In fig. 1 è mostrata la distribuzione a livello comunale degli altri 12 siti censiti in Liguria nel periodo 1870-2024, tutti dismessi da tempo, l’ultimo (Piampaludo) dal 1996, la cui evoluzione temporale, in termini di numero concessioni vigenti, è rappresentata in fig. 2.
Si tratta principalmente di modeste coltivazioni di Grafite e Barite, in provincia di Savona, e di Marna di Cemento concentrata in provincia di Genova.
L’istogramma mostra un andamento crescente dagli inizi del secolo fino al massimo di 7 siti tra il 1935 e il 1945, che si mantiene sostanzialmente invariato (6 siti) fino alla seconda metà deli anni ’60, per poi decrescere rapidamente fino alla scadenza, a metà degli anni ‘90, della concessione di Piampaludo, la cui vicenda merita un maggiore è approfondita a fine pagina.
Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di altri minerali
Fig. 2 - Evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti di siti di altri minerali in Liguria
Il giacimento di titanio di Piampaludo
Con DM del 2 aprile 1976 (GU 155/1976) la concessione di Piampaludo per la coltivazione di rutilo (Ossido di titanio, TiO2 ) e granato [1] fu rilasciata per anni 20 alla S.r.l. Mineraria italiana e trasferita con DM del 18 dicembre 1990 (GU 62/1991) alla S.p.A. C.E.T. - Compagnia Europea per il Titanio.
Nel 1994, sebbene non fosse stata ancora effettuata alcuna attività estrattiva, con DM del 2 maggio (GU 166/1994) la concessionaria fu autorizzata alla sospensione dei lavori per un anno dal 4 dicembre 1993.
Successivamente non ci sono stati ulteriori pronunciamenti ufficiali, pertanto la concessione è da considerarsi decaduta allo scadere dei 20 anni, il 1° aprile 1996.
Intanto, nel 1995, l’area della concessione era stata inserita all’interno del Parco Naturale Regionale del Beigua determinando un’incompatibilità della stessa area alla coltivazione mineraria, in particolare se a cielo aperto, e suscitando l’opposizione degli Enti locali e delle Associazioni ambientaliste.
Tuttavia, poiché è stato stimato essere il giacimento di titanio più grande al mondo, con mineralizzazioni di 300 milioni di tonnellate, in superficie, e 600 milioni di tonnellate in profondità, con tenori di Titanio fra 2 e 12% per un valore complessivo compreso tra 400 e 600 miliardi di €, negli ultimi anni la C.E.T. è tornata alla carica con la richiesta di un nuovo permesso di ricerca, denominato Monte Tariné [2] che, però, la Regione ha dichiarato inammissibile con decreto del Dirigente del Settore Valutazione Impatto Ambientale del 7 luglio 2015 (BUR 32/2015).
Contro questa pronuncia di inammissibilità, la C.E.T ha presentato ricorso, in data 5 ottobre 2015, sostenendo che la richiesta d ricerca non entra in contrasto con la normativa del Parco e che il rigetto dell’istanza toccherebbe aspetti attinenti al dettato costituzionale.
Ciò ha generato, a sua volta, un contro-ricorso delle associazioni ambientaliste (Lega Abolizione Caccia, Lipu e Wwf) su cui, nel 2022, il TAR Liguria ha emesso una sentenza, poi confermata da quella con numero 8398 del 18 ottobre 2024 della quinta sezione del Consiglio di Stato, «con cui si ribadiva il divieto di ricerche minerarie nell’area del Monte Tariné, nel parco naturale regionale del Beigua, respingendo il ricorso della CET srl che voleva effettuare campionamento anche dentro l’area protetta; si censura la parte del decreto del dirigente regionale alle attività estrattive della Regione Liguria, emesso nel febbraio 2021 relativa al permesso di ricerca mineraria in aree esterne (Monte Antenna) del comprensorio del Parco Beigua, nei comuni di Urbe e Sassello, perché comunque facenti parte di una ZSC (zone speciale di conservazione) ricompresa nell’elenco comunitario delle cosiddette aree Natura 2000» [3] .
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[1] Il granato è una pietra preziosa, un nesosilicato con formula variabile del tipo X3Y2[SiO4]3, in cui X, bivalente, può essere Ca2+, Fe2+ o Mn2+ e Y, trivalente, Al3+, Fe3+ o Cr3+.
[2] Il permesso di ricerca Monte Tariné è sostanzialmente coincidente con la vecchia concessione Piampaludo.
[3] Nota della Laga Abolizione Caccia (LAC).