Oro in Piemonte

La distribuzione dei siti a livello territoriale

In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 42 siti di minerali auriferi nella Regione Piemonte.

Come è stato già mostrato in tab. 2 della pagina Piemonte, i siti si concentrano nella provincia di Verbania-Cusio-Ossola (32 siti), in particolare nei comuni di Macugnaga (11) e Pieve Vergonte (9). Importante, dal punto di vista storico, la presenza di siti auriferi nel comune di Alagna Valsesia (4), in provincia di Vercelli.

Fig. 1 - Distribuzione a livello comunale dei siti di minerali auriferi in Piemonte

Geologia e giacimentologia 

[1]

I giacimenti auriferi piemontesi sono localizzati all’interno dei ricoprimenti pennidici superiori nell’arco che, comprendendo le Alpi Graie e Pennine, va dal massiccio del Gran Paradiso alla Punta di Arolla, passando per il massiccio del Monte Rosa.

Tale fascia mineralizzata, limitata a sud dall’unità dioritico-kinzigitica della zona “Ivrea-Verbano”, interessa svariati contesti petrografici: gneiss ghiandoni e micascisti del Gran Paradiso e Monte Rosa, gneiss granitoidi e micascisti granatiferi del cristallino di “Antigorio-Crodo”, gneiss minuti della zona “Sesia-Lanzo”.

In generale i vari giacimenti si presentano in forma di filoni, che possono essere discordanti o concordanti con la scistosità della roccia incassante.

Dal punto di vista delle associazioni paragenetiche, si possono ritrovare, seppure in rapporti variabili, da una parte i minerali metallici, principalmente pirite e arsenopirite con eventuali altri solfuri in forma subordinata (blenda, galena, pirrotina e calcopirite), dall’altra il quarzo, talora con tracce di carbonati. In tal caso l’oro si presenta in forma disseminata allo stato nativo nella ganga quarzosa.

In particolare, i giacimenti polimetallici auriferi presenti alle testate delle valli meridionali del Monte Rosa (Anzasca, Sesia e Lys) formano un esteso complesso di sistemi filoniani incassati entro la parte sud-occidentale dell’omonima unità pennidica superiore (falda Monte Rosa), composta da rocce polimetamorfiche del basamento intruse da granitoidi tardo-ercinici e associate alla loro copertura permo-carbonifera, sequenza nel suo complesso interessata da un evento metamorfico eoalpino in facies eclogitica seguito da una pervasiva sovraimpronta mesoalpina in facies da scisti verdi ad anfibolitica.

A questo complesso fanno riferimento, in particolare i giacimenti di Macugnaga e Ceppo Morelli (alta Valle Anzasca) i cui filoni, raggruppati in sciami o isolati, si sviluppano, in conformità con le deformazioni tettoniche post-metamorfiche sviluppatesi in età tardo-alpina (23÷5 Ma), in direzione NO-SE, mentre più a S in Valsesia la direzione ruota verso ONO-ESE.

Come tipologia dei corpi mineralizzati, sono presenti tanto filoni-strato sub-concordanti con le alternanze della sequenza litologica incassante (nei micascisti, paragneiss e anfiboliti), quanto veri e propri filoni discordanti entro fratture trasversali rispetto alla scistosità (negli gneiss occhiadini).

La paragenesi è quella già ricordata, tipica dei giacimenti auriferi piemontesi, in cui l’oro è associato ai solfuri e solo localmente allo stato libero, con tenore variabile da qualche g/t a decine di g/t, con una media di 7-12 g/t nel tout venant associato alla pirite. Tenori molto elevati, fino a centinaia di g/t crescenti verso il basso, si osservano nei gruppi filoniani centrali di Pestarena (Peschiera, Pozzone-Speranza), in cui queste zone arricchite in oro nell’ambito delle colonne mineralizzate costituiscono fasce ristrette con sviluppo di qualche decina di metri in direzione e fortemente inclinate lungo l’immersione (“colonne ricche”).

Per quanto attiene al modello genetico si ipotizza una migrazione dei fluidi idrotermali in condizioni mesotermali derivati da devolatilizzazione metamorfica durante il sollevamento e l’esumazione delle falde, avvenuto in modo differenziale procedendo da SO verso NE, come dimostra il progressivo ringiovanimento delle età di messa in posto dei filoni auriferi procedendo da Brusson (31.5 Ma) verso Gondo (10.5 Ma); per i campi di Alagna-Pestarena risultano età radiometriche per la deposizione dell’oro intorno a 29-32 Ma.


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[1] Il paragrafo sintetizza la parte geologica della presentazione: Riccardo Cerri, Ida Bettoni, Vincenzo Nanni: I giacimenti filoniani tra Valsesia e Val d’Ossola – Convegno L’attività mineraria nelle Alpi. Il futuro di una storia millenaria, XXVI edizione degli Incontri Tra/Montani (Gorno, Settembre 2016), pagg. 37-56 

Evoluzione temporale dell'attività estrattiva

Rimandando gli approfondimenti storici sulle miniere d'oro piemontesi al pdf scaricabile, nelle sotto-pagine di questa pagina sono sintetizzati gli eventi principali che hanno caratterizzato le seguenti due aree che, pur se contigue geologicamente e geograficamente, hanno seguito percorsi storici per certi versi paralleli, per altri convergenti:

Per quanto riguarda l'evoluzione temporale delle concessioni aurifere vigenti, nella fig. 2 si osserva  come l’attività estrattiva già nel 1870 sia rappresentata da un elevato numero di concessioni attive (19), che aumentano negli anni seguenti raggiungendo un massimo di 32 nel 1900, per poi diminuire a 25 (1905) e 21 (1910÷1925) e rimanere praticamente costante (19-20 concessioni) dopo l’introduzione del RD 1443 del 1927 fino al 1950.

A partire da quella data c’è un crollo repentino delle concessioni vigenti, che già nel 1955 sono solo 6, divenute 3 dal 1960 al 1980, poi 2 dal 1985: le concessioni di Pestarena (Macugnaga) e Lavanchetto (Ceppo Morelli).

Dopo la decadenza della concessione Lavanchetto con DD n. 176 del 22 luglio 2008 (BURP 1/2009) è rimasta vigente la sola concessione Pestarena, di cui è stata confermata la scadenza al 2050 con DD n. 85 del 19 giugno 2003 (BURP 41/2003).

Dal punto di vista dell’attività estrattiva, tuttavia, la fine va retrodatata al 1961, in corrispondenza alla cessazione dei lavori proprio nelle miniere di Pestarena e Lavanchetto. 

Fig. 2 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di minerali auriferi in Piemonte