Orani, Guzzurra, Sos Enattos

L’area di Orani, Guzzurra, Sos Enattos è suddivisa in due parti (fig. 1): la prima interessa il territorio circostante il comune di Orani nella Barbagia di Nuoro, la seconda comprende i siti minerari e naturalistici nei dintorni del comune di Lula, nella Baronia settentrionale [1].

L’area occupa 264 Km2, circa il 6.35% del territorio del Parco Geominerario, interessando 5 comuni (tab. 1a).

Dal punto di vista geominerario, l'importanza di Orani è dovuta alla presenza di notevoli giacimenti di talco, noti già dal Neolitico Recente (Cultura di Ozieri, tra il 3,300 e il 2,500 a.C.) nella varietà “steatite” usata per la realizzazione di statuette votive, di feldspati, e di numerose cave di marmo e di granito.

Oltre agli aspetti legati alla presenza dell’attività mineraria, esistono in stretta continuità con l’area di Orani singolari testimonianze archeologiche legate alla presenza del tempio nuragico di Nurdòle, monumento culturale costruito in un crocevia di strade di penetrazione dalle coste occidentali e orientali, che offre nuovi elementi sulla presenza di materiali di importazione in Barbagia.

Nell’area Guzzurra, Sos Enattos sono, invece, presenti di alcuni giacimenti metalliferi di piombo, zinco, argento, testimonianza di un'attività estrattiva avviata fin dai tempi remoti, come testimoniano alcune gallerie risalenti al periodo romano e alcuni pozzi dell’XI secolo.

Il complesso minerario di Lula presenta aspetti di notevole originalità ed è inserito in un’area di grande interesse paesaggistico, la zona delle Baronie, regione che ha conservato i caratteri più tipici della Sardegna interna. L’interesse del sito minerario è ovviamente correlato alle caratteristiche di queste montagne che sono ricchissime di aspetti morfologici, spesso veramente spettacolari, come profonde doline, stretti canyons ed estesi campi solcati. Il carsismo è molto sviluppato, specie quello ipogeo e si conoscono centinaia di grotte, pozzi naturali e anfratti, che all’interno sono poco ornati da concrezioni ma che riservano aspetti di particolare interesse soprattutto per la bellezza delle località nelle quali si aprono.

Elemento geomorfologico predominante dell’area è il Monte Albo, bianco massiccio calcareo che si sviluppa in direzione SO-NE con una linea di cresta di 13 km da Lula a Siniscola, avanzo e testimone, insieme all’isola di Tavolara, dell’antica copertura mesozoica che lo metteva in continuità con i complessi carbonatici-dolomitici del Supramonte.

Nell’area sono compresi i 4 siti minerari mostrati in tab. 1b.


_________________________________

[1] Geograficamente sono nella Baronia settentrionale, anche se il comune di Lula, per ragioni storiche, appartiene alla Barbagia di Nuoro.


Fig. 1 - L'area mineraria Orani, Guzzurra, Sos Enattos

Tab. 1 - Comuni (a) e siti minerari (b) interni all'area Orani, Guzzurra, Sos Enattos

Miniera di Sos Enattos

La miniera di Sos Enattos (fig. 2) si trova alle pendici del monte Albo, in mezzo ad un paesaggio di grande bellezza a circa 7 km a SO di Lula, in una traversa della SP38 che dalla SS131dir conduce al paese.

Il sito minerario, da cui si ricavava argento e galena, già utilizzato in epoca romana, fu riscoperto a metà XIX secolo e sfruttato fino alla prima metà degli anni ’90 del XX secolo.

Il percorso guidato di visita, disposto su due livelli fino a una profondità di 80 metri, permette di rivivere le epoche di grandezza e declino del sito, di percepire la fatica dei minatori che, nonostante le condizioni pessime di lavoro, svolgevano con impegno il proprio compito e, allo stesso tempo, l’orgoglio di questi nella lotta per difendere il proprio posto di lavoro .

Racconti, aneddoti ed esperienze personali delle guide arricchiscono la visita, mentre si percorrono gallerie (fig. 3) vecchie e nuove.

I momenti di profondo silenzio vengono scanditi dal suono quasi ovattato dei passi e dallo scorrere dell’acqua: pare impensabile che, prima, quegli stessi ambienti potessero accogliere il frastuono delle macchine ora ferme nella semioscurità a testimoniare il proprio ruolo di un tempo.

La visita prosegue presso la laveria, gigante ormai immobile, e il museo (fig. 4), all’interno del quale sono state riprodotte le fasi del lavoro, oltre che alcuni ambienti quali il laboratorio chimico e l’infermeria.

Il sito ospita anche delle vere e proprie opere d’arte, realizzate dagli ex minatori e posizionate lungo il tragitto di visita, sia all’interno che all’esterno della miniera: scarti di materiale e metalli sono stati usati per sculture che riproducono uomini al lavoro; piccole sculture in terracotta rimandano a momenti di vita in miniera; murales di Diego Asproni [2], colorano le pareti di ingresso di alcune gallerie ormai chiuse (fig. 5).

__________________________________________

[2] Diego Asproni (1951) di Bitti, scultore, pittore, autore di murales nonché ex minatore.

Fig. 2 - La miniera Sos Enattos vista dall'alto (Ortofoto 2012)

Fig. 3 - Galleria di Sos Enattos

Fig. 4 - Museo di Sos Enattos

Fig. 5 - Murale di Diego Asproni all’imbocco di una galleria chiusa di Sos Enattos

Sos Enattos e il Progetto Einstein Telescope-ET


Il 22 febbraio 2018 è stato firmato un protocollo d'intesa tra MIUR (Ministero dell'Università e della Ricerca), Regione Sardegna, Università di Sassari e INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) per candidare il sito di Sos Enattos a ospitare un Centro europeo per l’Osservatorio delle onde gravitazionali, mettendo in atto ogni iniziativa utile a favorire l’insediamento della infrastruttura Einstein Telescope.

L’Italia, grazie all’interferometro Advanced Virgo in funzione a Cascina (PI), ha svolto un ruolo cruciale nell’osservazioni sviluppate a partire dal 2015 nel campo dei nuovi studi sulle onde gravitazionali, da cui è emersa la necessità di sviluppare una nuova generazione di osservatori gravitazionali, con la realizzazione in Europa di una infrastruttura di ricerca di terza generazione che vada oltre il limite degli attuali osservatori.

In quest’ottica è nato il progetto Einstein Telescope-ET per la realizzazione di un osservatorio interferometrico di nuova generazione progettato per captare e misurare il passaggio delle onde gravitazionali generate dalle collisioni di buchi neri e stelle di neutroni avvenute a distanze fino a miliardi di anni luce da noi.

La comunità scientifica italiana ha coordinato il progetto grazie a un finanziamento comunitario, individuando come uno dei luoghi ideali per realizzare ET la miniera di Sos Enattos, compatibile con i requisiti di bassissimo rumore sismico e antropico necessari per “ascoltare” il cosmo in prossimità del big bang..

Il nuovo osservatorio deve essere, infatti, installato in gallerie sotterranee a qualche centinaio di metri di profondità e gli studi hanno dimostrato che questo sito possiede caratteristiche geologiche e di urbanizzazione adeguate.

Il sito sardo è, quindi, candidato a livello europeo per ospitare questa infrastruttura, in grado di disegnare un modello di sviluppo alternativo dell’area, insieme a un altro sito nel Limburgo, area posta al confine tra Olanda, Belgio e Germania.

Dopo l'allestimento del laboratorio sotterraneo SarGrav destinato a ospitare esperimenti di fisica sulla gravità, nel gennaio 2021 sono iniziati i lavori d’installazione della prima rete di sensori sismici su larga scala (fig. 6) per una campagna estensiva di misure geofisiche per la misura delle vibrazioni del terreno che costituiscono il rumore sismico di fondo.

Fig. 6 - Installazione di un sismometro in una galleria di Sos Enattos

Lo scopo della campagna di monitoraggio è quello di quantificare ulteriormente l'eccezionale 'silenzio' sismico dell'area, requisito fondamentale all'operatività di ET, e ricostruire, attraverso una campagna di sismica a riflessione, la geologia del sottosuolo, in vista della progettazione del sistema di gallerie che, auspicabilmente, ospiteranno ET.

L’assegnazione da parte dell’European Forum for Research Strategy è prevista per i primi anni ‘20.