Lignite in Abruzzo

La distribuzione dei siti a livello territoriale

In fig.1 è mostrata la distribuzione territoriale a livello comunale dei 3 siti di estrazione di lignite xiloide, dispersi nelle province di L'Aquila, Pescara e Teramo.

Si tratta di bacini con origine fluvio-lacustre, risalenti in assoluta prevalenza al Quaternario.

Il bacino aquilano, in particolare, fu largamente interessato dalle manifestazioni lacustri quaternarie: in questa zona si trovano depositi di lignite xiloide intercalati fra i materiali sedimentari che andarono colmando tali depressioni, nessuna delle quali di dimensioni tale da aver prodotto coltivazioni significative.

La Memoria Illustrativa della Carta Mineraria d’Italia (1975, pag. 142) cita il giacimento pleistocenico di Aterno (Madonna del Mazzetto) , situato a E del paese di Scoppito e costituito da tre banchi di lignite di spessore variabile tra 0.5 e 5 m, dove la presenza della lignite era nota già dal 1920, ma che solo nel decennio 1940÷1950 fu coltivato in modo non continuativo, senza peraltro essere ufficialmente concessionato; è stato oggetto di ricerca nel 1960 da parte di GEMINA, che ne ha stimato la potenzialità in 15.5 milioni di tonnellate.

Fuori del bacino aquilano, in territorio del comune di Atri, si segnala l’unico sito oggetto di concessione, rilasciata alla De Rosa Srl per 10 anni (DM 2 marzo 1949, GU 116/1949) e denominata Fosso Sabbione; la lignite, coltivata a cielo aperto, veniva utilizzata nella fabbrica di liquirizia della stessa concessionaria.

Nonostante la consistenza rilevante della risorsa nel suo complesso, la notevole dispersione territoriale e la mediocre qualità ne hanno limitato le ricerche e, ancor più, lo sfruttamento anche nell’epoca in cui il carbone rappresentava la fonte energetica primaria fondamentale.

Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti di estrazione della lignite xiloide in Abruzzo