Combustibili fossili e altri siti in Piemonte

La distribuzione dei siti a livello territoriale

In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 7 siti di combustibili fossili e di altri siti [1] nella Regione Piemonte.

Come è stato già mostrato in tab. 2 della pagina Piemonte, i siti si concentrano in provincia di Cuneo (85.71%), in particolare nell’area di Bagnasco e comuni limitrofi (4 siti di lignite picea) e a Ovest della provincia (2 di antracite).

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[1] Si tratta siti di coltivazione di mineralizzazioni che non rientrano nelle tipologie più comuni o che in regione sono in numero limitato e sporadico; nello specifico si tratta di 4 siti così articolati: Granati (2), Argilla (1) e Materiali radioattivi (1).

Fig. 1 - Distribuzione a livello comunale dei siti di combustibili fossili e altri siti in Piemonte

Geologia e giacimentologia dei bacini lignitiferi

Il bacino piemontese presenta terreni lignitiferi, a facies salmastra o fluvio-lacustre, nell'Oligocene, nel Miocene superiore e nel Plio-Pleistocene, con particolare riguardo, in quanto oggetto di lavori esplorativi e di qualche coltivazione mineraria, alle formazioni oligoceniche.

Oltre al bacino di Cadibona posto al confine tra Piemonte e Liguria, descritto, a ragione dell’ubicazione della miniera principale, nel capitolo relativo alla Liguria, si segnala il bacino lignitifero di Bagnasco in provincia di Cuneo, cui appartengono 4 dei siti censiti.

Questo bacino oligocenico è costituito da un complesso prevalentemente conglomeratico e conglomeratico arenaceo potente sino a oltre 400 metri che, in un’area vasta, comprende anche una formazione calcarea marnosa lignitifera, in generale posto in trasgressione su terreni permo-triassici e ricoperto soltanto dalla coltre di alluvioni del fiume Tanaro.

I conglomerati sono prevalentemente a ciottoli arrotondati (puddinghe), poligenici e spesso di grandi dimensioni; dai conglomerati, per riduzione di volume degli elementi, si passa a sabbie e arenarie, che, pertanto, risultano costituite dai medesimi materiali, con frequente presenza di termini di passaggio (arenarie e sabbie ciottolose).

La facies del complesso conglomeratico-arenaceo è prevalentemente marina, come si ricava dalla presenza fossile di anellidi, nummuliti e lepidocicline.

La formazione marnoso-arenacea lignitifera consta di una fitta serie di alternanze di marne, argille, calcari, conglomerati e arenarie comprendente vari livelli lignitiferi, intercalata alla descritta formazione conglomeratico-arenacea.

I livelli lignitiferi, prevalentemente lenticolari, hanno potenza decimetrica raggiungendo solo eccezionalmente il metro.

L’ambiente di formazione è di tipo lacustre, corrispondente all’isolamento di piccoli specchi d’acqua in prossimità della linea di costa, di età ascrivibile al Rupeliano superiore (30÷28 Ma), come dimostrato dai resti rinvenuti di Anthracotherium Magnum Cuvier.

Si segnalano, inoltre , tra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo, due coltivazioni di antracite nei comuni di Acceglio e Demonte, sempre in provincia di Cuneo ma distanti dai 60 ai 90 km a ONO del bacino lignitifero di Bagnasco (fig. 1).


Evoluzione temporale dell'attività estrattiva

In fig. 2 è mostrata l'evoluzione temporale dei siti di combustibili fossili e degli altri siti che non rientrano tra le mineralizzazioni [1] descritte in queste pagine relative all'attività mineraria in Piemonte.

Dalla figura si osserva come la coltivazione di combustibili fossili in Piemonte sia stata piuttosto costante nel numero (4÷6 siti) e limitata al XIX secolo e ai primi decenni del XX, coincidendo, sostanzialmente, con le principali coltivazioni del bacino lignitifero di Bagnasco e terminando già nella seconda metà degli anni ’20.

Al contrario, gli altri siti si sono sviluppati a partire dagli anni '30 del XX secolo, non superando mai le 2 concessioni attive contemporaneamente.

Fig. 2 - Evoluzione temporale del numero di concessioni attive di combustibili fossili e altri siti in Piemonte