Già Olinto Marinelli [1] (fig. 1), curatore nel 1912 di una Guida alle Prealpi Giulie (fig. 2), inquadrava con precisione la situazione mineraria della Regione Friuli-Venezia Giulia quando affermava come essa fosse «... estremamente povera di giacimenti minerali. Da documenti del 1454, 1486 e 1488 risulta bensì che il ferro era in quegli anni lavorato a Venzone, ma nessun altro cenno ne viene fatto posteriormente. Nel 1497 il cividalese Virgilio Formentini scopriva la miniera, poscia diventata celebre, di mercurio ad Idria [2], nel territorio di Tolmino, allora sotto la giurisdizione di Cividale e ne ottenne insieme ad altri due cividalesi l'esercizio, che riuscì a mettere in commercio una rilevante quantità di siffatto minerale così da farne decrescere il prezzo: senonché in seguito al trattato di Noyon e alla pace di Wormazia la miniera passò per sempre in proprietà degli austriaci ...
Né dei vari minerali ferriferi che furono segnalati in qua e in là (pirite sopra Gemona, presso Lusevera, sul colle di Buia, fra Magnano ed Artegna, presso S. Guardo, sui colli di Rosazzo, sul Matajur sopra Montemaggiore, presso Caporetto) può alcuno vantarsi di avere oggi la benché minima importanza industriale. E lo stesso dicasi delle numerose tracce di scisti bituminosi, alcuni dei quali abbastanza ricchi di materie volatili, formanti banchi non indifferenti rinvenuti... così nella Dolomia Principale, come nella zona eocenica.
Per quanto riguarda le ligniti mioceniche, noteremo che difficile e poco proficua riuscì la lavorazione dei depositi nel colle di S. Rocco presso Osoppo e che per i giacimenti fra Ragogna e il castello di Susans si tentò senza vantaggio lo scavo nel 1854, nel 1867 e nel 1876, ottenendone combustibili per le cave di fornaci e laterizi ch'erano sui luoghi.
Assai maggiore importanza delle ligniti ebbero in mezzo a noi i depositi di torba di cui la regione è copiosamente provvista e della quale da ben oltre un secolo fu introdotta in Friuli l'escavazione e l'uso ...
Ma se la nostra regione difetta di filoni metalliferi e di giacimenti carboniferi importanti, è però abbondantemente provvista di materiali da costruzione... La straordinaria, più volte accennata, ricchezza di marne, con vario tenore di argilla e di calce in tutta la regione dell'eocene costituisce una sorgente preziosa e inesauribile di materia opportuna alla fabbrica di calci e cementi idraulici...».
Nei successivi approfondimenti, escludendo il caso di Raibl, che però al tempo di Marinelli non si trovava in territorio italiano, tale giudizio sarà abbondantemente confermato e persino peggiorato, in quanto neanche le concessioni di marne da cemento eoceniche hanno avuto quel significativo sviluppo industriale previsto dal geografo friulano.
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[1] Olinto Marinelli (Udine 11 febbraio 1976 – Firenze 14 giugno 1926) è stato un importante geografo italiano.
[2] La miniera di Idria, coltivata fino al 1995, è passata dopo la Seconda guerra mondiale in territorio sloveno. La lisciviazione delle sue discariche abbandonate, attraverso la successione torrente Idrijca-fiume Isonzo-Golfo di Trieste scarica in quest’ultimo abbondanti quantità di Mercurio contribuendo pesantemente alle elevate concentrazioni di questo metallo in quel tratto di mare (15÷20 mg/kg).
Secondo l’Arpa del Friuli-Venezia Giulia «... Nel litorale della nostra regione la fonte principale di mercurio deriva dal particellato sospeso trasportato dal fiume Isonzo. Il suo principale affluente (Idrijca) drena i terreni mercuriferi presso Idrija (Slovenia), dove più di 5 milioni di tonnellate di roccia, essenzialmente cinabro (HgS) sono state scavate nel corso di 500 anni di attività con conseguente contaminazione dei suoli circostanti e dei sedimenti fluviali... Determinazioni sul contenuto di mercurio nel torrente Idrijca hanno evidenziato valori compresi fra i 100 e 300 mg/kg con massimi che superano i 1,000 mg/kg... Diversi studi hanno confermato che l’area è ancora attiva nel rilascio di mercurio... con stime annuali approssimativamente pari a 1.5 tonnellate rilasciate nel decorso del fiume Isonzo... Il golfo di Trieste rappresenta l’accettore finale del mercurio legato a portate solide e liquide isontine». (ARPA FVG: Il mercurio nelle acque marino-costiere e di transizione, 2012).
Altre zone di importanza mineraria, ricadenti nella regione Friuli-Venezia Giulia nel periodo 1920-1945 e oggi in Croazia, furono quelle istriane di bauxite e lignite di Albona, in provincia di Pola.
Fig. 1 - Olinto Marinelli
Fig. 2 - Guida delle Prealpi Giulie
Nel periodo 1870-2024 sono stati censiti 31 siti estrattivi, tutti in provincia di Udine, di cui 17 con coltivazione a cielo aperto, 11 in sotterraneo e 3 a coltivazione mista, distribuiti a livello comunale come mostrato in fig. 3.
Fig. 3 - Articolazione territoriale a livello comunale dei siti minerari in Friuli Venezia Giulia
Da un punto di vista mineralogico, i minerali estratti con la relativa frequenza sono riportati in Tab. 1.
Tab. 1 - Minerali estratti in Friuli Venezia Giulia
Si tratta, prevalentemente, di siti di coltivazione di materiali da costruzione (Marna da cemento, 18 siti), metalliferi & fluorite (9 siti, con prevalenza di Minerali di Piombo e Zinco e di Ferro manganesifero) e combustibili fossili (Antracite, Litantrace e Scisti bituminosi, 4 siti).
In tab. 2 è indicato il numero di siti censiti, suddivisi pe classe di estensione della concessione, in ha, e per minerale.
Esclusi i 5 siti per cui il dato è mancante (16.13% del totale), i rimanenti 26 siti mostrano una forte concentrazione sulle classi estreme: 17 siti con estensione < 25 ettari (65.38%) e 8 siti con estensione > 250 siti (30.77%).
In particolare, si osserva una maggiore concentrazione dei siti di marna di cemento in corrispondenza di estensioni molto piccole (100% < 25 ettari di cui 92.31% < 10 ettari), mentre è vero il contrario per i siti dei minerali metalliferi (66.67% tra 250 e 500 ettari).
Tab. 2 – Numero di siti censiti, suddivisi per classe di estensione, in ha, e per minerale (A=marna da cemento / B=minerali metalliferi & Fluorite/ C=combustibili fossili e scisti bituminosi/ totale=tutti i minerali estratti)
La fig. 4 mostra l’andamento temporale della presenza di siti minerari nella regione, articolato per tipo di minerale estratto.
Tra il 1870 e il 1915 il numero di miniere in attività in regione si mantiene sostanzialmente costante, oscillando tra un minimo di 5 e un massimo di 7, tutte miniere metallifere o di carbon fossile.
Dopo il 1927 cominciano ad essere concessionate le miniere di Marna da Cemento e nel 1935 vi è un importante aumento del numero dei siti attivi, che passa repentinamente a 21, trainato dal rilascio di permessi di ricerca e dall’apertura di nuove concessioni di Marna da Cemento, che, però, per la maggior parte non riescono a sopravvivere agli anni ’40, quando le concessioni attive si riducono a 10.
Dal 1955, quindi, si ha un’ulteriore brusca contrazione del numero di siti che passa rapidamente a 6, per poi scendere gradualmente fino al completo esaurimento dell’attività mineraria con la chiusura, nel 1991, della miniera di Raibl, che, in tempi moderni, è stato, di fatto, l’unico sito minerario d’importanza industriale della regione.
Fig. 4 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti in Friuli Venezia Giulia, articolato per tipologia dei minerali estratti,
Per quanto riguarda i principali minerali coltivati e il processo di formazione dei vari giacimenti friulani, questi sono riassunti nella fig. 5, articolati in funzione delle età geologiche e delle varie aree minerarie.
Fig. 5 - Giacimenti della Regione Friuli Venezia Giulia articolati per età e area mineraria
Nelle sotto_pagine di questa sezione è riassunta un'analisi dell'attività mineraria in Friuli Venezia Giulia che, in forma completa comprendente per ciascun gruppo di minerali informazioni geologiche e giacimentologiche, cenni storici sui principali siti e la lista degli stessi (nome, comune, provincia, tipo, minerali estratti, ultimo concessionario, periodo di concessione, stato), è consultabile nel pdf scaricabile -->