Combustibili fossili e altri siti in Lombardia

La distribuzione dei siti a livello territoriale

In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 6 siti di combustibili fossili più 7 siti di minerali altri [1] nella Regione Lombardia.

Come è stato già mostrato in tab. 2 della pagina Lombardia, i siti di combustibili fossili si concentrano in provincia di Bergamo (4 siti), in particolare nel bacino lignitifero di Leffe. Per quanto riguarda i minerali altri, si tratta essenzialmente di concessioni di argilla (6 siti).

Il settimo sito è una concessione di oro alluvionale, ferro, granato e berillo nel fiume Ticino.


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[1] Con l'eccezione della concessione aurifera Fiume Ticino II, si tratta di concessioni da Argilla non meglio specificata, attive dalla metà degli anni ’50 per periodi brevi, con l’eccezione di Cologna e La Griona, vigenti rispettivamente per 8 e 15 anni.

Il bacino lignitifero di Leffe

Nel territorio di Leffe in Val Gandino, 20 km a N di Bergamo, è nota da epoca remota la presenza di banchi di lignite xiloide, che raggiungono parecchi metri di spessore in condizione di quasi affioramento.

Il bacino lacustre di Leffe ha avuto origine a seguito dello sbarramento dell’antico fiume Serio da parte di conglomerati del Villafranchiano (3.5÷1.8 Ma).

La serie lacustre, spessa 130 m, comprende, dall’alto in basso, i seguenti tre banchi di lignite intercalati da livelli di argille e marne lacustri, poggianti su conglomerati e calcari:

  • 1° banco, con spessore medio superiore al metro e parzialmente affiorante;

  • 2° banco, il principale, posto da 6 a 30 metri al disotto del primo, con uno spessore medio di 7.5 m arrivando anche a 9 m;

  • 3° banco, posto a circa 2 m sotto al precedente, con spessore compreso tra 3.40 e 4 m.

L’ambiente di formazione è stato caratterizzato da un clima prevalentemente freddo, alternato a brevi periodi temperati o più caldi del clima attuale.

Durante le coltivazioni in sotterraneo realizzate nei periodi bellici (prima e seconda guerra mondiale) furono estratte da 300,000 a 400,000 ton di lignite.

Negli anni ’50 del XX secolo le coltivazioni vennero abbandonate e le miniere rimasero allagate.


Gli scisti bituminosi a Besano (VA)

Nel territorio del comune di Besano, nell’area del Monte San Giorgio al confine con la Svizzera, è ubicata la miniera di scisti bituminosi Vallone.

Nota fin dalla metà del XVIII secolo, le prime ricerche effettive risalgono alla seconda metà del secolo successivo. Un impulso decisivo alla ricerca degli scisti bituminosi si

ebbe a seguito del successo commerciale dell'ittiolo, ottenuto dall'olio estratto dagli scisti bituminosi e prodotto a scopo medicamentoso per la cura di malattie della pelle.

Solo dal 1923, tuttavia, la miniera di Vallone fu ufficialmente concessionata alla Soc. an. scisti bituminosi di Meride e Besano per anni 20, poi rinnovati per altri 20 anni con DM del 1° luglio 1944.

Con DM del 20 agosto 1959 (GU 255/1959) la concessione fu trasferita alla Società r.l. Mineraria di Besano, per cessare nel 1964 alla scadenza della concessione.

Da un punto di vista giacimentologico, la mineralizzazione bituminosa triassica, al confine tra Anisico e Ladinico (245÷235 Ma) è rappresentata da una serie rocciosa di circa 16 m di spessore, dove a banchi di dolomia scura di 20-30 cm di spessore, si alternano livelli di scisti argillosi bituminosi nerastri e, subordinatamente, fini intercalazioni di tufo vulcanico giallastro.

Il tenore medio di olio greggio negli scisti si aggirava tra il 7 e 8%, per una produzione di 74-85 lt/t.

Evoluzione temporale

Dalla fig. 2, che mostra l’evoluzione temporale dei siti, particolarmente condizionata da quella dei combustibili fossili e bitumi, si osserva un andamento a gradini, indice di un’attività discontinua e contingente, che, comunque, non è mai stata significativa, raggiungendo il massimo di 5 concessioni vigenti nel 2° dopoguerra.

Fig. 2 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di siti di combustibili fossili e minerali altri in Lombardia