Progetto di bonifica della miniera di Abbadia San Salvatore

Ampie parti delle Norme di attuazione del Piano strutturale (PS) del Comune di Abbadia San Salvatore fanno riferimento alla Miniera, indicata, insieme all’Abbazia, come uno dei due poli attrattori dell’abitato (art. 31.01), individuando tra le linee di intervento il “Ripristino del particolare ‘legame funzionale e simbolico’ tra la popolazione di Abbadia e la ‘miniera’ attraverso le caratteristiche e gli usi pubblici dell’area stessa” (art. 35.11), mediante:

  • il completamento del Parco Museo Minerario (art. 35.18), nel rispetto degli obiettivi dichiarati nella variante 1987;

  • le aree dell'ex miniera come invarianti strutturali della risorsa “insediamenti urbani” (art. 37.02a);

  • il recupero e la valorizzazione delle aree dell'ex miniera (art. 39);

  • l'individuazione di una "Unità Territoriale Organica Elementare" (UTOE) [1], la 1.3, interamente costituita dalle aree della ex-miniera, "il cui recupero ambientale e funzionale è ritenuto strategico...per l’intera comunità di Abbadia San Salvatore" (art. 167.01).


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[1] Le UTOE costituiscono ambiti territoriali omogenei complessi, dotati di una loro autonomia, all’interno delle quali devono trovare soluzione i problemi territoriali che vi si producono al fine di assicurare un’equilibrata distribuzione delle dotazioni necessarie alla qualità dello sviluppo territoriale (art. 14.01).

Progetto di bonifica


Negli anni ‘90 Agip S.p.A. ha presentato un progetto di bonifica dell’area oggetto dell’attività estrattiva ed industriale, che è stato definitivamente approvato nell’anno 2000 e che, per sommi capi, prevedeva la bonifica degli edifici tramite la demolizione totale e/o parziale di alcuni, la costruzione di un canale idraulico tombato per l’allontanamento delle acque provenienti da monte e la realizzazione di un sito di messa in sicurezza per lo smaltimento dei prodotti inquinati provenienti dalle operazioni di bonifica che, secondo le “Linee guida per la bonifica dei siti sede di attività minero-metallurgica del mercurio nel Monte Amiata” della Regione Toscana, riguardano i suoli in cui:

  • nell’eluato in acqua satura di CO2 il mercurio supera la concentrazione di 1 μg/l

  • l’aria sovrastante presenta un livello di Hg in fase di vapore superiore a 300 ng/m3

Non si considera, invece, il tenore di Hg totale nel suolo che nell’area amiatina, con le anomalie da cinabro, può facilmente superare i 100 mg/kg.

Successivamente, sulla base di un'evoluzione dell'ingegneria ambientale, il Comune ha avviato una revisione critica del Progetto, optando per opere meno impattanti che, allo stesso tempo, tenessero conto del riutilizzo futuro dell’area, anche ai fini di una corretta programmazione urbanistica.

A questo scopo, sulla base del confronto tra la distribuzione delle previsioni progettuali e delle concentrazioni di mercurio rilevate, l’area da bonificare è stata suddivisa in sei lotti (fig. 1), omogenei per tipologia di opere richieste e di inquinamento, in cui l’esecuzione della bonifica può avvenire in parallelo, senza interferenze e secondo un’esecutività, un collaudo e un monitoraggio post-operam distinti, in modo da giungere alla certificazione finale di avvenuta bonifica in modo autonomo.

Gli interventi si articolano in tre categorie (tab. 1):

  • sugli edifici e le strutture;

  • di rimodellamento e ripristino ambientale (discarica “Le Lame”);

  • di bonifica dell’area dei forni (trattamento dei terreni, lotto 6).


È prevista, inoltre, la costruzione di un canale per il convogliamento e allontanamento delle acque superficiali.


Il lotto 6 è il cuore dell'area contaminata (hot spot), la cui bonifica si articola in tre fasi:

  • bonifica edifici e messa in sicurezza idraulica [2]

  • bonifica del terreno

  • bonifica delle acque


Particolarmente strategica dal punto di vista del riutilizzo del sito come parco-museo è la bonifica degli edifici (Uffici miniera, spogliatoi e docce operai, Area del Pozzo Garibaldi, Area Officina Meccanica) dei lotti 2 e 3 che, essendo attigui a quelli già fruibili, possono garantire l'ampliamento del percorso turistico.


Per la sua ubicazione l’area mineraria convoglia al suo interno le acque che dalla vetta scendono verso il centro abitato, acque che, oltre a inquinarsi dilavando l’ex area minero-metallurgica, erano scaricate all’esterno dell’area attraverso un canale sotterraneo che non era opportunamente dimensionato per smaltire le massime piene di progetto.

La costruzione di una nuova canalizzazione, in grado di bypassare l’area mineraria in condizioni di sicurezza, era, quindi, una necessità urgente, riconosciuta sin dal primo Progetto di Bonifica, tanto da indurre la Regione Toscana, con D.P.G.R n. 78 del 24 aprile 2013, a riconoscere questo intervento come indifferibile e urgente, consentendo il superamento delle problematiche connesse al patto di stabilità.

Nel dicembre 2012 è stato approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del canale di regimazione idraulica all’interno dell’area di bonifica, nel tratto dal Laghetto Verde fino al tombamento di via XXV Aprile (fig. 2); i lavori, iniziati nel giugno 2013, sono stati realizzati tenendo conto dell’inserimento paesaggistico dell’opera e ricorrendo, nei tratti di maggior pendenza, a opere di ingegneria naturalistica.


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[2] A maggio 2020 è stata aperta una procedura per l’affidamento dei lavori della fase 1 (bonifica edifici e messa in sicurezza idraulica) del lotto 6, conclusasi con l’affidamento alla Ditta Vitali SpA nell’agosto 2020.


Fig. 1 - Area mineraria di Abbadia San Salvatore: lotti di bonifica

Tab. 1 - Articolazione dei lotti di bonifica

Fig. 2 - Canale di regimazione idraulica dell’area mineraria di Abbadia San Salvatore