Bauxite in Campania

La distribuzione dei siti a livello territoriale

In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 6 siti di estrazione di bauxite, articolati tra la provincia di Caserta (4) e quella di Benevento (2).

Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di coltivazione della bauxite in Campania

Geologia e giacimentologia

I giacimenti di Bauxite in Campania sono situati in due aree: la prima a NW della provincia di Benevento (Gruppo del Matese), la seconda a NE della provincia di Caserta (Gruppo di Monte Maggiore), a distanza di circa 20 km a SW della prima area.

Il Gruppo del Matese costituisce un importante massiccio carbonatico che culmina a 2050 m s.l.m. nel Monte Miletto ed è delimitato da un quadrilatero di fiumi: a O e SO il Volturno, a S il Calore, a E il Tammaro e a NE il Biferno.

Ubicato al confine tra Molise e Campania, è costituito principalmente da terreni in facies di piattaforma e margine di piattaforma carbonatica, di età meso-cenozoica e facenti parte della più ampia unità stratigrafica-strutturale denominata Piattaforma Abruzzese Campana, che raggiungono spessori superiori a 3000 m in una successione prevalentemente dolomitica dal Trias superiore al Lias inferiore e prevalentemente calcarea dal Lias medio al Cretacico inferiore, su cui giacciono in trasgressione depositi calcareo marnosi e terrigeni di ambiente bacinale miocenico (fig. 2).

Il livello bauxitico rappresenta il prodotto di una fase di continentalità, avvenuta tra l'Albiano inferiore ed il Turoniano (110÷90 Ma), estesa non solo nell'area dei Monti del Matese ma anche nelle adiacenti aree del Monte Maggiore (seconda area bauxitica) e del Monte Campo Sauro.

Si tratta, tuttavia, di un orizzonte molto variabile, cosicché le manifestazioni bauxitiche oggetto di estrazione sono concentrate, come detto, solo in alcune zone del Monte Maggiore e del Matese a costituire corpi di forma lenticolare più o meno appiattiti, in corrispondenza di affossamenti del calcare di letto (paleo doline), o con sviluppo verticale per riempimento di paleo cavità carsiche.

Il minerale si rinviene generalmente in corrispondenza di un sottile livello (pochi cm) di argille bauxitiche gialle e rosse; solo in pochi casi lo spessore aumenta fino al metro e in un caso (Bocca della Selva sul versante S del M. Mutria) fino a 10-15 m.

Nel Gruppo di Monte Maggiore l’orizzonte bauxitico rappresenta la continuazione di quello abruzzese-aquilano in corrispondenza della piattaforma carbonatica esterna, rimasta emersa al passaggio tra Cretacico inferiore e superiore (Albiano-Cenomaniano, 110÷95 Ma), per un periodo inferiore a quello della trasgressione matesina.

Questo orizzonte ha andamento lenticolare, con letto molto irregolare, perché in corrispondenza di una superficie di erosione dei calcari di tipo carsico, a volte con cavità a pareti verticali; il tetto, invece, è una superficie generalmente piana, a tratti marcata da livelletti di materiale lignitico.

La bauxite è terrosa o pisolitica, rossa e a volte giallastra; il minerale si trova quasi solo dove lo spessore del livello è prossimo o maggiore di 1 m.


Lo spessore del livello bauxitico varia in funzione del profilo del letto, con massimi di 7-8 m a Monte Grande di Caiazzo.

Il livello bauxitico è generalmente unico, con eccezione a Monte Grande di Caiazzo dove si riconoscono due livelli: il primo è l'orizzonte normale, sottostante ai calcari a bande, il secondo, più in alto, è immediatamente sottoposto ai calcari a rudiste.

Fig. 2 - Serie stratigrafica della Piattaforma Abruzzese-Campana con il livello di bauxite (S. Del Prete 2002)

L'evoluzione temporale dell'attività mineraria

In fig. 3 è mostrata l'evoluzione temporale del numero di concessioni di bauxite vigenti in Campania.

Come risulta dal Repertorio delle miniere del 1927, molti di questi siti risultano in attività già a fine 1919, aperte per diritto di proprietà e gestite dai rispettivi comuni di appartenenza.

Tuttavia, solo tre di queste, tutte del Gruppo di Monte Maggiore, furono ufficialmente concessionate con emissione di apposito decreto:

  • Monte Etna, concessionata in perpetuo al Comune di Liberi con DM dell’11 aprile 1932 (GU 230/1935), ma revocata dopo appena 5 anni con DM 29 ottobre 1937 (GU 286/1937);

  • Caiazzo, concessionata per 50 anni alla Montecatini con DM del 9 ottobre 1953 (GU 283/1953), per un’estensione di ben 2045 ettari, di cui con DM del 15 maggio 1967 (GU 183/1967) fu accettata la rinuncia della concessionaria, presentata già dal 22 dicembre 1965;

  • Castello di Dragoni, concessionata per 15 anni al Comune di Dragoni con Decreto dell’Ispettore generale Capo del Distretto Minerario di Napoli del 18 febbraio 1957 (GU 196/1957).


Di fatto, a causa sia della discontinuità del livello bauxitico che della natura geografica dei luoghi, più che di attività estrattiva con significativi impatti economici si deve parlare di attività di ricerca che solo in pochi casi, e per brevi periodi, hanno portato a una reale produzione di bauxite.


Nel Matese tra il 1919 il 1921, a seguito dello sviluppo delle tecniche di estrazione dell’alluminio metallico dalla bauxite, la Società Anonima Monte Mutri iniziò a svolgere ricerche minerarie che portarono alla realizzazione di diverse trincee, gallerie e rimonte lungo l’orizzonte bauxitico, proseguiti fino al 1925 quando furono interrotti per gli elevati costi di produzione.

Nel 1925 anche la Società Montecatini iniziò a interessarsi alle bauxiti dell’Italia centro-meridionale, con particolare riguardo a quelle affioranti nel Matese dove, dopo una campagna di prospezioni effettuate tra il 1937 e il 1938, ebbero inizio le ricerche e le attività estrattive che proseguirono fino al 1963-1965, con interruzioni nel periodo bellico (1943-1945) e nel 1950.

Di tali coltivazioni rimangono circa 2600 m di gallerie, che rappresentano solo parte di quanto originariamente realizzato.

Numerose gallerie esplorative furono realizzate anche in diversi siti dell’area del Monte Maggiore e Monte Etna dove le attività estrattive, però, si concentrarono solo sulla “Miniera Caiazzo”, l’unica realmente attiva per qualche anno, tra il 1953 e il 1955, esercita dalla Montecatini, da cui furono estratte 30,000 ton di minerale.

Anche nella concessione “Castello di Dragoni”, l’attività mineraria è stata essenzialmente di ricerca, con modesti lavori di coltivazione nel 1959 e l’estrazione complessiva di sole 6,000 tonnellate di bauxite.

Fig. 3 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di bauxite in Campania