L'attività mineraria in Toscana

La distribuzione dei siti a livello territoriale

Nel periodo 1870-2019 sono stati censiti 413 siti estrattivi, di cui 282 con coltivazione in sotterraneo, 115 a cielo aperto e 16 con coltivazione mista, distribuiti a livello comunale come mostrato in fig. 1. Da un punto di vista mineralogico, i minerali estratti con la relativa frequenza sono riportati in Tab. 1.

Si tratta di siti di coltivazione di Combustibili fossili (166 siti), Minerali metalliferi (160), Marna da cemento (44), Minerali ceramici e industriali (31), Salgemma (7) e altri minerali (5).

Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti minerari in regione Toscana

Tab. 1 - Minerali estratti nella regione Toscana

In Tab. 2 è mostrata l’articolazione per province, in funzione dei principali minerali estratti.

Si osserva una forte concentrazione di siti di coltivazione nelle province di Grosseto, Siena e, in misura minore, Firenze, Arezzo, Livorno e Pisa, cui corrisponde una forte specializzazione relativamente ai minerali estratti.

In particolare, in rapporto alle differenze significative rispetto a una distribuzione di tipo casuale, si osserva che:

  • la provincia di Grosseto è caratterizzata da una forte presenza di siti di minerali metalliferi, in particolare cinabro, pirite e/o calcopirite e minerali del ferro;

  • quella di Siena, dalla concentrazione dei siti di combustibili fossili, principalmente, e dei siti di cinabro, in seconda istanza;

  • nelle province di Arezzo e Firenze sono maggiormente concentrati i siti di combustibili fossili e marna da cemento, mentre sono praticamente assenti i siti di minerali metalliferi;

  • nelle province di Livorno e Grosseto si concentra l’80.65% dei siti di coltivazione dei minerali ceramici e industriali;

  • la provincia di Pisa si caratterizza in particolare per la presenza dei siti di coltivazione di salgemma, tuttora attivi;

  • le province minerariamente minori (Massa Carrara, Prato e Pistoia) hanno in comune la presenza di pochi siti di marna da cemento;

  • nella provincia di Lucca, infine, la distribuzione dei siti segue sostanzialmente l’andamento regionale.


In Tab. 3 è indicato il numero di siti censiti, suddivisi per classe di estensione della concessione, espressa in ettari, e per tipologia di minerale.

Prendendo in considerazione tutti i siti censiti, esclusi i 49 [1] per cui il dato è mancante (11.86% del totale), i rimanenti 364 mostrano una maggiore frequenza nel caso di estensioni medio-alte (39.01% tra 100 e 500 ettari), essendo comunque presenti in percentuale non trascurabile tutte le estensioni, ad eccezione di quelle molto piccole (< 1 ettaro).

In particolare, in rapporto alle differenze significative rispetto a una distribuzione di tipo casuale:

  • è elevata la frequenza di siti metalliferi di cui non è nota l’estensione (20.63%), probabilmente per le ragioni espresse in nota [1];

  • i siti di marna da cemento hanno un’alta frequenza di concessioni di piccola estensione (27 siti < 50 ettari, pari a 65.85%);

  • nei siti di coltivazione del salgemma è molto alta la frequenza di concessioni di grande stensione (4 siti > 500 ettari, pari 57.14%), probabilmente a causa del metodo di coltivazione utilizzato (Solution Mining)


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[1] Per quanto riguarda l’elevato numero di concessioni di cui non è nota la concessione, occorre sottolineare come la maggioranza (38 pari a 77.55%) siano state in attività prima del RD 1443/1927 e che la Toscana era una delle regioni in cui vigeva, almeno parzialmente, il regime fondiario (vedi Legislazione) e si potevano coltivare i minerali senza un decreto di concessione che ne definisse limiti ed estensione.

Tab. 2 – Articolazione dei siti per tipo di minerale e per provincia


Tab. 3 - Numero di siti censiti, suddivisi per classe di estensione, in ettari, e per minerale (A= Combustibili fossili e scisti bituminosi/ B= Minerali metalliferi/ C= Marna da cemento / D= Minerali ceramici e industriali / E= Salgemma/ F= Altri siti/ totale=tutti i minerali estratti)

L'evoluzione temporale dell'attività mineraria in Toscana

La Fig. 2a mostra l’andamento temporale della presenza di siti minerari nella regione, articolato per tipo di minerale estratto.

Escludendo le anomalie [2] relative alla proliferazione delle miniere di lignite e minerali metalliferi durante la 1a guerra mondiale e nel successivo dopoguerra, l’istogramma di fig. 2b mostra un andamento di tipo gaussiano per quanto riguarda l’evoluzione temporale del numero totale di siti attivi, ma con una differente articolazione in relazione alla tipologia dei minerali estratti:

  • nel periodo 1870-1930 sono presenti quasi esclusivamente le concessioni di minerali metalliferi e combustibili fossili;

  • nel periodo 1935-1975, mentre diminuiscono fino a scomparire le miniere di lignite e quelle di minerali metalliferi oscillano tra un massimo di 60 unità (1945) e un minimo di 38 (1975), si sviluppano le coltivazioni di marna da cemento che, a partire dal 1935, si mantengono a un livello superiore ai 20 siti;

  • nel periodo dal 1975-2019, chiudendosi definitivamente le miniere di minerali metalliferi e riducendosi a 3-4 siti le coltivazioni di marna da cemento, l’attuale attività mineraria rimane sostenuta dalle concessioni di salgemma, sostanzialmente costanti dall’inizio del XX secolo, e da alcune concessioni di minerali ceramici e industriali.

Allo stato attuale sono attive 14 concessioni: 6 di minerali ceramici e industriali, 5 di salgemma e 3 di marna da cemento.


Risultano vigenti ma non produttivi 7 siti, di cui:

  • 5 di minerali metalliferi (Gavorrano-Rigoloccio, Niccioleta, Fenice Capanne, Accesa Serrabottini, Abbadia San Salvatore), ancora concessionati per la realizzazione dei progetti di messa in sicurezza permanente, bonifica e recupero ambientale;

  • 1 per la coltivazione della marna da cemento (Monsavano), per il quale è stato approvato (DGR n. 858 del 7 agosto 2017) il Progetto di recupero morfologico e ambientale delle aree interessate dall’attività estrattiva con termine dei lavori previsto al 2022;

  • 1 per l’estrazione di salgemma (Casanova), la cui concessione è decaduta nel 2018 e la richiesta di proroga archiviata per in adempienze in fase di procedura di VIA.


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[2] Durante la Prima guerra mondiale per sostenere lo "sforzo bellico" il Commissariato Generale per i Combustibili Nazionali rilasciò numerose concessione temporanee per la coltivazione di lignite, per la grandissima parte non confermate in base al RD 1443/1927. Altrettanto avvenne per i siti di minerali metalliferi.

Per la Toscana questo aspetto fu particolarmente significativo, tanto da mascherare la reale evoluzione temporale dell'attività mineraria regionale. L'istogramma di fig. 2b mostra tale andamento depurato dall'aspetto precedentemente descritto.

Fig. 2a - Evoluzione temporale dei siti minerari attivi in Toscana, articolati per tipologia di minerale estratto (periodo 1870-2019)


Fig. 2b - Evoluzione temporale dei siti minerari attivi in Toscana (senza i siti aperti solo nell’intervallo 1916-1927 [2]), articolati per tipologia di minerale estratto (periodo 1870-2019)

Età e genesi delle principali mineralizzazioni in Toscana

Per quanto riguarda i principali minerali coltivati e il processo di formazione dei vari giacimenti della Regione Toscana, questi sono riassunti nella fig. 3, articolati in funzione delle età geologiche e delle varie aree minerarie.

Fig. 3 - Giacimenti della Toscana articolati per età e area mineraria

Nelle sotto_pagine di questa sezione è riassunta un'analisi dell'attività mineraria in Toscana che, in forma completa comprendente per ciascun gruppo di minerali informazioni geologiche e giacimentologiche, cenni storici sui principali siti e la lista degli stessi (nome, comune, provincia, tipo, minerali estratti, ultimo concessionario, periodo di concessione, stato), è consultabile nel pdf scaricabile -->