Recupero museale in

Valle d'Aosta

La legislazione regionale

Con Legge regionale n. 12 del 18 aprile 2008 (B.U. 6 maggio 2008, n.19) recante “Disposizioni per la valorizzazione dei siti minerari dismessi” la Regione Valle d’Aosta (Oggetto e finalità, art. 1 comma 1):

a) individua i siti minerari dismessi o in fase di dismissione e ne studia le caratteristiche strutturali ed ambientali;

b) recupera e conserva, per fini ambientali, scientifici, formativi, culturali e turistici, i cantieri, le strutture minerarie regionali e i relativi siti geologici, con particolare riferimento a quelli più rappresentativi sotto l'aspetto tecnico-scientifico e storico-culturale;

c) recupera e conserva in particolari strutture museali e archivistiche il patrimonio di archeologia industriale e quello documentale, librario e fotografico di interesse conoscitivo della storia e della cultura mineraria;

d) protegge e conserva gli habitat e il paesaggio culturale generato dall'attività mineraria regionale, compatibilmente con il risanamento ambientale dei siti;

e) protegge e conserva le zone di interesse archeologico e i valori antropici delle attività umane connesse all'espletamento delle attività minerarie regionali;

f) promuove e sostiene le attività educative, ricreative, sportive e artistico-culturali compatibili con i valori da tutelare;

g) promuove, sostiene e sviluppa, nel quadro dello sviluppo sostenibile, attività di formazione e di ricerca scientifica e tecnologica nei settori delle georisorse, dei materiali innovativi, dell'ambiente e delle fonti energetiche alternative, in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati, anche attraverso la costituzione di centri di formazione e di ricerca di eccellenza di livello internazionale;

h) indirizza, d'intesa con gli enti locali, il coordinamento degli interventi di bonifica, di riabilitazione e di recupero dei compendi immobiliari ex minerari, di cui agli specifici piani previsti dalle disposizioni vigenti;

i) individua gli strumenti tecnici per la messa in sicurezza dei siti minerari dismessi;

j) indirizza e coordina gli interventi sui siti minerari dismessi di competenza degli enti locali.


Viene istituita “la Commissione regionale per la valorizzazione dei siti minerari dismessi, di seguito denominata Commissione, con funzioni consultive nei confronti della Giunta regionale e delle strutture regionali competenti in materia di ambiente e di cave e miniere” (art. 2 comma 1) che “autorizza lo svolgimento delle attività di cui all'articolo 7, comma 1, lettera d)” ed “esprime il proprio parere ogni qualvolta la Giunta regionale e le strutture regionali competenti in materia di ambiente e di cave e miniere lo richiedano e, comunque, nei seguenti casi (art.2 comma 2):

a) individuazione dei siti minerari dismessi o in fase di dismissione e di tutte le pertinenze immobiliari collegate ad ogni singolo sito …;

b) indicazione delle tipologie di intervento per i siti minerari dismessi …;

c) predisposizione del piano programmatico …;

d) indicazione delle modalità per l'istituzione e il funzionamento del Centro di documentazione e di studio …;

e) rilascio dell'autorizzazione … .

“La Giunta regionale, sulla base dei dati istruttori forniti dalle strutture regionali competenti in materia di ambiente e di cave e miniere, predispone un piano programmatico, denominato parco minerario, per la valorizzazione dei siti minerari dismessi” (Art. 5 comma 1).

“La documentazione inerente allo studio e alla ricerca per la valorizzazione dei siti minerari è raccolta nel Centro di documentazione e di studio regionale, di seguito denominato Centro” (Art. 6 comma 1).

Nei siti inseriti in un parco minerario è vietato (Tutela dei siti inclusi nel parco minerario, Art. 7 comma 1):

a) qualsiasi mutamento dell'utilizzazione dei terreni e quant'altro possa incidere sulla morfologia del territorio e sugli equilibri paesaggistici, ambientali, ecologici, idraulici, idrogeotermici e geominerari, in contrasto con le finalità del parco minerario;

b) il danneggiamento e la distruzione dei manufatti, dei beni, delle strutture sotterranee e superficiali e delle infrastrutture connesse;

c) l'esecuzione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle esistenti, ad esclusione degli interventi di manutenzione ordinaria, di manutenzione straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo, come definiti dall'articolo 31, comma 1, lettere a), b) e c), della legge 5 agosto 1978, n. 457 (Norme per l'edilizia residenziale);

d) lo svolgimento di attività pubblicitarie o promozionali non autorizzate dalla Commissione.

“Laddove nel sito minerario dismesso il giacimento minerario non risulti esaurito né sotto il profilo fisico né sotto quello di una possibile futura economica coltivabilità, gli interventi di valorizzazione e di fruizione socio-culturale del sito stesso sono oggetto di concessione rilasciata dalla Giunta regionale sulla base di quanto disposto dalla legge regionale 13 marzo 2008, n. 5 (Disciplina delle cave, delle miniere e delle acque minerali naturali, di sorgente e termali)” (Art. 8 comma 1).

In ogni caso il Comune di ubicazione del sito ha diritto di prelazione per la concessione (Art. 8 comma 2) o gli interventi di valorizzazione (Art. 8 comma 3a).

I siti musealizzati

Nella tabella che segue è riportata la lista dei siti minerari oggetto di recupero museale, di cui 3 inseriti nel Parco minerario regionale di cui alla LR 12/2008 e aderenti a ReMi, la cui distribuzione a livello comunale è mostrata in fig. 1.

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Fig. 1 - Distribuzione a livello comunale dei siti sede di musei minerari in Val d'Aosta

Il compendio minerario di Cogne


Il 21 marzo 1979 i cancelli del ‘villaggio’ si chiudono dietro gli ultimi minatori. I locali che per decenni hanno ospitato gli operai addetti alla coltivazione della miniera di ferro, al trattamento e al trasporto del minerale, alle teleferiche e alle officine si preparano a subire la stessa sorte delle strutture che li hanno preceduti, nei decenni di sfruttamento intensivo del giacimento più alto d'Europa”. (AA.VV., Le strade del ferro, 1992).

Così si chiudeva definitivamente la storia dell’attività estrattiva a Cogne, ma il desiderio di valorizzare il patrimonio storico e culturale della comunità locale ha contribuito alla nascita, nel 1991, dell'Associazione dei Musei di Cogne, associazione senza scopi di lucro, a carattere esclusivamente culturale, i cui obiettivi consistevano nella ricerca, raccolta e catalogazione di ogni sorta di documentazione legata alla cultura materiale, nella realizzazione di archivi cartacei e orali e nella divulgazione di quanto elaborato, mediante attività editoriali e allestimenti di spazi espositivi temporanei e permanenti.

Questo fermento ha contribuito nel tempo a formare a livello regionale un sentimento di recupero della propria storia e tradizione che ha portato all’approvazione della sopra ricordata L.R. n. 12 del 18 aprile 2008 (recante “Disposizioni per la valorizzazione dei siti minerari dismessi”) e, successivamente, con DGR n. 12 del 12 gennaio 2016 all’inserimento del compendio minerario di Cogne nel Parco minerario regionale, ratificato dalla DGR del 18 novembre 2016 che assegna la concessione per anni 30 al Comune di Cogne per la gestione e valorizzazione del sito.

Inserita nel progetto europeo “Mines de Montagnes”, finalizzato al recupero delle vecchie miniere della Valle d’Aosta, l’opera di musealizzazione delle antiche miniere di Cogne è un importante progetto di turismo sotterraneo che ha come obiettivo quello di creare un museo all’avanguardia da diversi punti di vista: accessibilità, spettacolarità, emotività e naturalmente sostenibilità.

L’idea base del progetto ruota intorno all’aspetto sociale delle miniere, focalizzandosi sulla vita dura e faticosissima dei minatori, con le testimonianze orali e fotografiche dei “sopravvissuti” delle miniere.


I tre step principali del progetto del Parco Minerario di Cogne che emergono dal documento approvato sono:

  • il recupero dell’Arricchimento, l’edificio più grande del complesso, “che rappresenta un esempio importante di archeologia industriale da valorizzare. Questo imponente edificio completerà la visita delle miniere di Cogne, con un focus specifico sulla parte tecnologica del trattamento del minerale”. Attraverso dei totem multimediali, alcuni minatori racconteranno ai visitatori il loro lavoro.

Un altro edificio molto suggestivo che verrà valorizzato è quello dell’arrivo della teleferica, grazie al suo aspetto arcaico e all’ambiente ricco di ripostigli, officine locali di servizio e materiali originali;

  • la riqualificazione della Galleria di Carico, una vera e propria “miniera in miniatura” che si sviluppa per soli 300 metri ma al suo interno custodisce i “silos”, caverne artificiali che offrono un’esperienza di discesa particolarmente emozionante e suggestiva.

Anche qui la multimedializzazione consentirà di far vivere ai visitatori l’esperienza della miniera con tutti i sensi;

  • il recupero del complesso esterno di Costa del Pino e della miniera, che è il vero “cuore della miniera”. Il percorso del trenino d’epoca e la visita delle “gallerie di coltivazione” (in parte già possibile) verranno arricchiti da informazioni multimediali. Si potrà assistere a esperienze della miniera, come quella della “volata” (piazzamento delle cariche, l’accensione della miccia, e l’esplosione simulata) o dell’uso delle perforatrici ad aria compressa.

La visita delle miniere è resa autentica grazie ai binari e ai vagoni originali, agli arredi d’epoca, come quelli ancora presenti nella Sala della Timbratura dove si potranno timbrare i cartellini come veri minatori e procedere alla vestizione, con mantelline, caschi di sicurezza e luci portatili.

Un trenino d’epoca porterà i visitatori nel cuore della montagna con un viaggio di dodici minuti nel buio della miniera, fino a raggiungere i tunnel e le gallerie.

Il momento clou della visita è il “corridoio” che unisce il punto d’arrivo dello skip (fig. 2) all’“ingresso”, con un percorso di circa 800 metri che porta da Costa del Pino, a 2027 metri di quota, a Colonna, a 2406 metri, in una sala che dà accesso al terrazzo principale del complesso minerario di Colonna da cui si può godere un panorama mozzafiato sulle cime circostanti.


Già da anni, inoltre, la Fondation Grand Paradis, che ha sede proprio presso il Villaggio Minatori di Cogne (fig. 3), punto di riferimento di fondovalle del complesso minerario di Cogne, dove erano ospitati il dormitorio dei minatori, alcuni uffici e la mensa della miniera, ha organizzato il centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso e il centro espositivo Alpinart dedicato alla cultura alpina.

In questo ambito è stato realizzato il Museo minerario alpino, che fa parte di un ampio progetto di rivalutazione e sviluppo del patrimonio storico industriale della regione, al cui interno è ospitata l’esposizione permanente La Miniera di Cogne (fig. 3), un percorso che illustra la storia, la geologia, il complesso minerario e l’attività produttiva della miniera di magnetite che ha caratterizzato la storia di Cogne.

Fig. 2 - Punto di partenza dello skip

Fig. 3 - Il villaggio dei minatori nel 1964, oggi sede del Museo Minerario Alpino

Fig. 4 - L’esposizione permanente “La miniera di Cogne”

Oltre alla presenza di attrezzi, strumenti ed indumenti dei minatori, l’allestimento ripropone la storia della Miniera, racconta i suoi personaggi illustri e presenta un filmato del 1938 che documenta il lavoro nella Miniera in piena attività.

Una sala è dedicata all’energia idroelettrica, elemento essenziale così come la magnetite per l’importante sviluppo siderurgico della Valle d’Aosta del Novecento.

La sala presenta una delle prime centraline idroelettriche di Cogne ed un filmato che ne spiega il funzionamento.

Per ulteriori approfondimenti sui siti musealizzati (localizzazione, gallerie e musei visitabili, orari di visita) si veda il pdf scaricabile.