Marna da cemento in Friuli V. G.
La distribuzione dei siti a livello territoriale
In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 18 siti di marna da cemento nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di marna da cemento in Friuli Venezia Giulia
Geologia e giacimentologia
Come si può osservare nella fig. 1, i siti di marna da cemento sono concentrati in due comuni confinanti, San Leonardo (a Est) e San Pietro al Natisone (a Ovest), dove affiora prevalentemente l’unità rappresentata dal Flysch del Grivò (tra Paleocene superiore ed Eocene inferiore, 58÷50 Ma), con le sovrastanti marne e arenarie di Savorgnano (Eocene inferiore, 50÷48 Ma).
Litologicamente l'unità è caratterizzata, specie nella parte alta, dalle tipiche alternanze pelitico-arenacee in strati sottili, ma ancor più da una evidente successione di potenti megabanchi carbonatici corrispondenti a colossali olistostromi franati nel bacino torbiditico (ben 260 m di spessore raggiunge il famoso megastrato di Vernasso, fig. 2).
Questi megabanchi sono la dimostrazione dell’instabilità tettonica durante l’Eocene inferiore del margine della piattaforma carbonatica friulana prossimo all’area di deposizione dei megastrati.
Da alcuni di essi, caratterizzati dalla grana media e medio-fine delle areniti, si estraggono tuttora, specie nei dintorni di Torreano di Cividale, le rinomate “pietre piasentine” che caratterizzano buona parte dell’edilizia friulana.
Per quanto riguarda la provenienza dei materiali carbonatici, la loro composizione indica chiaramente una sorgente rappresentata da una piattaforma carbonatica con prevalenza di sedimenti d'acqua bassa, in particolare la Piattaforma Carbonatica Friulana, posta a meridione del Bacino Giulio, uno stretto bacino allora allungato in direzione NW-SE.
Si può ipotizzare che le nicchie di distacco, probabilmente multiple, da cui provennero gli olistoliti, definivano un'impressionante parete in zona di scarpata, in quanto le litologie conosciute nella successione di piattaforma delle Prealpi Giulie e del Carso, abbracciano gran parte degli intervalli stratigrafici compresi tra il Cretacico inferiore (Hauteriviano) e l'Eocene inferiore.
Fig. 2 - Grande olistostroma eocenico del megastrato di Vernasso (ex miniera di marna da cemento)
Per quanto riguarda l’origine di questi olistoliti, i terremoti e le fasi di abbassamento relativo del livello del mare (caduta eustatica) sono ritenuti i fattori d'innesco principali.
In particolare per quanto riguarda il Flysch del Grivò, si ritiene che terremoti, verosimilmente verificatisi in risposta a fasi di significativo aumento del carico tettonico sul margine interno del bacino Giulio, abbiano rappresentato il fattore d'innesco più importante di questi colossali episodi di risedimentazione, determinando la genesi di accumuli lineari al piede della scarpata, allungati secondo l'asse del bacino in direzione NW-SE.
Evoluzione temporale dell'attività estrattiva
In fig. 3 è riportato l'istogramma che mostra l'andamento del numero di concessioni attive dal 1870 al 2019.
Si tratta di un'attività molto concentrata nel tempo, sostanzialmente limitata agli anni ’30 del XX secolo, rapidamente esauritasi e definitivamente chiusa nella prima metà degli anni ’60.
Fig. 2 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di marna da cemento in Friuli Venezia Giulia