L'attività mineraria in Sardegna

La distribuzione dei siti a livello territoriale

Nel periodo 1870-2019 sono stati censiti 441 siti estrattivi, di cui 300 con coltivazione in sotterraneo, 123 a cielo aperto e 18 mista, distribuiti a livello comunale come mostrato in fig. 1.

Da un punto di vista mineralogico, i minerali estratti con la relativa frequenza sono riportati in Tab. 1 . 

Si tratta, in prevalenza, di siti di coltivazione di Minerali metalliferi (268 siti), di Minerali ceramici e industriali (96), Barite e Fluorite (45) [1], Combustibili fossili (17) e Talco e/o Steatite (15).

Per quanto l'articolazione per province [2] in funzione dei principali minerali estratti (tab. 2) si osserva una forte concentrazione di siti di coltivazione nelle province di Carbonia-Iglesias (CI), Cagliari e Medio-Campidano (MC), che complessivamente rappresentano il 77.10% del totale, con un’accentuata specializzazione relativamente alla distribuzione di blenda (93.25%), galena anche argentifera (91.55%), barite nella sola provincia di Carbonia-Iglesias (85.37%).

In particolare, in rapporto alle differenze significative rispetto a una distribuzione di tipo casuale, si osserva che:


In tab. 3 è indicato il numero di siti censiti, suddivisi per classe di estensione della concessione, in ettari, e per tipologia di minerale.

Si osserva una forte presenza di siti in cui manca il dato sull’estensione (134 siti pari al 30.39%), in gran parte causata dal fatto che nel database sono stati considerati, in questa regione più significativamente che nelle altre, siti indicati come permessi di ricerca in cui è stata comunque segnalata, nell’arco temporale coperto dall’indagine, un’importante attività di coltivazione; si tratta di 119 siti, pari all’88.80 % di quelli senza il dato di estensione.

Prendendo, quindi, in considerazione solo i 307 siti censiti di cui è disponibile il dato sull’estensione, questi mostrano una differente articolazione in funzione del tipo di minerale coltivato.

In particolare, in rapporto alle differenze significative rispetto a una distribuzione di tipo casuale:


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[1] In realtà i siti con coltivazione di Barite e/o Fluorite sono 124, di cui 79 con coltivazione anche di minerali metalliferi, in particolare di Galena (63 siti) e Blenda (55).

[2] Uno degli sport più praticati in Sardegna consiste nella modifica dell’articolazione provinciale della Regione.

Per i miei ricordi di studente le province sarde erano quattro: Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano.

A questo assetto faceva riferimento l’articolazione dei comuni del censimento ISTAT 2001 che è stato alla base della prima stesura del DB ISPRA.

Proprio nel 2001, con LR n. 9 del 12 luglio, sono state istituite 4 nuove province (Medio Campidano, Ogliastra, Olbia-Tempio, Carbonia-Iglesias) la cui delimitazione è stata definita solo con LR n. 10 del 13 ottobre 2003.

Con LR n. 2 del 27 gennaio 2016 l’assetto provinciale è stato di nuovo modificato, tornando sostanzialmente all’articolazione pre 2001, ridistribuendo i comuni della vecchia provincia di Cagliari tra la provincia Sud Sardegna e la Città metropolitana di Cagliari.

Non contenti, con LR n. 7 del 12 aprile 2021 si è tornati allo schema pre 2016 con le seguenti modifiche di denominazione: viene istituita la Città metropolitana di Sassari che coincide con la vecchia provincia di Sassari, la vecchia provincia Olbia-Tempio diventa provincia Nord-Est Sardegna, la provincia Carbonia-Iglesias è rinominata Sulcis-Iglesiente, la Città metropolitana di Cagliari coincide con la vecchia provincia di Cagliari.

Il DB ISPRA è stato modificato in maniera da rispettare l’attuale articolazione provinciale, salvo alcuni passi riferibili alla denominazione precedente.

Fig. 1 - Distribuzione territoriale a livello comunale dei siti minerari in Sardegna

Tab. 1 - Minerali estratti in Sardegna

Tab. 2 - Articolazione dei siti per tipo di minerale e per provincia

Tab. 3 - Numero di siti censiti, suddivisi per classe di estensione, in ha, e per minerale 

(A= Minerali metalliferi / B= Minerali ceramici e industriali / C= Barite e/o Fluorite/ D= Combustibili fossili/ E= Talco e/o Steatite/ totale=tutti i minerali estratti)

L'evoluzione temporale dell'attività mineraria in Sardegna

La fig. 2 mostra l’andamento temporale del numero di concessioni vigenti nella regione, articolato per tipo di minerale estratto.

L’andamento dell’istogramma mostra molto chiaramente come la storia mineraria sarda sia stata essenzialmente la storia delle miniere metallifere, già attive al 1870 in numero di 38 e in costante aumento fino al massimo di 181 siti nel 1920.

Da quella data il numero di siti di minerali metalliferi attivi decresce altrettanto costantemente, con una forma molto simile a una gaussiana se non fosse per la coda a valore sostanzialmente costante dopo il 1990, rappresentata essenzialmente dai 58 [2] siti trasferiti ad IGEA SpA con Determinazione dell’Assessorato all’Industria della Regione Sardegna n. 385 del 21 marzo 2000 per la prosecuzione dei lavori di custodia e messa in sicurezza, indicati come ancora concessionati seppure inattivi (vedi tabb. 7 e 14).

I siti di combustibili fossili, essenzialmente rappresentati dalla lignite del Sulcis, hanno avuto un andamento parallelo a quello dei minerali metalliferi, raggiungendo il massimo dei siti attivi (13) nel 1925 per poi calare nel decennio successivo, a causa della chiusura dei siti di antracite della Barbagia di Seulo.

Infine, tra la fine degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70, con la chiusura dei siti rinunciati dall’ENEL, rimane attiva la sola concessione di Monte Sinni la cui travagliata vicenda si è conclusa, dal punto di vista produttivo, solo alla fine del 2018.

Come sottolineato nella relativa pagina, i siti a Barite e/o Fluorite in assenza di coltivazione di minerali metalliferi, spesso di coltivazione residuale di precedenti attività estrattive, si sviluppano particolarmente nel secondo dopoguerra raggiungendo il massimo di siti attivi nel 1965 (23), per poi calare e sostanzialmente estinguersi alla fine del XX secolo, seppure siano considerate in questa sede vigenti, ma inattive, 4 delle concessioni assegnate a IGEA con la Determinazione n. 385 del 21 marzo 2000.

I siti di minerali ceramici e/o industriali si sono sviluppati nel secondo dopoguerra, raggiungendo il massimo di siti attivi (43) nel 1985, e tuttora rappresentano la quasi totalità di siti attivi in regione (22 su 24), essendo gli altri 2 rappresentati da siti di talco (Sa Matta e Su Venosu).


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[2] 54 di minerali metalliferi e 4 di barite.


Fig. 2 - evoluzione temporale del numero di concessioni vigenti in Sardegna

Età e genesi delle principali mineralizzazioni in Sardegna


Per quanto riguarda i principali minerali coltivati e il processo di formazione dei vari giacimenti della Regione Sardegna, questi sono riassunti nella fig.3, articolati in funzione delle età geologiche e delle varie aree minerarie.

Fig. 3 - Giacimenti sardi articolati per età e area mineraria

Nelle sotto_pagine di questa sezione è riassunta un'analisi dell'attività mineraria in Sardegna che, in forma completa comprendente per ciascun gruppo di minerali informazioni geologiche e giacimentologiche, cenni storici sui principali siti e la lista degli stessi (nome, comune, provincia, tipo, minerali estratti, ultimo concessionario, periodo di concessione, stato), è consultabile nel pdf scaricabile -->