Minerali ceramici e industriali in Lombardia
La distribuzione dei siti a livello territoriale
In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 31 siti di minerali ceramici e industriali nella Regione Lombardia.
Come è stato già mostrato in tab. 2 della pagina Lombardia, sono in maggioranza (19 su 31, pari al 61.29%) in provincia di Lecco, con grandissima prevalenza (18 su 19, pari 94.74%) della coltivazione di feldspati.
Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di minerali ceramici e industriali in Lombardia
Geologia e giacimentologia
Come detto, la maggior parte dei siti di estrazione dei minerali ceramici e industriali si trova nella province di Lecco (19 siti), a ridosso della parte NE del lago di Como, e Sondrio (4), sulle sponde settentrionali del lago Mezzola, subito a N dello stesso lago di Como.
Geologicamente tale area appartiene al Dominio Sudalpino, che rappresenta il margine continentale passivo fossile della placca dell’Adria, generatosi nel Mesozoico inferiore-medio durante le fasi estensionali che hanno portato all’apertura dell’oceano giurassico della Tetide, seguite dalla fase compressiva Eo-Alpina e Terziaria.
La porzione settentrionale del Sudalpino è costituita dal basamento metamorfico ed è caratterizzata essenzialmente da metapeliti del Paleozoico inferiore (Gansser, 1988); nella sua porzione meridionale invece affiorano le potenti successioni sedimentarie di età Permo-Cenozoica.
L’impronta metamorfica predominante del basamento Sudalpino è di età varisica (ca. 300 Ma) con aumento del grado metamorfico a partire dal suo settore E (vicino al massiccio dell’Adamello : facies scisti verdi) e proseguendo verso W (Lago di Como: facies anfibolitica).
Il contatto tra il basamento e le successioni sedimentarie è caratterizzato dalla presenza di metagranitoidi leucocrati, denominati in letteratura col nome di Gneiss Chiari, di probabile età pre-varisica.
La porzione centrale di questo dominio che si estende dal Lago di Como al massiccio dell’Adamello viene definita col nome di Sudalpino Orobico il cui basamento ercinico è delimitato a S dalla Linea Orobica di sovrascorrimento, con prevalente direzione E-O, del basamento stesso sulla copertura sedimentaria.
Dal punto di vista giacimentologico, l’area è stata fortemente caratterizzata dalla presenza della Linea Lugano - Val Grande, faglia normale, listrica [1], che rappresenta una zona di taglio attivo in regime estensionale, di età pre-Alpina riattivata durante le fasi dell’orogenesi alpina (Bertotti 1990; Bertotti et al., 1993).
Questa linea, dislocata lungo i filoni oggetto dello sfruttamento minerario, rappresenta, infatti, l’origine della messa in posto dei filoni di feldspato. Dal punto di vista più strettamente litologico, nell’area si incontrano:
Alternanza micascisti–gneiss, dove la percentuale dei micascisti è sempre minore di quella degli gneiss (variabile da 10% a 40%).
Ortogneiss leucocrato, con tessitura da massiccia a foliata data dall’orientazione delle miche scure in piani.
Gneiss milonitico occhialino, con alternanza di letti micacei (clorite e mica chiara) e letti quarzoso feldspatici contenenti granuli di feldspati (diametro massimo 5 mm) con forma da tondeggiante a lenticolare.
Gneiss a clorite, roccia foliata di colore grigio verde a grana fine, costituita da bande planari di alternanza mineralogica di fillosilicati verdi (clorite con percentuali variabili tra 20% e 40%) e livelli quarzoso feldspatici (con percentuali variabili tra 60% e 80%).
Cataclasite, di colore verde marrone a grana minuta in cui non si riconosce una tessitura orientata, fortemente fratturata con dimensioni da decimetriche a metriche.
Albitite, roccia feldspatica bianca con grana medio-fine a tessitura massiccia costituita prevalentemente da albite (51%) con mica bianca e quarzo, in filoni di potenza da metrica a decametrica; in quelli incassati nell’ortogneiss leucocrato si osserva un passaggio da netto a graduale dato dalla diminuzione della percentuale di miche scure e direzione prevalente dei filoni N-S. Costituisce l’orizzonte mineralizzato coltivato.
Quarzite, roccia massiccia di colore grigio biancastro debolmente foliata costituita da quarzo (70%), mica bianca (20%) e mica scura (10%), localizzata all’interno dei micascisti.
Più a ENE, nella zona tra Sondalo (SO) e Ponte di Legno (BS), si trovano 3 concessioni, vigenti anche nei primi anni del XXI secolo, in cui sono stati coltivati filoni pegmatitici a feldspato e mica in gabbri anfibolici e in metapegmatiti, rispettivamente di età permiana (280÷260 Ma) e pre-permiana (> 300 Ma).
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[1] Superficie di faglia con concavità verso l'alto
Evoluzione temporale dell'attività estrattiva
Come mostrato in fig. 3, le coltivazioni cominciano a partire dal 1928 [1], anche se già dal 1907 si ha notizia delle prime autorizzazioni alla ricerca e l’estrazione (fig. 2), con un trend di crescita fino al massimo di 17 concessioni attive negli anni ’60 del secolo scorso. A partire dagli anni ’70 il numero di concessioni prende a diminuire, trend che, a parte una temporanea ripresa tra il 1995 e il 2000, si è mantenuto fino alla condizione attuale (fine 2019) in cui sono ancora attivi soltanto due siti, entrambi in provincia di Lecco.
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[1] Si ribadisce il concetto, sostanzialmente valido per tutti i minerali non metalliferi o combustibili fossili, che partire dal RD 1443/1927 i minerali ceramici e industriali sono stati riconosciuti come minerali di 1a categoria e, conseguentemente, soggetti a regime demaniale. Solo da quella data le miniere di minerali ceramici e industriali, soggette a concessione, appaiono nella documentazione ufficiale su cui è basato il censimento all'origine di questo testo.
Fig. 2 - La storia della prima concessione di feldspato in Lombardia
Fig. 3 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di minerali ceramici e industriali in Lombardia