Si tratta di un piatto tipico della Lunigiana, la regione della Toscana al confine con la Liguria, che ho qualche difficoltà a catalogare tra gli antipasti od i primi...senz'altro non è un secondo!
Si tratta di una specie di piadina che può essere servita calda, accompagnata da affettati o formaggi, oppure ridotta a pezzetti è servita come un primo.
Ho quindi deciso di mettere la preparazione iniziale, comune ad entrambi i modi di preparazione, tra gli antipasti, e la sua versione cotta, anzi ricotta, tra i primi.
Una piccola parentesi: credo di aver capito che si chiamano Testaroli se sono serviti farciti appena fatti, Panigacci se, invece, si ricuociono come la pasta...sino a quando non mi diranno il contrario, seguirò questa "convenzione"...
Ingredienti per 2 persone (meglio dire per 3 o 4 testaroli).
Mescolare le farine ed il sale e quindi aggiungere l'acqua sino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo tipo quello delle crepes.
Scaldare una padella antiaderente e ungerla con un poco di carta assorbente imbevuta di olio.
Versare un mestolo del composto nella padella e spargerlo bene sino ad ottenere una "frittatina" larga come la padella ed alta 3/5 mm.
Dopo un paio di minuti, appena si rapprende abbastanza da poter essere girata, girare il testarolo e cuocerlo anche dall'altra parte. Girare più volte il testarolo sino alla sua completa cottura (dovrà risultare di colore scuro).
Mettere il testarolo in un piatto coperto di carta di aluminio per non farlo asciugare, e procedere alla preparazione del successivo.
Una volta pronti possono essere serviti caldi farciti di stracchino ed affettato o in qualsiasi altro modo vi possa venire in mente.
In alternativa fateli raffreddare, magari preparandoli il giorno prima, per la successiva preparazione dei Panigaci.