Le miniere di salgemma di Italkali

ITALKALI (Società Italiana Sali Alcalini) è stata costituita nel 1980 da EMSAMS, Ente minerario siciliano (EMS), Montedison e ANIC con il compito di risanare e gestire gli impianti di produzione del solfato di potassio dei quali era titolare la ISPEA (Industria Sali Potassici E Affini), società controllata dallo stesso EMS.

La proprietà era in origine ripartita tra capitale pubblico,51% gestito da EMS, e capitale privato, il rimanente 49%, essendo però, per statuto, la gestione espressione dei soli soci privati, modello già sperimentato con successo da EMSAMS nella gestione delle miniere di salgemma di Realmonte, Racalmuto e Petralia Soprana.

Successivamente, nel 1983, EMSAMS confluì in ITALKALI, che, quindi, rimase sostanzialmente da sola a gestire il settore minerario siciliano, data la chiusura ormai imminente del settore zolfifero.

Cessata nel 1992 la produzione dei sali di potassio, l'attività proseguì nel solo comparto del salgemma.

Nel 1999, con la legge della Regione siciliana n. 5 del 10 gennaio, l'EMS fu soppresso e la relativa quota fu trasferita al patrimonio della Regione Siciliana, con atto del 17 giugno 2009.

Tuttavia, in virtù della legge finanziaria del 2007 che fissava restrizioni alla possibilità per gli enti pubblici di detenere partecipazioni che non rientrassero nelle loro finalità istituzionali, la partecipazione della Regione Sicilia è cessata a fine 2014 e la relativa quota trasferita ai soci privati.

Attualmente l’attività di estrazione del salgemma in Sicilia, concentrata nelle tre miniere succitate, dà lavoro a circa 400 persone tra operatori di cantiere, progettisti e impiegati amministrativi.

Fino al 1973 le concessioni erano date ai singoli privati e l’estrazione avveniva in modo non controllato e organizzato come quella attuale. Oggi non rimane nulla di quel passato, le cui miniere sono collassate da tempo per lasciare spazio alle nuove strutture e ai nuovi macchinari.

Miniera di Realmonte

Il giacimento di Realmonte, affacciato sulla costa meridionale della Sicilia, a circa quattro chilometri da Agrigento e a un chilometro da Porto Empedocle, è costituito da una vasta lente salina, allineata secondo la costa, che si sviluppa tra Porto Empedocle e Siculiana.

Gli strati di salgemma e di kainite si immergono in modo regolare da monte verso mare, con il salgemma a tetto e una potenza che raggiunge i 40 metri con tenore in NaCl compreso tra il 97 e il 98%.

Sono state accertate riserve per circa 100 milioni di tonnellate di salgemma ed è stata confermata la presenza di quantità rilevanti di minerali potassici per cui sono stati elaborati programmi per un nuovo sfruttamento industriale, allo stato attuale bloccato dall’opposizione del Consiglio Comunale di Realmonte, le cui decisioni sono state confermate nel giugno 2019 da una sentenza del TAR Sicilia.

Come una grande città sotterranea, la miniera di Realmonte, che produce oltre 1.5 milione di tonnellate di salgemma all’anno, è percorsa da oltre 60 chilometri di gallerie camionabili, arricchite da pareti striate dagli strati di sale su cui spicca, inaspettato, uno splendido rosone dai colori contrastanti che rivela la bellezza unica di questo mondo sotterraneo (fig. 1).

Ed è proprio in questi meandri, che si cela uno dei tesori artistici più coinvolgenti, una vera e propria cattedrale di sale, scavata con tecnica tradizionale negli anni Ottanta e accessibile direttamente con il pullman, percorrendo un lungo tunnel che porta fino a un centinaio di metri sotto la superficie.

Questo gioiello della natura e del lavoro umano copre una superficie lunga 60 metri, larga 16 e alta 7 e può ospitare fino a 800 persone: al suo interno si trovano alcune opere d’arte, come l’acquasantiera posta all’ingresso e i bassorilievi di Santa Barbara, della Sacra Famiglia e di Gesù Crocifisso, capolavori scolpiti nelle pareti di sale (fig. 2).


Fig. 1 - Il rosone di Realmonte, in cui il colore grigio è dovuto a impurità argillose

Fig. 2 - La cattedrale di sale nella miniera di Realmonte

Miniera Pantanelle Sacchitello Culma Prevola

Anche la miniera Pantanelle Sacchitello Culma Prevola nel comune di Racalmuto, al confine tra la provincia di Agrigento e quella di Caltanissetta, è attraversata da circa 60 chilometri di gallerie camionabili disposte su 12 livelli, da cui possono uscire quotidianamente fino a 700÷800 tonnellate di sale, per un totale di 177,270 tonnellate nel 2017, destinato in parte all’uso alimentare e in parte a usi industriali (riduzione del calcare nelle acque, utilizzo nelle concerie, nelle tintorie e nel settore zootecnico, come integratore nell’alimentazione del bestiame).


Miniera Petralia e Salinella

Il giacimento di Petralia Soprana (concessione Petralia e Salinella), posto a oltre 800 metri di quota in provincia di Palermo, a circa 60 km a NE di Racalmuto, è una grande lente profonda da 300 a 400 metri che si è formata in circa 50 mila anni per successive evaporazioni e ricristallizzazioni del sale, generando una materia prima di estrema purezza, pari al 99.8-99.9 per cento di NaCl, che rappresenta il migliore sale naturale per alimenti.

Il sale, che viene estratto lungo gli oltre 40 chilometri di gallerie di questa miniera in quantità pari a 212,813 tonnellate nel 2017, è caricato sui camion che lo trasportano allo stoccaggio dove viene frantumato e selezionato fino all’impacchettamento finale, il tutto senza uscire dalla miniera dove, quindi, avviene l’intero ciclo produttivo (fig. 3).


Fig. 3 - Zona deposito sacchi da 1,500 kg nella miniera di Petralia Soprana

Metodi di coltivazione

Come già sottolineato, le miniere di salgemma producono due tipi di sale, per uso alimentare, particolarmente puro, e per uso industriale.

A diverso prodotto corrispondo differenti metodologie di estrazione:

  • il sale alimentare viene estratto mediante il “minatore continuo”, una macchina di scavo in galleria per l’abbattimento di rocce tenere e di media compattezza su fronte di limitata estensione, costituita da 3 parti essenziali: la testa di abbattimento (fig.3), la struttura di sostegno centrale con gli organi di comando e di spostamento, la parte posteriore per la raccolta del materiale abbattuto e il carico sui mezzi di trasporto (fig. 4).

Nello specifico delle miniere di sale siciliane, le frese sono alimentate a corrente elettrica per evitare ogni tipo di contaminazione.

  • il sale industriale, con impurità che rendono la roccia più dura, viene coltivato con volate di mine, mentre gli impianti di frantumazione, comminuzione, vagliatura e confezionamento sono ubicati all'esterno delle miniere.

Fig. 4 - Fresa del “minatore continuo” all’opera nella miniera di Racalmuto

Fig. 5 - Minatore continuo