L'impostazione di gran parte della trattazione sui giacimenti minerari di questa pagina e di quelle ad essa collegate segue quella contenuta nel testo di Laurence Robb "Introduction to ore-forming processes" , Blackwell Science Ltd (2005), con analisi e approfondimenti personali svolti anche con l'ausilio dell'IA. Le immagini che illustrano queste pagine sono, anch'esse, tratte dal testo di Robb, salvo diversa indicazione.
Un giacimento minerario non è mai solo una concentrazione di elementi utili: è la traccia di una storia geologica, spesso intricata, che ha lasciato dietro di sé una firma chimica, strutturale e mineralogica.
Comprenderne l’articolazione significa entrare in dialogo con processi che si sono svolti in tempi e condizioni che sfuggono all’esperienza diretta. Ma significa anche fornire le basi tecnico-scientifiche che favoriscono la ricerca, il calcolo delle risorse e riserve minerarie, le tecniche e i metodi di coltivazione ottimali, nel rispetto dell’efficienza e, soprattutto, dell’ambiente naturale e di lavoro.
In questo quadro, la classificazione e l’interpretazione dei giacimenti non possono ridursi a esercizi tassonomici. Devono partire da una visione del sottosuolo e dei processi che in esso si sviluppano. Ѐ solo nella loro sintesi che si può cogliere la piena articolazione dei giacimenti e gestire il loro sfruttamento.
Come detto, la formazione di un giacimento è un evento di grande complessità che interessa gran parte delle conoscenze umane: c’è la geologia, la fisica, la chimica, la geofisica, la meccanica dei terreni e delle rocce, i metodi di ricerca e coltivazione, l’economia, la geopolitica solo per citare quegli aspetti che possono esse considerati più intuitivi.
Proprio per questa complessità i giacimenti non posso essere analizzati in un contesto unico. Hanno bisogno di essere articolati, in modo che ciascuna definizione possa identificare un contesto per quanto possibile omogeno, quanto meno ai fini della loro comprensione e dei metodi più adeguati di sfruttamento. E con “adeguati” non si intende solo l’efficienza, ma anche, come già accennato, il rispetto ambientale in senso lato, ambiente di lavoro compreso.
Nell’affrontare il tema dei giacimenti minerari, ci sono stati molti tipi di classificazione, sempre funzione dell’origine, seppure da punti di vista diversi:
In funzione dell’origine della mineralizzazione:
Primari: quando i minerali derivano dal processo di formazione originario.
In questo senso sono da considerare primari i giacimenti ignei e i sedimentari chimici.
Si considerano primari anche i giacimenti formati in seguito ad alterazione metamorfica (metasomatica o meno) in quanto la mineralizzazione rimane in situ.
Personalmente, ritengo che questi giacimenti essendo frutto di alterazione e i minerali non siano quelli originarie per forma, struttura o composizione.
Secondari: quando le mineralizzazioni si spostano dal sito di formazione originario.
Sono tali i sedimentari clastici, quelli di alterazione supergenica superficiale, gli idrotermali (quando sono originati da fluidi che hanno prelevato gli elementi mineralizzanti lungo il percorso di risalita), i metamorfici (quando i relativi processi che dislocano le mineralizzazioni).
Per quanto detto prima, ritengo che in questa classificazione vadano inseriti comunque i metamorfici.
• In funzione della corrispondenza temporale rispetto al processo di formazione:
Singenetici: i giacimenti che si formano contemporaneamente alle formazioni geologiche incassanti (giacimenti magmatici e magmatico idrotermali, metamorfici).
Diagenetici: che si formano contemporaneamente alla roccia incassante che però subisce successivamente un processo di compattazione che interessa anche le mineralizzazioni (tipicamente i giacimenti sedimentati da deposizione chimica e/o biogenica).
Epigenetici: che si formano successivamente alla roccia incassante (giacimenti idrotermali filoniani, metamorfici quando riguardano in particolare la mineralizzazione).
Tuttavia, queste classificazioni, importanti per inquadrare nel tempo l’evoluzione geomineraria, mi sembrano meno utili per impostare una politica mineraria.
Quest’ultima necessita di un’articolazione che tenga maggiormente conto dei processi chimico-fisici alla base della formazione dei giacimenti e consenta di rappresentare meglio il contesto geologico di formazione, i caratteri mineralogici e meccanici, i parametri strutturali del giacimento (dimensione, struttura e tessitura), il potenziale economico e i metodi di ricerca e sfruttamento.
Quella che segue nelle sotto-pagine di questa sezione è, quindi, molto sinteticamente un’articolazione dei giacimenti secondo i seguenti livelli:
• Macro-livello genetico: ignei, idrotermali, sedimentari, supergenici, metamorfici.
• Processo fisico-chimico
• Struttura
• Minerali tipici di interesse economico.