In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 13 siti di estrazione minerali metalliferi, concentrati principalmente nella province di Roma (5 siti, prevalentemente minerali del ferro) e di Viterbo (6 siti di minerali del ferro e del manganese).
Si tratta, in particolare per i solfuri di ferro, di mineralizzazioni associate ai processi di alterazione nelle vulcaniti alcaline provocati dalla circolazione di fluidi idrotermali ricchi di idrogeno solforato.
Pertanto, sono a volte associate a siti di coltivazione di minerali argillosi di alterazione e allo zolfo.
Rispetto alla genesi collegata alle vulcaniti , fa eccezione il sito di estrazione di bauxite (Carovenzi) da inquadrare nell’ambito dei vicini depositi di bauxite abruzzesi, in particolare quelli del bacino di Lecce de’ Marsi, formatisi nel corso di fasi di continentalità verificatesi tra il Cretacico inferiore e superiore, in particolare tra l’Albiano e il Turoniano (90-100 Ma), per alterazione delle formazioni calcaree.
Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di coltivazione di minerali metalliferi nel Lazio
In fig. 2 è mostrata l'evoluzione temporale delle concessioni vigenti di minerali metalliferi nel Lazio.
A conferma dell’associazione dei minerali metalliferi alle fasi di alterazione delle vulcaniti, l'istogramma mostra che, a differenza di quanto accaduto nelle altre regioni, la coltivazione di tali minerali inizia solo nella seconda decade del XX secolo, probabilmente come attività estrattiva associata a quella dei ben più importanti, a scala storico-regionale, minerali creamici e industriali, in particolare caolino e alunite.
Fig. 2 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di minerali metalliferi nel Lazio
I rimanenti 4 siti regionali (3 di leucite e 1 di zolfo) sono distribuiti a livello comunale come mostrato in fig. 3.
La zona a lave leucitiche in comune di Civita Castellana, nella parte sud orientale della provincia di Viterbo, ha una potenza media di 30 m potendo arrivare a un massimo di 40 m, con fenocristalli di leucite maggiori di 1 mm e tenori di 25-26% in peso, per un totale di 70 milioni di tonnellate di leucite.
Nella zona di Ciampino (Roma) la leucite è compresa entro tufi leucitici.
Dal punto di vista dell’evoluzione temporale, mentre la miniera di zolfo è stata attiva a cavallo del XIX e XX secolo (1866÷1916), l’estrazione della leucite si è concentrata tra la fine degli anni '20 e la fine degli anni ’60 del XX secolo (1928÷1969).
Fig. 3 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di coltivazione di altri minerali (leucite, zolfo) nel Lazio