Il Cammino minerario di

Santa Barbara

Gestito dalla Fondazione Cammino di Santa Barbara [1], costituitasi il 17 dicembre 2016 in Iglesias presso lo studio della notaia Dr.ssa Giovanna Maura Franceschi, il Cammino Minerario di Santa Barbara si sviluppa lungo un anello di circa 500 km (con 47.8 km di possibili varianti) nell’area Sulcis Iglesiente-Guspinese (tab. 1 e fig. 1)[2].

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[1] Alla Fondazione partecipano:

  • i Comuni di Arbus, Buggerru, Carbonia, Fluminimaggiore, Giba, Gonnesa, Gonnosfanadiga, Guspini, Iglesias, Masainas, Musei, Narcao, Nuxis, Piscinas, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Antioco, Tratalias, Villacidro, Villamassargia e Villaperuccio e l’Associazione Onlus Pozzo Sella per il Parco Geo-minerario, come soci fondatori;

  • le Diocesi di Iglesias e di Ales Terralba, come soci partecipanti.

[2] Tutte le immagini che illustrano le tappe sono tratte da Google Earth, con sovrapposte le tracce kml delle tappe del percorso.

Tab. 1 - Tappe del Cammino minerario di Santa Barbara

Fig. 1 - Il Cammino minerario di Santa Barbara visto dal satellite (fonte GoogleEarth)

Tappa 1: Iglesias → Nebida

Dalla città medioevale di Iglesias al villaggio di Nebida, passando per il Santuario della Madonna del Buon Cammino, la tappa è lunga 20.9 km, con un dislivello di 753 m in salita e 800 m in discesa, con difficoltà media e durata prevista di 7 ore.

Le difficoltà sono legate soprattutto agli strappi in salita per raggiungere il Colle del Buon Cammino (344 m slm) e gli scavi di Cungianus (323 m slm), all’inizio della tappa.

Le miniere censite lungo o in vicinanza del percorso sono: Campera, Punta Candiazzus, Monteponi (Is Cungianus, Lai Tanas), Monte Agruxiau (Monte Fenugu), Monte Scorra e Punta Mezzodì.

Tappa 2: Nebida → Masua

Tappa lunga 9.2 km per una durata di 3.5 ore, con dislivelli di 371 m in salita e 502 in discesa, che porta da Nebida a Masua.

Pur se breve, la tappa è faticosa per i continui saliscendi, che seguono l’andamento costiero.

Il meraviglioso panorama, con i numerosi faraglioni affioranti in mare, tra cui spicca il clamoroso Pan di Zucchero, il più alto del Mediterraneo (133 m), compensa la fatica.

Le miniere interessate dal percorso sono quelle di Nebida, con la laveria La Marmora, e Masua, dove è visitabile la grande opera di ingegneria mineraria di Porto Flavia.

Qui, assieme al già citato paesaggio costiero, si possono ammirare i colori e le strutture delle formazioni geologiche che raccontano l’evoluzione della crosta terrestre della terra più antica d’Italia.

Tappa 3: Masua → Buggerru

Da Masua a Buggerru per 18.8 km con forti dislivelli, 887 m in salita e 892 in discesa, che rendono la tappa tra le più impegnative del Cammino, anche per la durata che arriva a 7 ore.

Pure in questo caso la fatica è compensata dalla grande bellezza del paesaggio, cui contribuisce la ricchezza del patrimonio geologico, con reperti fossili delle prime forme di vita terrestre osservabili in località Canal Grande.

È prevista una possibile variante di 2.4 km all’inizio della tappa, che ne diminuisce la lunghezza di 2.1 km.

Le miniere interessate dal percorso sono quelle di Canal Grande, Malfidano e Planu Sartu.

Di particolare interesse, a proposito di quest’ultima, la vecchia ferrovia che giunge all’impianto di caricamento di Cala Domestica e la Galleria Henry, percorribile con il trenino.

Tappa 4: Buggerru → Portixeddu

Tappa breve, 9.5 km per una durata di 3.5 ore, di sostanziale trasferimento da Buggerru a Portixeddu, con dislivelli di 464 m in salita e 462 in discesa, non interessata direttamente da miniere.

Data la facilità del percorso, prima della partenza da Buggerru si possono visitare, oltre alla già citata Galleria Henry, altri luoghi di rilevanza mineraria, come il monumento ai minatori caduti nell’eccidio del 1904 e il Museo del Minatore, sempre che lo si trovi aperto.

Da un punto di vista naturalistico sono da visitare la Grotta delle Lumache e la Grotta S’Acqua Gelada, mentre tutta la tappa è caratterizzata da un bellissimo paesaggio costiero, fino allo straordinario sistema dunale di Portixeddu.

Tappa 5: Portixeddu → Piscinas

Da Portixeddu a Piscinas, per 16.2 km e 5.5 ore, con dislivelli pari a 462 m in salita e 469 in discesa, di media difficoltà e non interessata direttamente dalla presenza di miniere.

Il panorama è dominato, soprattutto, dal maestoso sistema dunale di Piscinas che appare dalla sella di Capo Pecora.

All’altezza dell’Oasi WWF di Scivu è possibile scegliere di percorrere una variante lunga 14.2 km che, con un profilo altimetrico in salita nei primi 5 km e con piccoli saliscendi intorno alla quota di 400 m nel restante tracciato, porta a Pizzinurri, poco più di 500 m a SE di Ingurtosu.

Lungo questa variante, intorno al km 11, è localizzata la miniera di Gennamari, mentre a meno di 1 km dal percorso si trovano le miniere di S’Acqua Bona e Crabulatzu.

Con l’utilizzo di questa variante la lunghezza della tappa sale a 24 km e la durata tra le 7 e le 8 ore; peraltro, tale aumento sarebbe compensato nella tappa successiva.

Tappa 6: PiscinasMontevecchio

Tappa da Piscinas a Montevecchio per 18.7 km e 6.5 ore, con dislivelli di 890 m in salita e 534 m in discesa, particolarmente impegnativa nella parte iniziale quando si affronta uno strappo che arriva alla quota di 380 m, vicino Pizzinurri, per poi scendere su Ingurtosu (250 m slm).

Dal sistema dunale di Piscinas si passa ai boschi di leccio e alla macchia mediterranea, dove è frequente l’incontro con il cervo sardo.

Nel caso che nella tappa precedente si fosse scelta la variante di Pizzinurri, la lunghezza della tappa scenderebbe a 11 km, la durata a circa 4 ore e le difficoltà si abbatterebbero, data l’eliminazione del primo tratto.

In ogni caso, le miniere interessate dal percorso sono: Ingurtosu, Genna S’Olioni e Montevecchio Ovest.

Tappa 7: Montevecchio → Arbus

Una tappa di 15.4 km per 5 ore, con dislivelli di 541 m in salita e 611 m in discesa, da Montevecchio ad Arbus lungo l’antico sentiero dei minatori, che scende dalle colline metallifere guspinesi alla pianura campidanese, per poi risalire fino al centro abitato di Arbus.

Particolarmente significativo dal punto di vista geologico il geosito di basalti colonnari di Cuc.ru Zeppara nell’abitato di Guspini.

Questa tappa è interessata al suo inizio dai cantieri di Montevecchio Est (Sant’Antonio, Piccalinna, Genna Sciria, Mezzana).

Tappa 8: ArbusPerd'e Pibera

Tappa da Arbus a Perd’e Pibera per 15.4 km e 5 ore, con dislivelli di 498 m in salita e 376 in discesa, che dopo il primo tratto nella pianura del Campidano si addentra nel complesso montuoso del Monte Linas, con le sue grandi foreste.

La tappa termina a Perd’e Pibera in corrispondenza della miniera di Riu Planu Is Castangias.

Intorno al km 4 della tappa, in corrispondenza dell’attraversamento del Rio Terramaistus, è prevista una variante di 1.8 km che permette di attraversare il Rio su un ponte stradale.

400 m circa prima della variante, a sinistra si incontra il complesso nuragico Tomba dei Giganti di San Cosimo risalente all’Età del Bronzo medio (XVI÷XIV secolo a.C.).

Tappa 9: Perd'e Pibera → Villacidro

Da Perd’e Pibera a Villacidro, per 15.6 km e 5.5 ore, impegnativa con dislivelli di 975 m in salita e 1102 m in discesa.

Si attraversano grandi boschi di leccio in un territorio granitico attraversato da numerosi ruscelli, fino ai giardini di agrumi e ciliegi del Parco di Villascema.

Dalla cappella della miniera di Perd’e Pibera all’antica chiesa di Villacidro, entrambe dedicate a Santa Barbara, il culto per la patrona dei minatori è fortemente presente.

Tranne la già citata miniera di Riu Planu Is Castangias, non sono presenti miniere censite lungo il percorso.

È possibile una variante circumlacuale di 7 km che, 300 m circa prima del Parco di Villascema, si stacca dal percorso principale scendendo verso il Lago di Leni che costeggia per circa 1.5 km per poi risalire fino a ricongiungersi al percorso principale poco prima di Villacidro.

Tappa 10: VillacidroMonti Mannu

Tappa facile di 18 km e 6 ore, con dislivelli di 571 m in salita e 504 m in discesa, da Villacidro a Monti Mannu, con un solo tratto impegnativo tra il Parco di San Sisinnio (229 m slm) e l’incrocio (384 m slm) in cui si abbandona la strada comunale Cariatzu e si scende verso il Lago di Leni (235 m slm).

Nel Parco di San Sisinnio [3] si trova l’omonima chiesa costruita dopo il 1631, probabilmente nel sito di una preesistente, grazie al rinnovato zelo per il santo di Leni in seguito al dono di una reliquia fatto dall’arcivescovo Francisco de Esquivel al canonico di Villacidro, dopo il ritrovamento del corpo del santo in una chiesa cagliaritana.

Per il resto il percorso si sviluppa sulla sponda sud-orientale del lago prima di salire gradualmente a Monti Mannu (340 m slm).

Nell’ultima parte del percorso si incontra la miniera di Canale Serci, i cui edifici minerari, oggetto di parziale restauro, ospitano la sede del Complesso forestale Monte Linas.


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[3] Santo nato nel II secolo d.C. nell’antico villaggio di Leni.

Tappa 11: Monti MannuArenas

Tappa da Monti Mannu ad Arenas, lunga 15.5 km per 5.5 ore, con dislivelli di 912 m in salita e 669 m in discesa, piuttosto impegnativa ma tra le tappe più suggestive del Cammino, caratterizzata dai bei rilievi granitici di Piscina Irgas con la sua cascata.

Lungo il percorso si incontra la miniera di Nebidedda, mentre a meno di 1 km dal tracciato si trovano le miniere di Perda Niedda e Campo Orisi Su Isteri.

Tappa 12: ArenasSu Mannau

Facile tappa da Arenas a Su Mannau, lunga 13.4 km per 4 ore, con dislivelli di 399 m in salita e 791 m in discesa.

La tappa è caratterizzata dai boschi di leccio sulle montagne calcaree, dalla grande sorgente perenne di Pubusinu e dalle grotte di Su Mannau, che fanno da cornice al patrimonio minerario disseminato lungo il percorso, a partire dalle miniere che si incontrano già in partenza: Arenas Su Pitzianti, Genna Carru e Tiny.

Seguono le miniere di Gutturu Pala, Su Zurfuru, Su Mannau e Terras Nieddas.

Tappa 13: Su MannauSan Benedetto

Tappa che congiunge Su Mannau a San Benedetto lunga 14.6 km 5 ore, con dislivelli di 687 m in salita e 487 in discesa.

Si tratta di una tappa impegnativa che si snoda ancora tra i boschi di leccio, fino a incontrare il tempio punico-romano di Antas (VI÷III secolo a.C.), dedicato al Sardus Pater.

Il percorso è caratterizzato dalla presenza di un gran numero di miniere censite, che fanno di questa tappa una delle più interessanti sotto il profilo dell’archeologia industriale: Antas, Baueddu, Monte Cuccheddu, Malacalzetta, Genna Ricosta e Fossa Mucini.

Tappa 14: San Benedetto → Case Marganai

Tappa facile e breve di 7.3 km per 3 ore, con dislivelli di 472 m in salita e 127 m in discesa, da San Benedetto a Case Marganai per gran parte sul vecchio tracciato ferroviario utilizzato per il trasporto dei minerali.

La parte finale si sviluppa su una comoda strada sterrata che progressivamente si immerge in un bosco di lecci per arrivare alle Case Marganai, dove si può visitare il Giardino Monte Linasia.

Nella prima parte, il percorso passa in prossimità della miniera di Pala Is Luas.

Tappa 15: Case Marganai → Musei

Tappa di 16.4 km e 5.5 ore, con dislivelli di 596 m in salita e 1191 m in discesa, da Case Marganai a Musei, impegnativa soprattutto per le tante discese sui tornanti delle mulattiere nella prima parte del percorso.

Intorno alla metà della tappa il tracciato si sviluppa per circa 800 m in parallelo alla Galleria di San Giovanni, la seconda cavità carsica europea transitabile dai camion, ma oggi percorribile solo a piedi, a cavallo e in bicicletta, per via di lavori in corso.

Di notevole interesse archeologico, nella periferia occidentale di Domusnovas, è anche il complesso nuragico di età Bronzo Medio-Recente (XVI÷XI secolo a.C.) Sa Domu ’e s’Orku.

Per quanto riguarda l’attività mineraria, lungo il percorso se ne incontrano frequenti testimonianze rappresentate dalle miniere di Marganai, Corovau, San Michele e Is Murvonis, subito a nord dell’abitato di Domusnovas.

Tappa 16: Musei → Orbai

Tappa di 16.7 km per 5.5 ore, con dislivelli di 530 m in salita e 324 m in discesa, da Musei a Orbai, che attraversa la valle del Cixerri fino all’Oasi naturalistica di S’Ortu Mannu, dove si possono osservare ulivi secolari.

Le miniere interessate dal percorso, Punta Filippeddu e Orbai, si incontrano alla fine della tappa salendo nel complesso forestale del Monte Caledano, verso il villaggio minerario di Orbai.

Tappa 17: Orbai → Rosas

Impegnativa nel primo tratto, quando si sale ai 560 m del Monte Scorra, dove s’incontra l’omonimo proto-nuraghe, si mantiene in quota aggirando a E il Monte Rosas per scendere, infine, verso Rosas negli ultimi 3 km.

Si cammina su comode strade sterrate, mulattiere e sentieri, quasi sempre immersi nel bosco e nella macchia mediterranea.

All’inizio del percorso si incontrano le miniere Su Strintu de Sa Perda e Sedda Antiogu Sabiu, mentre il percorso finisce in corrispondenza al Villaggio minerario di Rosas.

A metà percorso, circa 1 km dopo il proto-nuraghe, il percorso passa in vicinanza della miniera di Giuenni.

È prevista una variante corta che sale direttamente a Monte Rosas facendo risparmiare ben 10 km, evitando però di passare per il nuraghe di Monte Scorra e per le miniere prima segnalate, tranne la Su Strintu de Sa Perda che rimane in vicinanza del percorso modificato.

Tappa 18: Rosas Nuxis

Tappa facile da Rosas a Nuxis di 12.5 km per 4 ore, con dislivelli di 297 m in salita e 349 m in discesa, che scende verso le pianure del Basso Sulcis, dove sono ancora numerose le testimonianze dell’attività mineraria.

Oltre alla miniera Rosas, lungo il percorso si incontrano le miniere Truba Niedda, all’inizio, e Sa Marchesa, a metà del tracciato.

A proposito delle emergenze di archeologia industriale, il percorso passa sotto uno dei ponti della vecchia ferrovia che collegava la valle del Cixerri al Basso Sulcis fino all’isola di Sant’Antioco.

Tappa 19: NuxisSantadi

Tappa facile da Nuxis a Santadi di 15.3 km per 4 ore, con dislivelli di 390 m in salita e 459 m in discesa, che continua la discesa verso il Basso Sulcis.

Nella prima metà del percorso si incontra la miniera a cielo aperto di barite Rio Bacchera.

Lungo il percorso si incontrano anche notevoli testimonianze archeologiche e monumentali come il Pozzo sacro di Tattinu e la chiesa bizantina di Sant’Elia (XI secolo), oltre al ricco museo di Santadi.

Tappa 20: Santadi → Is Zuddas

Altra tappa facile da Santadi a Is Zuddas di 15.6 km per 5 ore, con dislivelli di 191 m in salita e 217 m in discesa, che si snoda tra i vigneti di Carignano incontrando punti d’interesse archeologico (il Menhir Luxia Arrabiosa di Terrazzu e l’area archeologica fenicio-punica di Pani Loriga), le grotte carsiche di Is Zuddas e la miniera Su Benatzu, alla fine del percorso.

Tappa 21: Is Zuddas → Masainas

Tappa da Is Zuddas a Masainas lunga ben 27.7 km per la durata di 8-9 ore, con dislivelli di 826 m in salita e 876 in discesa, particolarmente impegnativa nel primo tratto, in parte coincidente con la fine della tappa precedente, che conduce in cima a Monte Moddizzi (441 m slm).

Nel tratto iniziale la tappa ripassa in vicinanza della miniera di Su Benatzu, poi nella seconda parte del percorso, tra Piscinas e Giba, si avvicina alla miniera di terra da sbianca, ancora attiva, di Santa Brà e a una vecchia concessione omonima di blenda e galena decaduta nel 1919.

Tappa 22: Masainas → Candiani

Tappa lunga di 19.3 km per 6.5 ore, con dislivelli di 333 m in salita e 371 m in discesa, da Masainas alla pineta di Candiani, all’estremità meridionale della costa sud-occidentale della Sardegna.

Il percorso, che attraversa la pianura del Basso Sulcis, incontra a metà tracciato il Nuraghe di Arresi e, nel tratto finale, si snoda nel meraviglioso paesaggio rappresentato dallo stagno e dalle bianche dune della spiaggia di Porto Pino.

Il nuraghe, risalente al XV-XIV secolo a.C. (Bronzo medio), fu costruito su un insediamento più antico, abitato nel Neolitico Recente e nel primo Eneolitico (3200-2600 a.C.).

Attorno al nuraghe è sorto il primo nucleo abitato di Sant’Anna Arresi, che nel nome abbina l’origine preistorica alla santa patrona, cui sono dedicate ‘vecchia’ e ‘nuova’ chiesa parrocchiale, poste ai lati del nuraghe.

Tappa 23: Candiani → Tratalias

Altra tappa molto lunga, 24 km per 8 ore di durata, con dislivelli di 433 m in salita e 439 m in discesa, che dalla pineta di Candiani risalendo verso N porta a Tratalias, a O del Lago di Monte Prano.

La prima parte del percorso si sviluppa lungo la costa SO dell’isola, sulle scogliere di Porto Pinetto e Portu Su Trigu ancora ammirando paesaggi stupendi con la vista costante del Golfo di Palmas a occidente.

Verso l’interno, sono le grandi vigne di vermentino e carignano a caratterizzare questa parte del percorso fino a entrare nel complesso dunale retrostante alla spiaggia di Sa Salina e nella spiaggia di Porto Botte, dalla quale si devia verso Tratalias, attraversando la pianura caratterizzata da paesaggi di campagna.

Tappa 24: Tratalias → S. Antioco

Tappa facile di 16.9 per 5.5 ore, con dislivelli di 199 m in salita e 180 m in discesa, da Tratalias a Sant’Antioco, ricca di chiese antiche, dalla medievale Santa Maria di Monserrato [4], alla bizantina Santa Maria di Palmas, fino alla basilica paleocristiana di Sant’Antioco.

Straordinario il paesaggio umido delle saline di Sant’Antioco con il suo ricco patrimonio naturalistico di avifauna.

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[4] Di stile tardo-romanico sita al centro di Tratalias Vecchia, fu Cattedrale dal 1213 al 1503, quando la diocesi venne trasferita a Iglesias.

Tappa 25: S. AntiocoCarbonia


Tappa di 23.4 km per 7.5 ore, con dislivelli di 273 m in salita e 199 m in discesa, lunga ma di facile percorrenza da S. Antioco a Carbonia.

Il percorso segue un vecchio tracciato delle Ferrovie Meridionali Sarde (FMS), un tempo usato anche per trasportare il carbone dalla miniera di Sebariu al porto di S. Antioco e oggi trasformato in pista pedonabile e ciclabile.

A Carbonia è possibile visitare la grande miniera di lignite di Serbariu.

Tappa 26: Carbonia → Nuraxi Figus

Tappa impegnativa lunga 26.1 km per una durata di 8 ore, con dislivelli di 504 m in salita e 500 m in discesa, da Carbonia a Nuraxi Figus.

Le miniere interessate dal tracciato sono: Sirai, Cortoghiana e Nuraxi Figus.

Di grande interesse archeologico sono la Fortezza fenicio-punica del Monte Sirai (VIII-III secolo a.C.), il Nuraghe Sirai e le Domus de Janas di Serra Maverru.

Per questa tappa è prevista una variante di 2.8 km che taglia da Medaus Is Fenus a Cortoghiana con una riduzione di lunghezza della tappa di 3.5 km.

Tappa 27: Nuraxi Figus → Portoscuso → Carloforte

Breve tappa di 11.4 km per 3.5 ore, con dislivelli di 196 m in salita e 311 in discesa, da Nuraxi Figus, sede dell’ultima miniera di carbone, chiusa per la produzione nel 2018 ma ancora concessionata per le attività di recupero, a Portoscuso, da dove, con una traversata di 40 minuti in traghetto, si arriva a Carloforte nell’isola di San Pietro.

A Carloforte [5], ci si può immergere nell’antica cultura marinara del territorio che con la pesca e la lavorazione del tonno ha costruito una storia plurisecolare ancora oggi viva e fonte di una straordinaria tradizione gastronomica.

Si possono scoprire, inoltre, le tracce indelebili delle infrastrutture (ferrovie, depositi, attracchi per battelli e porti per piroscafi) e degli uomini che hanno assicurato per un secolo il trasporto dei minerali mercantili prodotti nelle miniere della costa sud-occidentale della Sardegna.

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[5] Carloforte è un'isola linguistica ligure in quanto nel 1738, dopo secoli di abbandono, l'isola di San Pietro fu colonizzata da pegliesi provenienti da Tabarka, isola oggi collegata alla costa tunisina.

Tappa 28: Circuito Isola di San Pietro → Portoscuso

Impegnativo circuito nell’Isola di San Pietro lungo 18.8 km, con dislivelli in salita e discesa di 412 m, per la durata 6.5 ore più 40 minuti di traghetto per tornare a Portoscuso.

Alla scoperta di uno straordinario patrimonio storico-culturale, legato all’economia del mare, in particolare alla pesca del tonno e al trasporto dei minerali, il percorso, che non passa per le due miniere dell’isola (Capo Rosso e Capo Becco), raggiunge le tonnare a Nord e l’area delle Saline e del Porto di Carloforte, dove arrivavano le bilancelle dalle miniere e partivano le navi che portavano il minerale a destinazione.

Tappa 29: Portoscuso → Bacu Abis

Tappa impegnativa lunga 18.8 km per 6.5 ore, con dislivelli di 459 m in salita e 386 in discesa, che da Portoscuso porta a Bacu Abis, dov’era situata la prima miniera di lignite concessionata in Sulcis già dal 1853.

In un paesaggio reso spettacolare dalla costa sud-occidentale sarda, che consente di spaziare fino al Pan di Zucchero davanti a Masua, e interessato dalla presenza di importati siti archeologici come il Complesso Nuragico di Seruci, la tappa incrocia le miniere di lignite di Seruci, Culmine, Terras de Collu e la già citata Bacu Abis.

Il Complesso Nuragico di Seruci, uno dei più grandi della Sardegna, è esteso per oltre 6 ettari con un grande nuraghe costituito da un elemento centrale contornato da cinque torri, posizionato su un’altura da dove si poteva osservare l’area circostante. Attorno al nuraghe centrale sono presenti un centinaio di capanne di forma circolare, tra cui una, vicina al nuraghe, particolarmente grande che probabilmente veniva utilizzata per le riunioni della comunità.

Tappa 30: Bacu Abis → Iglesias

Ultima tappa di 14.7 km per 5 ore, con dislivelli di 491 m in salita e 387 in discesa, da Bacu Abis a Iglesias, punto di partenza e di arrivo del Cammino.

Il percorso si sviluppa in gran parte lungo i tracciati delle ferrovie Iglesias-Calasetta e Monteponi-Portovesme e interessa le miniere Morimenta, Punta della Torre, San Giovanni, San Giovanneddu, Palmari, Sa Sedda de Is Foddas.

La tappa prevede una variante di 13.4 km, che abbandona il tracciato originale a Gonnesa svoltando verso Est e vi si ricongiunge a Bindua, allungando il percorso di circa 8.2 km e passando in vicinanza delle miniere Monte Uda, Monte Onixeddu, Monte Oi e Sedda Moddizzis.

La visita alla miniera di S. Giovanni, che essendo in vicinanza di Bindua, è raggiungibile sia dal tracciato originale che dalla variante, permette di accedere, tramite le proprie gallerie, alla grotta naturale di Santa Barbara, che però non sempre è aperta per la visita del pubblico.

Un’ulteriore variante consiste nel percorrere gli ultimi 3.8 km della tappa seguendo il tracciato dell’antica processione da Monteponi a Iglesias, con risparmio di 650 metri.