Evoluzione temporale dell'attività estrattiva

In relazione all’evoluzione temporale dell’attività mineraria italiana per tipologia di minerali estratti, la tabella 1 e l’istogramma in fig. 1 mostrano un andamento di tipo gaussiano con massimi (tra 1195 e 1232 siti) nell’intervallo 1920÷1960, anche se è presente una forte diminuzione (835 siti) in corrispondenza al 1930 [1].

Ad un’attività mineraria in costante aumento fino al 1950, sostenuta dall’estrazione di minerali metalliferi, dello zolfo, dei combustibili fossili e, successivamente al 1927, anche della marna da cemento e dei minerali ceramici e industriali, segue una costante diminuzione, prima lenta, poi, a partire dalla seconda metà degli anni ’60 del secolo scorso, sempre più veloce, fino allo stato attuale in cui sopravvivono solo 92 concessioni attive, prevalentemente di minerali ceramici e industriali (54 siti) e marna da cemento (18).

Osservando l'andamento degli indici HHI e Neq [2], si osserva una concentrazione dell'attività su pochi gruppi di minerali (2÷3) fino al 1915 (Metalliferi e Zolfo con, in misura minore Oro e Combustibili fossili), che aumentano fino al massimo di 6 gruppi equivalenti nel 1965 (sparisce l'Oro, ma si aggiungono Minerali ceramici e industriali, Marna da Cemento e, in misura minore, Talco & Amianto e Salgemma & Sali potassici). Dagli anni '70 con la chiusura delle miniere di Metalliferi e dello Zolfo, i gruppi di minerali coltivati si riducono nuovamente fino alla situazione attuale in cui sono assolutamente prevalenti le coltivazioni di Minerali ceramici e industriali e, in misura più ridotta, di Marna da cemento. Anche per questi minerali, tuttavia, il trend degli ultimi anni è in forte diminuzione, avendo perso dall'inizio del XXI secolo circa il 65% delle concessioni.

La grande differenza tra concessioni vigenti e attive è dovuta a Metalliferi (65 vs 3) e Barite & Fluorite (12 vs 2) ed è, quasi totalmente, da ascrivere alle concessioni gestite dall’IGEA in Sardegna (57 MET e 9 B&F) come meglio approfondito nel § 2.6 del Capitolo relativo alla Sardegna. 

Tab. 1 - Numero di siti attivi per anno e tipo mineralogico

Note:

[1] Si tratta di una diminuzione legata, principalmente, all’emanazione della nuova legge quadro dell’attività mineraria (RD 1443 del 29/07/1927) che ha modificato i criteri di concessione e individuato nuovi minerali di prima categoria. In questo quadro alcuni siti, in particolare siciliani, passando dal regime fondiario a quello demaniale (vedi capitolo successivo) non sono stati confermati. Viceversa, a partire dagli anni successivi al 1927 sono stati concessionati nuovi siti di estrazione di minerali di prima categoria che non erano tali precedentemente (ad esempio Amianto e Marna da Cemento).

[2] In questo caso gli indici misurano la distribuzione per gruppi di minerali e non per regioni

Fig. 1 – Evoluzione temporale dei siti minerari attivi in Italia, articolati per tipologia di minerale estratto