Il programmatore, progettista sociale

Ruolo, funzioni, competenze ed etica. Normativa e codifiche

INDICE ANALITICO GENERALE

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VEDI ANCHE LE SCHEDE:

La costruzione di un progetto

Assistente sociale di fabbrica

Pianificazione, programmazione, progettazione

Profilo di comunità

Logica e razionalità nella programmazione

E LE VOCI: Progettazione e Programmazione dell'Indice analitico generale


Un raffinato artigiano, “un tecnico talmente esperto da garantire, al meglio della situazione in cui opera, la sequenza e i contenuti di un ciclo teorico”, “in grado di coniugare una forte competenza tecnica con la massima duttilità operativa nel cercare la migliore soluzione possibile al momento dato, nei tempi disponibili, per il problema che viene posto.” (Merlo G., 2014, p.206, 137)


“Il ruolo di project manager (o responsabile di progetto) è quello di consulente strategico, innovatore, comunicatore e acceleratore del cambiamento. Tale figura genera valore per le aziende attraverso la gestione di progetti, dalla pianificazione fino alla chiusura; analizza il contesto ambientale e tecnico-organizzativo che circonda il progetto; stabilisce gli obiettivi da raggiungere, definisce le fasi di esecuzione, controllo e chiusura del progetto; coordina il team di lavoro e intrattiene relazioni con gli stakeholder.”

Selefor, La figura del Project Manager ottiene la qualifica professionalehttps://www.selefor.com/il-project-manager-ottiene-la-qualifica-professionale/

“Il progettista sociale ha come oggetto dell’attività professionale l’ideazione, pianificazione, redazione, gestione, controllo e monitoraggio, valutazione e rendicontazione di progetti di intervento sociale e socio sanitario sviluppati tanto in risposta a bandi, avvisi pubblici, gare, call for proposals e altre opportunità di Enti Erogatori di natura sia pubblica che privata, quanto autonomamente dall’ente per cui il progettista opera. Il Progettista Sociale svolge la propria attività in forma singola o associata, come dipendente e collaboratore, anche volontario, di enti e associazioni di diritto tanto privato quanto pubblico o come consulente delle stesse, abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo, ai fini del miglioramento delle condizioni umane, economiche, sociali, ambientali, di salute, di partecipazione civile e di partecipazione democratica, incluso il contrasto di ogni forma di discriminazione, delle comunità degli uomini e di specifici target all’interno di queste.

Per “progetto sociale si intende un ciclo di attività tra loro collegate e coerenti e circoscritte in un tempo definito e limitato tese a realizzare risultati, prodotti, servizi, cambiamenti sociali e/o culturali misurabili, anche dal punto di vista dell’impatto, nel contesto di riferimento, unici e di apprezzabile utilità per i Beneficiari. Il progetto è promosso tanto in risposta a bandi, avvisi pubblici, gare, call for proposals e altre opportunità di Enti Erogatori di natura sia pubblica che privata, quanto autonomamente dall’ente per cui il progettista opera.”

Associazione Italiana Progettisti sociali http://www.progettistisociali.eu/progettista-sociale

Sulla base dei dati del Censimento del Non Profit del 2011 e dell’ultima rilevazione Istat che conta 336 mila organizzazioni non profit attive in Italia, si calcola che vi siano circa 16 mila soggetti che esercitano in modo esclusivo o prevalente tale professione.

Vita, Progettazione sociale: arriva la prima norma in Italia e in Europa, 2019http://www.vita.it/it/article/2019/05/17/progettazione-sociale-arriva-la-prima-norma-in-italia-e-in-europa/151620/

Al fine di individuare ruolo, funzioni e competenze del programmatore, progettista sociale, occorre fare due distinzioni.

1.   Programmazione e progettazione

“Appare sicuramente difficile, in astratto, distinguere la progettazione dalla programmazione, cioè definire quando si parli di un progetto complesso, magari articolato in diverse sotto azioni, o di una strategia generale: è il “paradosso del sorite”. “Diciamo che, in generale, un progetto viene visto come un’entità autonoma che parte da una precisa e delimitata esigenza di cambiamento, introduzione di novità, realizzazione o sperimentazione di nuove opportunità o servizi; nasce e cresce, cioè, di una sua vita autonoma, dall’ideazione alla sua implementazione, realizzazione e valutazione finale. Nel nostro campo, un progetto (o più di uno in parallelo e sinergia) può essere uno strumento di una strategia che, come tale, ha caratteristiche di generalità e complessità di cambiamento, coinvolge un numero spesso molto articolato di attori e può, spesso deve, comprendere anche molti altri.” (Merlo 2014, p 25).

Si veda la scheda: Alcuni concetti di base: politica, pianificazione, programmazione, progettazione

 2.   Programmazione esterna ed interna

La programmazione esterna si riferisce allo “strumento operativo di una politica (insieme di indirizzi e decisioni) tramite cui certi soggetti (che hanno questa funzione e questo potere) cercano di influenzare la dinamica (l’evoluzione) di un sistema spesso complesso, orientandolo verso obiettivi prefigurati e utilizzando strumenti adeguati. (Merlo 2014, p. 22). Nel caso delle politiche sociali e la conseguente programmazione il campo è vasto e in continua evoluzione, con progressivi allargamenti di ottica. (Merlo 2014, p. 32 e seguenti).

La programmazione interna ha a che vedere con i metodi e gli strumenti che ciascuna organizzazione adotta per essere in grado di perseguire i propri obiettivi. In generale può essere assimilata al concetto di management. Nel nostro caso: “processo, che implica aspetti sia tecnici che interpersonali, attraverso cui si specificano e si realizzano gli obiettivi dell’istituzione di riferimento, utilizzando le risorse (ossia persone, professionalità, cultura, ambiente sociale, attrezzature, tecnologie, ecc.) a disposizione o attivabili per il raggiungimento di tali obiettivi.”

Rampazzo L., La programmazione delle attività del servizio, ISDN 2002  http://www.dipendenzefvg.it/wp-content/uploads/2017/11/Quality-Management.pdf
NOTA. Mentre le organizzazioni private adottano metodi e strumenti a loro discrezione, nella PA ci si riferisce a:
  • Documento Unico di Programmazione (DUP): costituisce il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione di un Ente, nonché la guida strategica ed operativa. È  organizzato in due sezioni: quella strategica ha come orizzonte temporale di riferimento il mandato amministrativo, quella operativa il bilancio di previsione. In tal senso il DUP assume il ruolo in precedenza ricoperto dalla Relazione Previsionale e Programmatica (RPP).
  • Piano Esecutivo di Gestione (PEG), ha lo stesso orizzonte temporale: indica gli obiettivi della gestione che vengono affidati, unitamente alle dotazioni necessarie, ai responsabili dei servizi.
Decreto legislativo n. 126/2014  https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/08/28/14G00138/sg

Sia che si distingua tra progettazione esterna ed interna, che tra programmazione e progettazione, le competenze (e capacità) nonché gli strumenti sono piuttosto differenti.

In generale si può dire che man mano che si allarga il campo da uno specifico tematico (es. immigrazione, giovani, etc;), ad uno più generale (vedi distinzione tra programmazione per tema e di ambito), fino ad arrivare ad una programmazione strutturale, analogamente si modificano e si allargano le competenze richieste.

Ci si trova, pertanto, alla confluenza di molteplici saperi che, molto sinteticamente e schematicamente, è possibile indicare nel seguente quadro.

3. I temi etici

Nello svolgimento della professione di project manager esistono numerose circostanze in cui occorre prendere decisioni che hanno implicazioni etiche: non è sufficiente conoscere le metodologie tecniche, ma bisogna anche sapere come applicarle in maniera consona ai dilemmi del mondo reale.

“Per questo, al di là degli obiettivi che vengono posti, si può parlare di principi o valori generali della programmazione,  la quale deve garantire: uguaglianza e universalità (per cui tutti coloro che è stato definito abbiano il diritto di accedere al bene comune devono essere messi in condizione di usufruirne realmente), efficienza ed efficacia (per cui le risorse disponibili devono essere utilizzate al meglio delle possibilità definite dal contesto), e infine qualità dei risultati attesi.” (Merlo G. 2014, p. 51). D’altronde la LN 238/2000 indica come principi operativi: sussidiarietà, cooperazione,  efficacia, efficienza, economicità,  omogeneità, copertura finanziaria e patrimoniale, responsabilità e unicità dell’amministrazione, autonomia organizzativa e regolamentare degli enti locali.

Tra gli obblighi dei beneficiari dei progetti finanziati nell’ambito dei programmi di ricerca dell’Unione Europea, ed in particolare di Horizon 2020, vi è il rispetto di principi etici. Questo obbligo riguarda ogni settore della ricerca, non solo la ricerca biomedica, ma anche le scienze sociali e umane. Per principi etici della ricerca si intendono le norme stabilite dall’Unione Europea, dagli Stati Membri, dagli organismi internazionali (come ad esempio il Consiglio d’Europa), che tutelano gli interessi fondamentali che possono essere messi in pericolo dalle attività di ricerca. Tra questi interessi fondamentali, il diritto dell’Unione Europea, le fonti giuridiche internazionali e nazionali considerano:

Per proteggere tali interessi fondamentali bisogna applicare principi di natura generale, nonché disposizioni specifiche riguardanti gli interessi da tutelare. I principi etici generali, che emergono dalle fonti giuridiche, sono soprattutto i seguenti

Inoltre, la protezione degli interessi fondamentali avviene attraverso normative specifiche che riguardano i dati personali, gli animali sottoposti a sperimentazione, la sicurezza, la raccolta e il deposito di tessuti umani e così via.

Linee Guida per la gestione degli aspetti etici nei progetti di ricerca Horizon 2020https://www.unimc.it/it/ricerca/policy/linee-guida-etiche_horizon-2020-min.pdf

Di seguito una checklist utile per identificare ricerche che sollevano questioni etiche che potrebbero potenzialmente comportare un rischio superiore al minimo.

UE “Ethics in Social Science and Humanities” https://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/other/hi/h2020_ethics-soc-sciencehumanities_en.pdf

“Tre vantaggi principali del seguire un codice etico:

1.    Etica come mappa morale: un project manager si troverà ad affrontare molte scelte nella sua carriera che non sarà in grado di determinare da un punto di vista meramente tecnico. Un codice etico fornirà, quindi, una base coerente per fare queste scelte.

2.    Etica come strumento di pensiero: spesso è difficile valutare chi ha ragione in una discussione quando entrambe le parti possono supportare il proprio punto di vista con solidi ragionamenti tecnici. Entrambe le posizioni potrebbero ugualmente portare a risultati accettabili, ma a volte la differenza sta proprio nel dominio dell’etica, piuttosto che della ragione. Ecco che l’etica aiuterà a isolare l’essenza della scelta.

3.    Etica come fonte di vantaggio professionale: il project manager ha bisogno che i membri del team, ed in generale l’organizzazione, si fidino di lui e del suo lavoro. Ecco quindi che comportarsi in maniera etica, oltre che in maniera credibile, aiuta a costruire questa fiducia professionale indispensabile.

Otto componenti dell’etica professionale:

1.   Integrità. Fare ciò che è giusto, non ciò che è facile; rispettare gli impegni e le promesse date; essere la persona che si dice di essere.

2. Rispetto. Quando si trattano i membri del team e le altre persone con rispetto, il comportamento etico diventa molto più facile, quasi automatico. Le difficoltà sorgono quando un’azione che rispetta una persona o un gruppo farà necessariamente sentire un’altra persona meno rispettata.

3.   Discrezione. Legata sempre al rispetto, ma in particolare con riferimento alla privacy, ai sentimenti degli altri e alle informazioni riservate e alla proprietà intellettuale dell’organizzazione.

4.  Responsabilità. Dovere di riconoscere come nostre le decisioni che prendiamo o non prendiamo, le azioni che compiamo od omettiamo di compiere e le conseguenze che ne derivano. Ognuno commette degli errori, anche il project manager. Non ci sono problemi in questo se la persona che ha compiuto l’errore se ne assume anche la responsabilità ed impara la lezione.

5.  Onestà. L’onestà è il dovere di capire la verità e agire in modo veritiero sia nelle nostre comunicazioni che nella nostra condotta.

6.  Apertura. L’apertura va con l’onestà, ma una cosa è non mentire, un’altra è raccontare tutta la verità. Da un buon project manager, se si vogliono compiere delle scelte solide e che tutti abbiano tutte le informazioni a disposizione, si richiede trasparenza e la completa apertura con gli stakeholder. Se non è una decisione informata, non è una decisione solida.

7.  Equità. Il dovere di prendere decisioni e agire in modo imparziale e obiettivo. La nostra condotta deve essere libera da interessi personali, pregiudizi e favoritismi. Quando si percepisce qualcosa di ingiusto, è normale provare sensazioni che vanno da una lieve irritazione alla vera e propria rabbia. Per questo il project manager dovrebbe prendere una posizione imparziale in qualsiasi processo decisionale e trattare tutte le persone con uguale rispetto.

8.  Generosità. Questo non significa necessariamente generosità fisica con regali, ma si tratta di generosità di spirito.”

Twproject, Il codice etico del project managerhttps://twproject.com/blog/it/il-codice-etico-del-project-manager/Project Management Institute, Codice eticohttps://www.pmi.org/-/media/pmi/documents/public/pdf/ethics/pmi-code-of-ethics.pdf?v=f1bc4af3-cfbf-4dcf-96a9-8b905d93b30a&sc_lang_temp=it-IT

Le professionalità normate

In generale sono due le normative di riferimento (quadro delle professioni non regolamentate) sono la legge 04/2013 e il d.lgs. 13/2013.

legge 04/2013 https://www.cliclavoro.gov.it/Normative/Legge_14_gennaio_2013_n.4.pdfd.lgs. 13/2013https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/02/15/13G00043/sg

Assistente sociale specialista (D.P.R. del 5-6-2001, n. 328)

Formano oggetto dell’attività professionale degli iscritti alla sez. A:

D.P.R. del 5 giugno 2001, n. 328 capo IV: “Assistente sociale specialista”; iscrizione all’Albo professionale sezione A.http://www.miur.it/0006menu_c/0012docume/0098normat/1361modifi.htm

 Sociologo (Norma UNI11695:2017)

La norma definisce i requisiti relativi all’attività professionale: figura professionale che studia, osserva, rileva e analizza fenomeni, processi, strutture e sistemi sociali, ne interpreta il loro manifestarsi, nei diversi aspetti di persistenza e mutamento, attraverso la costruzione e l’utilizzo di specifici indicatori e di modelli descrittivi, esplicativi e di simulazione, a vario livello di generalizzabilità e applicabilità.

Anche in accordo con altre figure professionali, il Sociologo:

La figura è articolata in due livelli professionali: Sociologo di base e Sociologo Specialista.

Norma UNI11695:2017 “Attività professionali non regolamentate. Sociologo”http://store.uni.com/catalogo/index.php/uni-11695-2017?josso_back_to=http://store.uni.com/josso-security-check.php&josso_cmd=login_optional&josso_partnerapp_host=store.uni.com

 Progettista sociale (Norma UNI 11746:2019)

La norma definisce i requisiti relativi all’attività professionale del progettista sociale, ossia la figura professionale che sviluppa e concorre alla realizzazione di progetti sociali, assumendosene la responsabilità di processo.

In quest’ambito, il progettista sociale è un operatore specializzato che sviluppa e concorre alla realizzazione di progetti sociali, assumendosene la responsabilità di processo dall’ideazione, alla pianificazione, all’esecuzione, al controllo e monitoraggio e alla chiusura.

I progetti sociali riguardano principalmente tre aree specifiche:

La norma, oltre a definire i processi e le attività che caratterizzano la progettazione sociale, identifica le competenze richieste e i requisiti formativi e di apprendimento minimi per accedere alla professione del progettista sociale.

A dimostrazione di un profilo fortemente eclettico, le conoscenze e le abilità richieste al progettista sociale attraversano diversi campi di specializzazione sociale, economica e gestionale: dalle tecniche di reportistica sociale alla conoscenza della normativa di riferimento, dai metodi di lavoro di rete a elementi di diritto amministrativo, dalle metodologie di project management alle tecniche di pianificazione finanziaria e molto altro.

Tra i requisiti di accesso sono indicati: laurea triennale a indirizzo sociale, accompagnata da un’esperienza triennale in attività di elaborazione e presentazione di progetti e da un’esperienza biennale di coordinamento e gestione progettuale. Questi requisiti formativi possono essere, in assenza di una formazione universitaria, sostituiti da un’esperienza più lunga in ambito di elaborazione, coordinamento e gestione progettuale.

Norma UNI 11746:2019 “Attività professionali non regolamentate. Progettista sociale”http://store.uni.com/catalogo/index.php/uni-11746?josso_back_to=http://store.uni.com/josso-security-check.php&josso_cmd=login_optional&josso_partnerapp_host=store.uni.com

Welfare aziendale (Prassi di riferimento UNI/PdR 103:2021)

Requisiti per la progettazione, la realizzazione e valutazione di progetti di welfare aziendale e requisiti di competenza del welfare manager.

Definisce:

Il documento può essere utilizzato per qualificare fornitori (interni ed esterni all'organizzazione) di progetti di welfare aziendale e per la verifica indipendente (certificazione o attestazione dei progetti).

La prassi può essere applicata ad ogni organizzazione, sia privata sia pubblica, e a unità locali italiane di organizzazioni estere.

Il documento fornisce una serie di indicazioni per attività di autovalutazione del soggetto che eroga il servizio e valutazione di conformità di parte terza (certificazione) dei requisiti del servizio 

http://store.uni.com/catalogo/uni-pdr-103-2021?josso_back_to=http://store.uni.com/josso-security-check.php&josso_cmd=login_optional&josso_partnerapp_host=store.uni.com

 Welfare manager (Regione Lombardia, Quadro regionale degli standard professionali)

Professionista che opera nel campo delle politiche del lavoro progettando, gestendo, monitorando e valutando i programmi di welfare sia a livello aziendale che territoriale. Il welfare manager nasce come un professionista del welfare aziendale con l'obiettivo di aiutare le aziende a offrire soluzioni di benessere ai loro dipendenti in ottica di famiglia e persona. Nel tempo questa professionalità sta allargando il proprio campo spostando l’attenzione dal benessere organizzativo e del personale all’interno dell’azienda verso la conoscenza del territorio e dei suoi servizi (profit e non). Pertanto, assume competenze per coprogettare piani di welfare integrati, con l'obiettivo di ideare e coordinare interventi atti a migliorare la qualità di vita delle persone dentro e fuori, offrendo opportunità concrete in termini di servizi e benefici.

In particolare, le competenze riconosciute e richieste oggi sono:

Regione Lombardia, Quadro regionale degli standard professionali p.817https://www.regione.lombardia.it/wps/wcm/connect/e4cb860d-abf5-4d16-b73f-1d36023bd893/allegato+A+dduo+n.+8885+del+20+luglio+2017.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=ROOTWORKSPACE-e4cb860d-abf5-4d16-b73f-1d36023bd893-lT6lyD5

Project manager (Regione Campania, Repertorio dei titoli e delle qualificazioni)

Il Project manager elabora, gestisce e coordina il progetto, con lo scopo di conseguire gli obiettivi concordati con la committenza, nel rispetto dei vincoli progettuali di costi-tempi qualità. Collabora alla definizione degli obiettivi e delle strategie, individua e coordina i membri del team di progetto e ne definisce i compiti e le responsabilità, pianifica il progetto e monitora costantemente tempi, costi, qualità, ambito, rischi e il raggiungimento degli obiettivi e dei risultati attesi. Può essere sia un dipendente del committente, sia un dipendente di una società esterna incaricata di gestire il progetto, sia un libero professionista con un ruolo di terza parte.

http://capire.regione.campania.it/rrtq/public/stampa/sp/469

Codificazioni

ISTAT

2.5.3.2.1 - Esperti nello studio, nella gestione e nel controllo dei fenomeni sociali.

Le professioni comprese in questa unità studiano e descrivono le strutture dei sistemi sociali, le popolazioni, i gruppi sociali e le istituzioni che li costituiscono, progettano, dirigono e valutano interventi nel campo delle politiche e dei servizi sociali.

Nomenclatura e classificazione delle Unità Professionalihttp://professioni.istat.it/sistemainformativoprofessioni/cp2011/scheda.php?id=2.5.3.2.1

 INAPP

ADA 19.02.01- Settore 19 Servizi sociosanitari, Erogazione di interventi nei servizi sociali, Analisi dell’assetto sociale e progettazione di interventi sociosanitari.

L’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni https://atlantelavoro.inapp.org/dettaglio_ada_pre.php?id_ada=681&id_repertorio=129&codice_repertorio=SR

 



 Approfondimenti:

L’UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione - è un’associazione privata senza scopo di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea che da quasi 100 anni elabora e pubblica norme tecniche volontarie – le norme UNI – in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario.http://www.uni.com/

Associazione Italiana dei Progettisti Sociali, Codice di condotta del progettista sociale

http://www.progettistisociali.eu/documenti/Codice_di_Condotta_del_progettista_sociale_APIS.pdf

Associazione Italiana Progettisti Sociale - AIPS

http://www.progettistisociali.eu

Bordone G., Merlo G., La centralità del programmatore sociale, Welforum 2022

https://welforum.it/la-centralita-del-programmatore-sociale/

De Aloe S., , Rumi G., Il governo delle interazioni: la carta vincente di un’architettura collaborativa, Secondo welfare 2021

https://www.secondowelfare.it/terzo-settore/il-governo-delle-interazioni-la-carta-vincente-di-unarchitettura-collaborativa

European Qualifications Framework - EQF

https://www.isfol.it/eqf

Fotino M., Il progettista sociale, Rubettino 2021 

Melzi A., Le nuove figure professionali nel welfare di comunità, Welforum 2021

https://www.welforum.it/le-nuove-figure-professionali-nel-welfare-di-comunita/

Norma UNI 11746: Attività professionali non regolamentate - Progettista sociale

http://store.uni.com/catalogo/index.php/uni-11746.html?josso_back_to=http://store.uni.com/josso-security-check.php&josso_cmd=login_optional&josso_partnerapp_host=store.uni.com

Norma UNI 17024: La certificazione delle professionalità

https://www.sgsgroup.it/it-it/news/2017/03/certificazione-delle-persone

Norma UNI 11648: Figura professionale del Project manager

http://store.uni.com/catalogo/index.php/uni-11648-2016.html

Palma Marino Aimone, Dalla Mora M., Manifesto del Disability Manager, SIDiMa 2020

Siza R., Manuale di progettazione sociale, FrancoAngeli, 2018 (Progettare nel sociale, 9th edition) 

Vita, redazione, Progettista sociale, verso la norma nazionale Uni, gennaio 2019

http://www.vita.it/it/article/2019/01/17/progettista-sociale-verso-la-norma-nazionale-uni/150362/

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Giorgio Merlo,  novembre 2020,  ottobre 2021