Antracite in Valle d'Aosta

La distribuzione dei siti a livello territoriale

In fig. 1 è mostrata la distribuzione a livello comunale dei 13 siti di coltivazione dell'antracite censiti nel periodo 1870-2019, tutti coltivati in sotterraneo e ormai abbandonati.

Fig. 1 - Distribuzione a livello comunale dei siti di antracite in Valle d'Aosta

Geologia e giacimentologia

Il bacino antracitifero di La Thuile appartiene alla copertura metamorfica permo-carbonifera (330÷250 Ma) del sistema di falde della zona brianzonese, che affiora lungo tutto l’arco alpino occidentale, dal Cantone Vallese alla Liguria (fig. 2), in particolare nella parte esterna di tale zona, definita Unità dell’Houllier, che include metasedimenti continentali con intrusioni magmatiche, interpretati come depositi molassici dell’orogenesi ercinica.

L’Unità di Houllier può essere suddivisa in due serie:

  • quella inferiore, molto spessa, costituita da sabbie e peliti, ricche in carbone e datate tra il Namuriano e lo Stefaniano inferiore (330÷300 Ma), che rappresentano i più antichi sedimenti scoperte nelle Alpi occidentali;

  • quella superiore, formata da conglomerati e sabbie anche con frammenti vulcanici, caratterizzati da clima più arido, datate dallo Stefaniano al basso Triassico (300÷250 Ma).

L’evoluzione strutturale del bacino è stata caratterizzata da due fasi di piegamento che hanno fortemente influenzato la forma e la distribuzione spaziale delle lenti di antracite.

La prima fase, sviluppata in condizioni metamorfiche di alta pressione e bassa temperatura, è caratterizzata dalla presenza di foliazioni tettoniche che mostrano i caratteri di una fitta fratturazione.

Successivamente, si è sviluppata una seconda fase di deformazione duttile a bassa pressione e bassa temperatura, con un’intensità variabile che progressivamente modifica la precedente foliazione.

Il giacimento è costituito da tre banchi di potenza media pari a 2 m, larghi poche centinaia di metri e lunghi alcuni chilometri, incassati in strati orientati NE-SO e immersione 30-40° verso SE, con presenza di filladi, arenarie, gneiss a grana da media a grossa, interposti a lembi di calcescisti e dolomie di età mesozoica, in pieghe rovesciate per cui la formazione permo-carbonifera è sovrapposta a quella mesozoica.

All’interno dei banchi si osservano variazioni della composizione di combustibile, costituito da antracite parzialmente grafitizzata, spesso finemente commista a brandelli di rocce incassanti.

La scarsa purezza del combustibile, cui si aggiunge un elevato tenore di zolfo (15%) e di ceneri (50%), ne ha condizionato fortemente il valore commerciale.

Fig. 2 - Mappa tettonica delle Alpi Occidentali

Evoluzione temporale dell'attività estrattiva

In fig. 3 è riportata l’evoluzione temporale, espressa in numero di concessioni attive, dei siti aostani di antracite, che presenta un andamento unimodale con un massimo di 9 concessioni attive nel 1925. Il crollo del numero di concessioni attive dopo il 1940 più che alla chiusura delle miniere è stato determinato dalla riorganizzazione delle concessioni, accorpate con DM 8 aprile 1942 nelle due principali Terre Nere e Colle Croce, rimaste concessionate fino al 1980.

Per gli approfondimenti storici si rimanda al pdf scaricabile.

Fig. 3 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di antracite in Valle d'Aosta