L'attività mineraria in Sicilia

Premessa metodologica


«Le miniere esistenti in Sicilia ammontano ad oltre 1300, di cui 1274 [1] di solfo; ma essendo la maggior parte di esse di assai limitata importanza, od in condizioni tali da non potere essere esercitate con profitto, si è creduto opportuno indicare nel presente elenco soltanto quelli che si presumono suscettibili di una lunga ed utile coltivazione.»[2]

Questa nota al Prospetto E (Miniere non soggette all’autorizzazione governativa...) del Repertorio pubblicato nel 1921 (fig. 1) descrive chiaramente la singolarità della situazione siciliana, in cui l’uso abnorme del regime fondiario vigente nel Regno delle Due Sicilie ha portato al proliferare praticamente incontrollato dell’attività estrattiva dello zolfo, come dimostra l’articolazione della produzione nelle zolfare siciliane durante il triennio 1890-1892, in cui si osserva come meno del 2% di zolfare contribuiscano a circa il 25% della produzione totale (fig. 2).

In queste condizioni, per di più a distanza di quasi un secolo da quel Repertorio, sarebbe stato assai complicato districarsi nella selva di informazioni concernenti l’attività estrattiva siciliana senza un adeguato criterio di individuazione dei siti da censire, criterio che non poteva non essere dipendente dall’esistenza di una qualche forma di crisma di ufficialità dell’attività estrattiva nei siti censiti.

Come sottolineato nella pagina Legislazione mineraria, per le miniere di zolfo vigeva, in virtù del Real Rescritto dell’8 ottobre 1808, il permesso di apertura (Decreto di aperiatur) concesso al proprietario del fondo, o a chi per lui, previo pagamento di una quota, una tantum, di 10 onze [3].

Pertanto, tra i siti precedenti al RD n. 1443 del 29 luglio 1927, oltre ai 77 siti elencati nel Repertorio del 1921, sono stati considerati solo quelli dotati di Decreto di Aperiatur.

Per quanto riguarda la data di apertura è stata considerata quella di aperiatur o, per i siti post 1927, di concessione.

Per tutti i siti dotati di decreto di aperiatur, non confermati da concessione successiva e senza specifica data di chiusura o rinuncia, è stato posto come anno di abbandono il 1927, se citati nel relativo repertorio, il 1921 del precedente repertorio altrimenti.

Per i siti concessionati dopo il 1927, identificabili con siti antichi attivi solo in virtù del diritto di proprietà, è stata considerato come anno di apertura quello del decreto di concessione post 1927.

Infine, per tutti i siti concessionati la data di chiusura coincide, ovviamente, con l’anno di rinuncia, decadenza e/o esaurimento del giacimento.


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[1] Il Repertorio pubblicato nel 1927 elenca 1432 miniere di zolfo, molte aperte per solo diritto di proprietà e inattive già al 1927.

[2] Ministero dell’Agricoltura – Ispettorato centrale delle miniere: Repertorio delle miniere pubblicato nel1921, pag. 110. I siti siciliani riportati nel Repertorio del 1921 sono in tutto 77, di cui: 65 di zolfo, 6 di asfalto, 3 di salgemma e altre 3 di solfati vari.

[3] L’onza era una moneta siciliana, pari a 3 ducati, che al passaggio al Regno d’Italia nel 1860 fu valutata 12.75 lire

Fig. 1 - Estratto dal Repertorio delle Miniere del 1921


Fig. 2 - Articolazione % della produzione di zolfo per classe di zolfara nel triennio 1890-1892

La distribuzione dei siti a livello territoriale

Nel periodo 1870-2019 sono stati censiti 763 siti estrattivi, di cui 724 con coltivazione in sotterraneo, 35 a cielo aperto e 4 mista, distribuiti a livello comunale come mostrato in fig. 3.

Da un punto di vista mineralogico, i minerali estratti con la relativa frequenza sono riportati in Tab. 1 .

Rispetto alle altre regioni minerarie italiane, si osserva una fortissima prevalenza dei siti di coltivazione dello zolfo (661) e dei minerali associati parageneticamente: Salgemma (52) e Sali alcalini misti (18).

Fanno eccezione, a parte alcuni casi isolati, i siti di coltivazione di Asfalto (24) e Scisti bituminosi (7).

Per quanto riguarda l’articolazione per province in funzione dei principali minerali estratti, l'analisi della tab. 2 mostra una concentrazione di siti di coltivazione nella province di Agrigento, Enna e Caltanissetta (297, 183 e 172 siti rispettivamente), con netta predominanza dei siti di coltivazione di zolfo (264, 172 e 162 siti).

Significativa è, anche, la presenza di siti nella provincia di Palermo (55 di cui 48 per la coltivazione dello zolfo).

Meno importante è la provincia di Catania, ma sempre a netta prevalenza dello zolfo (13 siti sui 16 totali).

Le succitate province si caratterizzano anche per la presenza di siti per la coltivazione di Salgemma e/o Sali potassici (33, 10, 7, 5 e 1 sito nell’ordine di citazione), percentualmente più significativi in provincia di Agrigento (12.50% rispetto ai siti di zolfo) e Palermo (10.42%)

Per quanto riguarda i combustibili fossili o bitumi, la provincia di Ragusa si caratterizza per la coltivazione di Asfalto (22 siti sui 24 totali), quella di Messina per gli Scisti bituminosi (4 su 7 ), mentre la lignite xiloide si segnala in 2 siti in provincia di Messina e Siracusa.

Gli altri 14 siti, con coltivazione di minerali vari, si distribuiscono in prevalenza in provincia di Messina (6), Palermo (2) e Ragusa (2).

In tab. 3 è indicato il numero di siti censiti, suddivisi per classe di estensione della concessione, in ettari, e per tipologia di minerale.

Di ben 248 siti (32.50%) non è nota l’estensione, per la quasi totalità (244) siti di coltivazione dello zolfo, di cui 225 sono siti con decreto di aperiatur non confermati da successivo decreto concessorio post 1927.

Prendendo in considerazione tutti i siti censiti, esclusi i 248 per cui il dato è mancante, i rimanenti 515 evidenziano una generale prevalenza dei siti di piccoli dimensioni (1÷10 ettari), in numero di 188 pari al 36.50%, con grande prevalenza (85.64%) dei siti dello zolfo, a conferma di quanto affermato in premessa.

I siti di estensione medio-alta (100÷500 ettari) sono 97, pari al 18.83%, più frequenti tra i siti di asfalto e bitume (10 su 31, pari al 32.26%), meno tra i siti dello zolfo (74 su 417, pari al 17.75%) e di Salgemma e Sali potassici (8 su 55, pari al 14.55%).

Questi ultimi sono, invece, più frequenti in proporzione (8 su 13, pari al 61.54%) tra i siti di estensione elevata (> 500 ettari).

Fig. 3 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti minerari in Sicilia

Tab. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti minerari in Sicilia

Tab. 2 - Articolazione dei siti per tipo di minerale e per provincia

Tab. 3 - Numero di siti censiti, suddivisi per classe di estensione, in ha, e per minerale (A= Zolfo / B= Salgemma e/o Sali potassici / C= Combustibili fossili e/o Bitumi / D= Altri siti/ totale= tutti i minerali estratti)

L'evoluzione temporale dell'attività mineraria in Sicilia

La fig. 4 mostra l’andamento temporale del numero di concessioni vigenti nella regione, articolato per tipo di minerale estratto.

Come già sottolineato, l’attività mineraria siciliana è soprattutto caratterizzata dalla coltivazione dello zolfo [4] che si esaurisce sostanzialmente alla fine degli anni ’60 del XX secolo, solo parzialmente sostituita dalla coltivazione del salgemma e dei Sali potassici, quest’ultimi per una breve stagione che va dagli inizi di anni ’60 alla metà degli anni ’90.

L’attività delle miniere asfaltifere segue una via parallela approfondita nella pagina dedicata.

Attualmente l’attività mineraria siciliana si identifica con la coltivazione di salgemma nelle tre grandi miniere di Italkali.


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[4] Naturalmente, la forte diminuzione delle concessioni tra il 1925 e il 1930 è connessa al passaggio dal regime fondiario a quello demaniale in seguito al RD 1443/1927, come esplicitato in Premessa.

Fig. 4 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti in Sicilia, articolato per tipologia di minerale estratto

Età e genesi delle principali mineralizzazioni in Sicilia


Per quanto riguarda i principali minerali coltivati e il processo di formazione dei vari giacimenti della Regione Sicilia, questi sono riassunti nella fig. 5, articolati in funzione delle età geologiche e delle varie aree minerarie.

Fig. 5 - Giacimenti della Sicilia articolati per età e area mineraria

Nelle sotto_pagine di questa sezione è riassunta un'analisi dell'attività mineraria in Sicilia che, in forma completa comprendente per ciascun gruppo di minerali informazioni geologiche e giacimentologiche, cenni storici sui principali siti e la lista degli stessi (nome, comune, provincia, tipo, minerali estratti, ultimo concessionario, periodo di concessione, stato), è consultabile nel pdf scaricabile -->