Minerali del rame in Liguria

La distribuzione dei siti a livello territoriale

In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 16 siti di minerali del rame nella Regione Liguria, tutti localizzati nelle province di Genova e La Spezia.

Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di coltivazione dei minerali del rame in Liguria

Geologia e giacimentologia

I depositi di rame degli Appennini Settentrionali sono caratterizzati da un insieme di minerali ricchi in rame e/o zinco-rame (principalmente pirite cuprifera e calcopirite, meno frequentemente marcasite, blenda e pirrotina) tipici delle mineralizzazioni idrotermali VMS (Volcanogenic massive sulfide) ospitate in ofioliti facenti parte delle Unità Liguridi, considerate come i residui di crosta oceanica soggiacente il bordo occidentale della tetide giurassica, inclusi all’interno della vecchia (dal Proterozoico al Permiano) litosfera sub-continentale o giacenti in strati sottili sopra di essa.

L’erosione della serpentinite e dei basalti “a cuscino” sul fondo marino ha generato spessi strati di breccia basaltica che si è accumulata in depressioni direttamente sopra la serpentinite o le colate laviche.

La sedimentazione pelagica è partita nel Giurassico medio-superiore (165÷145 Ma) con la deposizione di vari tipi di rocce silicee contenenti mineralizzazioni a manganese ed è continuata con i Calcari a Calpionella, le Argille a Palombini (Cretacico inferiore, 145÷100 Ma), gli scisti di Lavagna (Cretacico superiore, 100÷65 Ma) fino alla deposizione del Flysch di Monte Grottero nel Paleocene (65÷55 Ma).

Sulla base della morfologia e della posizione stratigrafica dei solfuri di rame nella Liguria Orientale, si distinguono quattro tipi principali di giacimenti:

  1. depositi stratiformi in breccia ultramafica al top di tettoniti sempre ricoperte da lava “a cuscino”;

  2. depositi stratiformi in breccia basaltica al tetto delle lave “a cuscino” e in contatto con la copertura sedimentaria;

  3. depositi stratiformi confinati nella lava “a cuscino”;

  4. vene disseminate (stockwork) che tagliano varie unità della serie ofiolitica che include la tettonite di mantello, i gabbri massivi e i basalti “a cuscino”.


I giacimenti di tipo 1 e 2 si sono formati sul fondo marino per processi esalativi e sedimentari precedenti e seguenti la messa in posto dei basalti “a cuscino”.

Il giacimento di tipo 3 è stato trovato solo nella miniera di Libiola, dove le condizioni stratigrafiche suggeriscono che la deposizione possa essere stata singenetica con la formazione della lava “a cuscino” (165÷155 Ma).

La struttura dei giacimenti di tipo 4, caratterizzata da una rete di vene mineralizzate nelle rocce ofiolitiche, suggerisce in alcuni casi l’azione di esplosioni idrotermali, in distinte celle convettive e in diverse fasi durante l’apertura del bacino oceanico ligure.

Evoluzione temporale dell'attività estrattiva

L'istogramma di fig. 2 mostra l'andamento del numero di concessioni attive dal 1870 al 2019, da cui risulta come l’attività estrattiva si sia svolta a cavallo tra XIX e XX secolo, raggiungendo un massimo di concessioni attive (12 siti) tra il 1905 e il 1910, per poi ridursi bruscamente dopo l’entrata in vigore del RD 1443/1927, quando vennero confermate solo 5 concessioni, progressivamente dismesse, l’ultima (Libiola) già nella seconda metà degli anni ’60 del XX secolo.

Fig. 2 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di minerali del rame in Liguria