Parco minerario delle Colline Metallifere

Parco Nazionale Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane

Con DM del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 28 febbraio 2002 (GU 107/2002) è stato istituito il Parco tecnologico archeologico delle Colline Metallifere Grossetane, il cui Statuto è stato approvato con DM 11 ottobre 2016.

L'allegato A del Decreto Istitutivo individua 34 tra siti e beni costituenti il parco (tab. 1), al cui interno ricadono le 16 miniere censite elencate in tab. 2.

Il Parco è inserito tra i geoparchi riconosciuti dall’UNESCO.

Tab 1 - Allegato A: Elenco dei siti e dei beni costituenti il Parco tecnologico archeologico delle Colline Metallifere Grossetane

Tab. 2 - Lista dei siti minerari compresi nel Parco tecnologico archeologico delle Colline Metallifere Grossetane

Masterplan del Parco


Per raggiungere gli obiettivi previsti dal DM è stato necessario sviluppare un vero e proprio documento di indirizzo strategico per la programmazione del territorio (Masterplan ) che non fosse orientato alla semplice conservazione di qualche emergenza isolata, ma alla valorizzazione di tutto il territorio investito dalla plurisecolare attività estrattiva e metallurgica.

Grazie alla collaborazione di esperti privati e istituzioni pubbliche (Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena), il Masterplan è stato prodotto nel 2007 a partire dalla conoscenza approfondita del patrimonio su cui applicare gli indirizzi progettazione, programmazione e gestione, che ha portato a identificare 90 siti su cui intervenire (figg. 1 e 2), in un’area estesa ben 1,087 km2, molto più grande dei 250 km2 previsti dal DM, e comprendente 7 comuni: gli originari Gavorrano, Massa Marittima, Monteverdi Marittimo, Montieri, Roccastrada e Scarlino, cui si è aggiunto Follonica.

Fig. 1 - Siti individuati nel Masterplan del Parco delle Colline Metallifere

Fig. 2 - Masterplan del Parco delle Colline Metallifere: cartografia dei siti articolati per aree

Stante la molteplicità dei siti individuati, oltre alla loro modalità di recupero e valorizzazione, il Masterplan prevede «la predisposizione di un sistema ragionato di percorsi che consenta ai visitatori di scegliere fra diverse opzioni di visita... I percorsi individuati possono essere... classificati secondo tre categorie a generalità crescente, secondo il carattere più o meno specialistico dell’itinerario corrispondente...»:

  • circuiti per tipologie (fig. 3): itinerari che collegano categorie particolari di beni (insediamenti, metallurgia, cave, castelli minerari, silos, impianti di trattamento, villaggi minerari);

  • itinerari dei minerali (fig. 4): percorsi che uniscono siti dedicati alla coltivazione e/o al trattamento di particolari minerali (allume, ferro, lignite, pirite e rame)

  • i percorsi tematici (fig. 5), dedicati ai grandi temi della storia industriale delle Colline metallifere (miniere, metallurgia e geotermia).


Tra i progetti realizzati e/o in corso di realizzazione, che riguardino direttamente i siti minerari, il Masterplan segnala i recuperi:

Fig. 3 - Circuiti per tipologie (Masterplan Parco Colline Metallifere)

Fig. 4 - Itinerari dei minerali (Masterplan Parco Colline Metallifere)

Fig. 5 - Percorsi tematici (Masterplan Parco Colline Metallifere)

Porta di Gavorrano già Parco Minerario Naturalistico


La Porta di Gavorrano, già Parco Minerario Naturalistico, inserito all’interno del Parco tecnologico e archeologico delle Colline Metallifere Grossetane, nasce dalla “volontà dell’Amministrazione Comunale di Gavorrano e di tutta la cittadinanza di non dimenticare il passato minerario che in maniera così profonda ha modificato il territorio e la vita di tante famiglie di gavorranesi”.

Al 2019 sono state attrezzate per la visita due aree minerarie: il Parco delle Rocce e l’area di Ravi Marchi.


Il Parco delle Rocce si articola in due installazioni:

  • Museo minerario (fig. 6), allestito in una galleria originariamente adibita a riservetta per il deposito di esplosivi e materiale detonante: il percorso museale guidato inizia dal centro di accoglienza, dove campioni di minerale sono esposti in teche di cristallo collocate nei quattro angoli della sala, per poi passare allo spazio conico in cui sono visibili un plastico dell’area mineraria, posizionato al centro, e due pannelli perimetrali che rappresentano il passato (storia e attività) e il futuro della miniera come complesso ecomuseale. Si entra, quindi, in galleria (fig. 7) dove l’osservatore ha modo di sperimentare le condizioni di vita all’interno della miniera attraverso un insieme di ricostruzioni rappresentative dell’arte mineraria (spogliatoi, lampisteria, discesa in pozzo con la “gabbia”, abbattimento con esplosivo, tecniche di coltivazione, opere di sostegno).

Un apparato mediatico formato da pannelli esplicativi e da un sistema sincronizzato di luci, immagini, e suoni permette di evocare in forma sensoriale l’interno della miniera. A conclusione del percorso è possibile assistere a una proiezione che ripercorre le tappe salienti della storia passata della miniera e le tappe future di sviluppo per il territorio delle ex miniere di Gavorrano.

  • Teatro all'aperto: capace di contenere fino a 1,400 spettatori, è stato ricavato all’interno della vecchia cava di calcare (fig. 8), che durante l’attività estrattiva forniva gli inerti per il calcestruzzo della ripiena cementata dei vuoti aperti con l’estrazione della pirite.

Il progetto ha tenuto conto della forma semicircolare del sito, inserendo il teatro all’interno della cava in modo che le gradinate, realizzate con la pietra estratta durante l’attività di messa in sicurezza, si adattassero alla morfologia esistente fondendosi nei punti di contatto con il fronte originario. L’orientamento delle gradinate è tale che lo sfondo risulta essere il centro storico di Gavorrano, che fa da naturale quinta scenica (vedi particolare in fig. 8).


L'Area Ravi Marchi è stata inaugurata nel settembre 2012 e presenta come elementi caratteristici il recupero dei castelli di estrazione dei pozzi Vignaccio e Ravi I (fig. 9) e della laveria del minerale.


Il percorso di visita (fig. 10) comprende:

  • Centro d’accoglienza, dove il visitatore acquisisce informazioni relative alla identità geologica del luogo, al paesaggio minerario, alla storia e alle caratteristiche della miniera.

  • Pozzo Vignaccio, realizzato nel 1949 con castello di estrazione alto 11 metri in profilati metallici accoppiati, due puntoni collegati tra loro e con la struttura verticale.

Il basamento è appoggiato su plinti di mattoni.

  • Pozzo Ravi I, con castello di estrazione alto 19 metri, costituito da una torre in ferro e da due puntoni a struttura metallica reticolare, indipendenti e divaricati verso il basso.

  • Classificatore a rastrelli Dorr, dove il minerale estratto veniva separato in funzione della dimensione delle particelle di minerale per il successivo trattamento, con una capacità di circa 100 ton/ora.

  • Nuova laveria, realizzata nel 1955, articolata su quattro gradoni, con annesso un piccolo impianto di flottazione risalente al 1958.

Nella laveria avvenivano i seguenti processi:

- frantumazione primaria, per mezzo di frantumatori a ganasce, delle particelle di minerale di dimensioni superiori a 50 mm;

- frantumazione fina, per ridurre le particelle di dimensioni comprese tra 12 e 50 mm a meno di 12 mm;

- concentrazione gravimetrica, per le particelle di minerale uscite dalla frantumazione con dimensioni inferiori a 12 mm;

- flottazione, per il trattamento dei fini (inferiori a 0.15 mm) provenienti dal classificatore Dorr e dalla concentrazione gravimetrica.

  • Antica laveria, i cui ruderi sono stati riportati in luce con gli scavi eseguiti durante i lavori per la risistemazione esterna dell’area.

Realizzata tra 1918 e il 1920, in essa il trattamento del minerale avveniva per frantumazione e concentrazione gravimetrica senza flottazione.

Nell’operazione di recupero è stata consolidata mediante la realizzazione di una struttura di ferro che segue il vecchio andamento dei solai e delle coperture e permette di ricostruire visivamente l’aspetto dell’opificio quando era in funzione.

Fig. 6 - Ingresso del Museo minerario del Parco delle Rocce

Fig. 7- Galleria del Museo minerario di Gavorrano

Fig. 8 - Teatro delle Rocce all’interno della vecchia cava di calcare (Fonte GoogleEarth, 2019)

Fig. 9 - Area mineraria Ravi-Marchi: Pozzo Vignaccio (a sx) e Pozzo Ravi I (a dx) e scheletro ricostruito dall’antica laveria (Foto di Giulio Pieralli)

Fig. 10 - Area mineraria Ravi-Marchi: percorso musealizzato

Miniera di Niccioleta


Già dal 1998 il Comune di Massa Marittima ha iniziato a sviluppare una serie di interventi finalizzati al recupero del complesso di Niccioleta, rielaborati poi all’interno del masterplan del Parco archeologico e tecnologico delle Colline Metallifere.

Nel progetto realizzato, la cui planimetria generale è mostrata in fig. 11, la piazza della memoria rappresenta il fulcro del complesso, “una piazza monumento” in ricordo dei minatori uccisi nella strage nazifascista del 13-14 giugno 1944, rappresentati dalle 83 pietre di diverso colore, una per ciascuna vittima, posate sul pavimento della piazza.

Sono stati completamente recuperati, inoltre, tre immobili (Fig. 12):

  • l’edificio sede dell’officina meccanica, dei magazzini e della vecchia infermeria, che ospita il centro di documentazione, il polo tecnologico e gli archivi minerari (vedi riquadro);

  • la palazzina della direzione, diventata un ostello foresteria, con spazi espostivi;

  • la pesa, che è stata riutilizzata come locale tecnico a servizio del complesso.

Fig. 11 - Progetto di recupero museale della miniera di Niccioleta (Martinozzi, 2016)

Fig. 12 - L’area mineraria di Niccioleta come appare al 2019 (Fonte GoogleEarth)