Metalliferi in Piemonte

La distribuzione dei siti a livello territoriale

In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale, articolata a livello comunale, dei 52 siti di minerali metalliferi nella Regione Piemonte.

Come è stato già mostrato in tab. 2 della pagina Piemonte, i siti si concentrano in provincia di Torino (23 siti), Verbania-Cusio-Ossola (10) , Vercelli (9) e Cuneo (9). I siti di minerali del ferro (Ematite e Magnetite) sono concentrati in provincia di Torino, nell'area di Traversella-Brosso-Lessolo (10).

Fig. 1 - Distribuzione a livello comunale dei siti di minerali metalliferi in Piemonte

Geologia e giacimentologia

Le miniere di minerali metalliferi che, insieme alle miniere di minerali auriferi, hanno rappresentato la quasi totalità dell’attività mineraria ufficiale [1] in Piemonte tra la seconda metà del XIX e i primi decenni del XX secolo, si distribuiscono su tutto l’arco alpino regionale, interessando più domini geologici.

In particolare:

  • nel dominio sudalpino (Valsesia, Valstrona e zona Ivrea-Verbano) si ritrovano i giacimenti “liquido-magmatici” di pirrotina nichelifera associati a metamorfiti di tipo kinzigitico, gneiss e micascisti, calcari marmorei, dioriti e gabbri e altre rocce basiche e ultrabasiche di età pre-ercinica (> 380 Ma).

I corpi mineralizzati si presentano come lenti o ammassi irregolari, di varia forma e dimensione, in cui la mineralizzazione, fortemente associata alle componenti litoidi delle rocce incassanti, è disseminata minutamente o concentrata in piccole vene irregolarmente distribuite.

Tali giacimenti sono caratterizzati dalla paragenesi della pirrotina (solfuro di ferro, Fe11S12) con pentlandite (solfuro di ferro e nichel, (Fe, Ni)9S8) e calcopirite (solfuro di ferro e rame, CuFeS2);

  • nel dominio australpino sono localizzati i giacimenti di minerali del ferro (magnetite ed ematite) e solfuri misti (pirite, calcopirite, galena argentifera) di Traversella e Brosso, collegati al plutonismo granodioritico alpino di “Vico e Traversella”.

Nello specifico, tali giacimenti traggono origine da importanti fenomeni piro-metasomatici al contatto tra un ammasso intrusivo granodioritico oligocenico (39÷33 Ma) e preesistenti rocce incassanti, rappresentate dal cristallino antico della zona “Sesia-Lanzo”.

Pur in un quadro geo-petrografico e metallogenico analogo, tra i due gruppi di giacimenti si rilevano alcune differenze.

In particolare, i minerali del ferro a Traversella sono rappresentati dalla magnetite, mentre nei giacimenti di Brosso prevale l’ematite, la qual cosa sta a indicare una maggiore distanza dal corpo granodioritico che ha causato il metasomatismo. Non a caso, infatti, nei giacimenti di Brosso la presenza di ematite tende a ridursi all’avvicinarsi dei corpi mineralizzati alla granodiorite, mentre aumenta quella di magnetite;

  • meno significativi dal punto di vista dell’attività estrattiva, i giacimenti di minerali metalliferi appartenenti alle unità pennidiche, con l’eccezione del giacimento di pirite e minerali del rame in alta Val Sesia, denominato “Torrente Otro” e concessionato fino al 1995, di tipo stratoide all’interno di una stretta fascia di calcescisti con pietre verdi mesozoici (tra Giurassico e Cretacico, 150÷140 Ma) che attraversa in direzione NE la Valsesia con pendenza 50° SE, appoggiata a NW sul cristallino del monte Rosa e sormontata a SE dagli gneiss e micascisti dell’unità “Sesia-Lanzo” appartenente al dominio austroalpino.

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[1] Si tenga sempre presente la questione relativa all’attività estrattiva di alcuni minerali, come ad esempio l’amianto e la marna da cemento, che, prima del RD 1443/1927, non erano considerati come minerali di 1a categoria, quindi economicamente e strategicamente significativi .

Evoluzione temporale dell'attività estrattiva

Come si osserva dalla fig. 2, che mostra l’evoluzione temporale dell'attività estrattiva in termini di numero di concessioni attive, già nel 1870 si registra un elevato numero di concessioni (31), che aumentano negli anni seguenti raggiungendo un massimo di 36 nel periodo 1880-1890, per poi diminuire dapprima lentamente, poi più velocemente in corrispondenza della 1a Guerra Mondiale (15), fino a scomparire quasi del tutto (4 concessioni attive) già nel secondo dopoguerra (1955).

Fig. 2 - Evoluzione temporale del numero di concessioni attive di minerali metalliferi in Piemonte