure, a sua volta articolato in:
Flysch terziari, cui appartengono le seguenti formazioni:
Val Luretta, costituita da alternanze torbiditiche arenaceo pelitiche e calcareo-marnose di età Paleocene inferiore - Eocene medio (65÷40 Ma), appartenente alla Zona Emiliana del Dominio Ligure Esterno;
Farini d’Olmo, anch’essa di età compresa tra il Paleocene inferiore (Daniano, 65÷62 Ma) e Eocene medio-inferiore (Luteziano, 50÷40 Ma), articolato in due membri: uno arenaceo-argilloso e uno calcarenitico-marnoso, in spesse bancate;
Monte Sporno, di età Eocene inferiore (56÷40 Ma), caratterizzata da depositi torbiditici a composizione silicoclastica, carbonatica e mista.
Flysch ad Elmintoidi, comprendenti le formazioni:
Bettola, di età Cretacico superiore-Paleocene inferiore (Campaniano-Daniano, 80÷62 Ma);
Monte Cassio, di età Cretacico superiore (Campaniano sup.-Maastricthiano, 75÷65 Ma), costituita da pacchi di potenza fino a un migliaio di metri di torbiditi a base calcarenitica fine e media passante a marne calcaree grigio-biancastre, marne e calcari marnosi in strati da spessi a molto spessi, passanti gradualmente a un tetto argilloso-siltoso, alternate a pacchi di strati torbiditici arenaceo-pelitici da sottili a spessi, grigiastri, con intercalazioni regolari di sottili livelli pelitici grigio-verdastri e neri e di arenarie medie e fini, quarzoso-feldspatiche, grigio chiare, in strati medi e sottili;
Monte Antola, di età Cretacico superiore (Campaniano-Maastricthiano, 80÷65 Ma), costituita da una potente pila formata da una successione ritmica di strati di calcari marnosi, marne calcaree, arenarie e argilliti;
Monte Caio, anch’essa di età Cretacico superiore (Campaniano-Maastricthiano, 80÷65 Ma), caratterizzato da una successione torbiditica con predominanza di calcari marnosi e marne grigio scure in strati spessi con basi arenitiche intercalate a livelli argillitici nerastri.
Fig. 2 - Schema tettonico 3D delle principali unità presenti nell’Appennino Settentrionale (Elter, 1994)
Dominio sub-ligure, comprendente le seguenti formazioni di flysch a dominanza carbonatica, in cui è riconoscibile una affinità ligure esterna e perciò una netta e marcata alloctonia:
Monte Penice, litofacies torbiditica appartenente all’Eocene medio (50÷45 Ma), costituita dall’alternanza di calcari marnosi, calcari e marne chiare. Gli strati sono generalmente spessi e molto spessi, fino a banchi, e presentano basi arenitiche medio-fini, talvolta bio-calcarenitiche. Sono inoltre presenti subordinati strati torbiditici pelitico-arenacei, da sottili a medi con base arenitica medio-fine a composizione silicoclastica e pelite marnosa, e rari strati di emipelagiti scure prive di carbonati;
Vico, di età Eocene inferiore-medio (56÷45 Ma), caratterizzato da strati torbiditici a composizione calcareo marnosa, in strati da medi a molto spessi, e banche di calcari marnosi, calcari e marne a base arenitica spesso a composizione calcarea. A questa sequenza si intercalano torbiditi silicoclastiche in strati da sottili a medi di areniti fini e peliti. Sono presenti anche peliti nere prive di CaCO3 in strati sottili interpretate come emipelagiti.
Più a sud, in provincia di Modena, nel sito Monte Montanara la coltivazione è impostata nelle Argille, formazione pre-flysch di età tra Cretacico inferiore e superiore (140÷90 Ma), caratterizzata da torbiditi argillitiche, talvolta siltose, di colore grigio scuro o nerastro e da calcilutiti grigio chiare con base arenitica fine.
L'istogramma di fig. 3, che riporta il numero di concessioni vigenti dal 1870 al 2019, mostra un forte sviluppo del numero di concessioni a partire dalla prima metà degli anni ’30 del XX secolo, che continua fino al massimo di 21 siti nella prima metà degli anni ’50.
Dagli anni ’60 comincia la discesa nel numero dei siti fino al minimo di 9 negli anni ’70 per poi riaumentare fino all’inizio degli anni ’90 (tra 10 e 11 siti) e nuovamente decrescere fino agli attuali 5 siti con concessione ancora vigente, 4 in provincia di Piacenza e 1 in quella di Parma, di cui soltanto 2 ancora in attività in provincia di Piacenza (Albarola e Ustiano, fig. 4).
Rilasciata per 20 anni a Buzzi Unicem SpA con DD n.18 del 31/07/2000, per un’estensione di 797 ettari come risultato della unificazione di parte della concessione "Costa di Bassano" e della concessione "Mandrola" (GU 237/2000).
Con DGR n. 2384 del 27 dicembre 2022 la concessione è stata rinnovata per un periodo di 30 anni e scadenza alla data 19/7/2050.
Gestita dalla ditta Industria Cementi Giovanni Rossi SpA è interamente ubicata nel Comune di Vigolzone, concessa con Decreto Distrettuale n° 144 del 5/9/1988 scaduto in data 12 giugno 2008.
La prosecuzione dell’attività estrattiva è stata concessa con atto comunale n° 9835 in data 18 dicembre 2007, avente validità per 30 anni a decorrere dal 13 giugno 2008 e pertanto verrà a scadere in data 13 giugno 2038.
La superficie interessata è di 242 ettari, mentre l'area in escavazione, suddivisa nei due cantieri confinanti denominati Merlera e Filagnoni, è di circa 40 ettari. Nel progetto di coltivazione è contenuto un interessante piano di recupero che prevede una sistemazione morfologico-vegetazionale che si conforma in modo coerente con l'assetto collinare in cui si colloca.
Fig. 3 - Evoluzione temporale del numero di concessioni attive di marna da cemento in Emilia-Romagna
Fig. 4 - Le concessioni di Albarola e Ustiano al 9 settembre 2024 (Fonte Google Earth)