Io non li conosco, loro. E già nel dire loro mi sento in colpa, come se parlassi di formiche o api, indistinguibili ai miei occhi, invece che di esseri umani, persone.
Zingari.
Solo una volta ho conosciuto una ragazzina zingara. Lei rifiutava tutte le mie offerte di parlare un po' insieme. Non poteva fermarsi, sua nonna non voleva o era sua madre o suo fratello. Accettava da me solo soldi o qualche piccolo regalo, niente che avesse a che fare con l'umanità o l'affetto.
Poi un giorno mi fermò per strada e mi disse - me ne vado. Mia nonna vuole andare via ed io mi devo sposare (e pensare che ai miei occhi era una bambina). Io le chiesi - sei contenta? E lei rispose - lo devo fare. E improvvisamente mi abbracciò con un singhiozzo trattenuto e scappò via
Ed io - io - dopo un momento di sconcerto io - io aprii la borsa.
E controllai che ci fosse il portafoglio.