Dal Protocollo d’Intesa per la creazione della Rete ReMi, sottoscritto il 2 ottobre 2015 e pubblicato da ISPRA il 4 novembre 2015


Partendo del presupposto che:

  • l’Italia possiede, nel mondo, la storia mineraria più a lungo documentata, conserva una vasto e originale patrimonio geominerario e rappresenta, a livello mondiale, uno dei luoghi dove maggiormente si è sviluppata la cultura e l’arte mineraria.

I resti e le testimonianze di ventotto secoli di attività estrattiva costituiscono un patrimonio di dati scientifici e un nucleo di potenzialità divulgative, culturali e turistiche ad oggi soltanto intuito.

I siti minerari rappresentano la tipica sintesi di patrimonio naturale, culturale, paesaggistico, archeologico, storico-artistico, industriale, che ha visto svilupparsi aggregazioni sociali e stimoli di progresso legati all’attività estrattiva.

Dall’Età del Ferro al XX secolo, l’Italia, peninsulare e insulare, è stata al centro dello sviluppo culturale e sociale per motivazioni fortemente legate alla sua ricchezza di risorse minerarie, metalliche e non, e alla sua posizione di transito nel commercio marittimo del Mediterraneo.

  • Con la fine del secolo scorso si è praticamente conclusa l’epoca dello sfruttamento dei giacimenti minerari lasciando sul territorio un’ampia e diffusa articolazione di testimonianze legate alle attività minerarie che rappresentano un patrimonio di archeologia industriale e di paesaggio unici.

  • In molte aree del paese, tale patrimonio è stato perduto, smantellato o lasciato deperire sotto l’azione degli agenti esogeni mentre in altre aree è stato avviato un processo di conservazione, tutela e valorizzazione attraverso la nascita di esperienze di parco e museo geominerario che hanno permesso di mantenere viva l’identità dei luoghi minerari e del loro passato dove lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo ha rappresentato lo sviluppo sociale ed economico di molte comunità.

  • A livello nazionale, europeo e mondiale, matura sempre più la consapevolezza della necessità di mantenere viva la testimonianza della cultura e della storia delle attività relative allo sfruttamento geominerario e pertanto tale specifica sensibilità, volta ad apprezzare e sostenere ogni singola esperienza, determina come diretta conseguenza un turismo di qualità, consapevole e culturalmente preparato.


Tenendo conto che:

  • la Costituzione italiana pone, all’art. 9, lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica e la tutela e salvaguardia del paesaggio quali principi fondamentali.

  • Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Decreto legislativo 42/2004) al capo I art. 10, in attuazione dell’art.9 della Costituzione, riconosce i “siti minerari di interesse storico ed etnoantropologico ”, quali beni culturali da tutelare.

  • La Convenzione europea del Paesaggio (Firenze, 20 ottobre 2000) impegna i paesi aderenti a “riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità” (art. 5, comma “a”).


Considerato che:

  • A livello nazionale, per quanto attiene i musei e parchi geominerari già esistenti, non esiste una normativa nazionale che riconosca tale specifica tipologia di siti in seguito alla cessazione dell’attività estrattiva ed alla riconversione culturale.

  • I parchi e musei geominerari italiani, hanno dovuto affrontare ed affrontano gravose difficoltà per il loro riconoscimento, costituzione e gestione senza una forma giuridica specifica unitaria: gli unici riferimenti sono al momento le leggi regionali emanate da Valle d’Aosta, Lombardia, Umbria, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.


Urge una norma nazionale che permetta, attraverso riferimenti precisi, certi ed univoci, la gestione dei siti minerari musealizzati e riconvertiti con finalità culturali.

In questo quadro, la messa a rete di parchi e musei minerari diffusi su porzioni ampie del territorio nazionale, può favorire e promuovere lo sviluppo delle economie e delle società locali, nonché rafforzare la visibilità dei parchi e musei minerari stessi.


Essendo impegnato sulla questione già dal 2002 con il Censimento dei siti minerari abbandonati (art. 22 della Legge 179/2002), responsabile della redazione e pubblicazione su Internet dell’Inventario delle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione, potenzialmente pericolose da un punto di vista ecologico-sanitario e statico-strutturale (art. 20 del D.Lgs 117/2008), promotore della Giornata Nazionale delle Miniere, organizzata annualmente dal 2009 in collaborazione con AIPAI (Associazione Italiana Patrimonio Archeologico Industriale), ANIM (Associazione Nazionale Ingegneri Minerari), ASSOMINERARIA e G&T (Geologia e Turismo), l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) si è fatto promotore della costituzione di una Rete Nazionale dei Parchi e Musei Minerari Italiani (ReMi) «al fine di avviare proposte di rafforzamento dell'impianto normativo a sostegno del settore».


Gli obiettivi principali di ReMi sono:

  • promuovere in tutto il paese i temi della conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio minerario dismesso;

  • creare un forum permanente che si occupi di sviluppare in vario modo l’attenzione al patrimonio minerario dismesso attraverso una rete nazionale che promuova la conoscenza reciproca, la diffusione delle informazioni e la promozione delle singole iniziative e proposte;

  • dare vita a un programma di attività su tutto il territorio nazionale e di dare corso ad appuntamenti periodici dove confrontarsi su terreni comuni, progetti, obiettivi e strumenti da mettere in campo per la valorizzazione dei siti;

  • giungere alla definizione di una normativa di riferimento come auspicato da anni dai musei e parchi minerari che operano sul territorio senza riferimenti normativi precisi (§ 4.1.2.1);

  • analizzare e proporre soluzioni per il problema normativo insieme alle Regioni, non trascurando l’aspetto della legislazione legata alla messa in sicurezza e bonifica dei siti funzionali alla musealizzazione;

  • sostenere tutte le iniziative intese a promuovere l’inserimento dei parchi e musei minerari italiani nelle reti e negli organismi internazionali che si adoperano per la valorizzazione del patrimonio industriale minerario ai fini dello sviluppo di un turismo “responsabile”.


Per le funzioni tecnico operative volte all’attuazione degli obiettivi sopra indicati è costituito un Comitato di Coordinamento composto dai rappresentati dei Servizi ISPRA coinvolti nel progetto, da un delegato per ciascuno degli Enti e/o Istituzioni aderenti alla Rete, alcuni esperti in materia, cooptati previa approvazione dell’assemblea di Comitato.

Il Comitato si riunisce almeno tre volte all’anno per esaminare lo stato dell’attività e progettare gli sviluppi futuri.


Alla data del gennaio 2020 fanno parte della Rete ReMi:

dalla firma del protocollo d’intesa (2 ottobre 2015)

  • Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ente promotore

  • Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), promotore

  • Regione Lombardia, promotore

  • Consiglio Nazionale dei geologi (CNG), promotore

  • Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI), promotore

  • Associazione Nazionale Ingegneri Minerari (ANIM), promotore

  • Associazione AD METALLA (Val Camonica, BS)

  • Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane (GR)

  • Parco minerario dell’Isola d’Elba (LI)

  • Parchi Val di Cornia: Parco Archeominerario di San Silvestro (LI)

  • Parco Museo delle Miniere dell’Amiata (GR-SI)

  • Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna

  • Parco Museo Minerario delle Miniere di Zolfo della Marche

  • Museo Minerario della Bagnada (SO)

  • Ecomuseo delle Miniere di Gorno (BG)

  • Comunità Montana del Pinerolese - Ecomuseo regionale delle Miniere e della Val Germanasca (TO)

  • Villaggio Minerario di Formignano - La Società di Ricerca e Studio della Romagna Mineraria (FC)

  • Miniera-Museo di Cozzo Disi - Comune di Casteltermini (AG)

dal 27 giugno 2016

    • Parco Minerario Regionale della Valle d’Aosta con le miniere di: Chamousira Brusson, Cogne e Saint-Marcel

dall’11 novembre 2016

    • Parco Minerario delle Zolfare di Comitini (AG)

    • Ecomuseo Argentario (Civezzano, TN)

    • Museo Provinciale di Storia Naturale di Livorno

    • Distretto delle miniere di Cortabbio, Vittoria e Nuovo Ribasso: Miniere di Cortabbio (Primaluna, LC)

    • Miniera di Paglio Pignolino - Parco Minerario di Dossena (BG)

    • Parco minerario Piani Resinelli - Miniera Anna (LC)

dal 24 marzo 2017

  • Miniera Tassara-S. Aloisio (Collio, BS)

  • Miniera Marzoli (BS)

  • Miniera Gaffione (BG)

  • Mostra-miniera del Resartico Resiutta (UD)

  • Museo minerario di Gambatesa - Parco Naturale Regionale dell’Aveto (GE)

dal 15 dicembre 2017

  • Regione Piemonte

  • Geosito Lecce nei Marsi (AQ)

dal 18 aprile 2018

  • Ex miniera di talco di Garida (TO)

  • Comune di Lungro (CS) con: Museo storico della miniera di Salgemma e Sito Archeo-Minerario della Miniera di Salgemma

dal settembre 2018

  • Regione Autonoma della Sardegna

dall’ottobre 2018

  • Regione Autonoma della Sardegna

  • Associazione Mineraria per l’industria Mineraria e Petrolifera (ASSOMINERARIA)

dal febbraio 2019

  • Comune di Montecatini in Val di Cecina (PI): Museo delle miniere – Miniera di Caporciano

dal dicembre 2019

  • Museo Minerario Lab di Cave del Predil – Raibl: Parco Internazionale Geominerario (UD)


dal giugno 2021

  • San Lorenzo in Solfinelli : sito minerario del Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna

  • Santa Liberata (concessione San Valentino) nell'istituendo Parco minerario della Maiella (progetto VAL.SI.MI.)